Dune: Part Two
Hans Zimmer
Dune – Parte Due (Dune: Part Two, 2024)
WaterTower Music
25 brani – Durata: 60’21”
Il pluripremiato Denis Villeneuve torna alla regia del secondo film della saga ispirata al celebre romanzo “Dune” di Frank Herbert in cui il protagonista Paul Atreides (Timothée Chalamet) si unisce a Chani (Zendaya) e ai Fremen per portare avanti la sua personale vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia per impadronirsi della spezia vitale del pianeta di Arrakis arrivando addirittura a mettere in piedi una vera e propria guerra santa. Il film, prodotto da Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures, è l’attesissimo seguito del film Dune, vincitore nel 2021 di ben sei Premi Oscar tra cui quello per la migliore colonna sonora ad Hans Zimmer, che torna nuovamente per la stesura dello score di questo secondo capitolo.
Il compositore tedesco ha più volte dichiarato che il suo approccio compositivo per quest’intensa colonna sonora è stato quello di voler creare una rappresentazione messianica e religiosa per dare allo spettatore la sensazione di ascoltare nitidamente la spezia, le infinite dune desertiche e tutti gli altri elementi di questo mondo utopistico, cercando di intrecciare indissolubilmente suono e musica. Basti pensare, per esempio, che dei 3.200 suoni e campionamenti creati su misura per il film, solo quattro sono stati realizzati in maniera digitale con apparecchiature apposite e sintetizzatori mentre tutti gli altri sono naturali ed analogici, aspetto che fa chiaramente capire il lavoro certosino che è stato fatto da Zimmer e tutto il suo team per mettere in piedi un vero e proprio paesaggio sonoro site-specific dedicato al mondo di Arrakis.
L’obiettivo di codificare lo spazio acustico di ogni singolo attore in scena e delle varie ‘caste’ coinvolte in questo universo è stato possibile anche e soprattutto grazie ai vari pattern sonori che sono stati appositamente creati. I Fremen sono caratterizzati da elementi primitivi e tribali in cui è ben chiara la bellezza e la semplicità della natura grazie alla presenza di molti suoni ‘legnosi’ e ‘sabbiosi’ e di molti strumenti a fiato usati per richiamare le caratteristiche del vento nel deserto. Sul pianeta Giedi Primo si contrappone invece il lato sonoro primordiale metal industrial, confermando come la violenza e la sete di potere regnino sovrane in quel luogo così oscuro. L’esercito imperiale Sardaukar è sempre caratterizzato da un canto che prepara i soldati alla guerra che si manifesta come una sinfonia ronzante di vocalizzazioni grezze, gutturali e prive di anima. Il paesaggio sonoro di Harkonnen è poi totalmente brutale così come quello delle Bene Gesserit, le voci femminili, che, a tratti, risulta essere volutamente disturbante grazie ad un equilibrio perfetto tra volumi eccessivi e timbriche tantriche.
Dall’aspetto più spirituale fino alla totale spettacolarizzazione delle scene di guerra, Zimmer ha dato vita ad un nuovo modo di intendere la musica per il cinema, in cui la colonna sonora produce nello spettatore un’esperienza uditiva dal sound design infinitamente immersivo che difficilmente si ha la possibilità di provare all’interno dei classici blockbuster hollywoodiani. In questo modo, l’autore tedesco si riconferma di diritto come uno dei sound designer e compositori non solo più prolifici ma anche più avanguardisti del nostro tempo seguitando a regalarci opere cinemusicali totalmente uniche nel loro genere.