La musica di Indiana Jones - Terza Parte

La musica dell'avventura: Dossier Indiana Jones
Parte III: Indiana Jones e l'ultima crociata

ColonneSonore presenta la terza parte di un approfondito dossier dedicato alle colonne sonore composte da John Williams per la celebre serie dell'archeologo più famoso del mondo.

 Harrison Ford e Sean Connery

L'uomo col cappello è tornato... e questa volta si è portato papà

Non c'è due senza tre: il terzo capitolo delle avventure di Indiana Jones arriva a cinque anni di distanza dal precedente. Dopo l'uscita di Indiana Jones e il tempio maledetto, Steven Spielberg e George Lucas subiscono diverse critiche per essersi distanziati troppo dal tono solare de I predatori dell'Arca perduta e per aver spinto eccessivamente sul pedale “dark”. I due registi decidono di ripescare la formula vincente collaudata con il primo film per questo nuovo episodio. Dopo svariate stesure di sceneggiatura che però non convincono né Spielberg né il protagonista Harrison Ford, Lucas stende un soggetto dove l'oggetto della ricerca è nuovamente un manufatto dall'antico potere mistico di derivazione biblica (il Santo Graal), la nemesi di turno sono ancora una volta i temibili Nazisti, i comprimari sono i vecchi amici Sallah e Marcus Brody e l'azione si dipana in svariati luoghi ai quattro angoli del globo. Ma Spielberg, appena reduce dai suoi primi tentativi di film “impegnati” Il colore viola (1985) e L'impero del sole (1987), è scettico che una semplice rivisitazione di temi e stili del primo capitolo possa essere sufficiente a produrre un film altrettanto entusiasmante e memorabile. Il regista è convinto che ci voglia un elemento innovativo, in grado di dare al protagonista una motivazione più forte. Insomma, Indiana non sarebbe solo dovuto andare alla ricerca di un favoloso ed inestimabile reperto archeologico, ma avrebbe dovuto ritrovare anche le proprie radici: oltre a cercare il Santo Graal, questa volta Indiana Jones sarebbe andato alla ricerca di suo padre. Ed è qui che Spielberg ha un colpo di genio: ad interpretare il padre di Indy ci sarebbe dovuto essere nientemeno che Sean Connery. Lucas e Harrison Ford accolgono l'idea con entusiasmo e l'attore scozzese accetta la parte, a patto che venga completamente riscritta ed ampliata rispetto alla stesura iniziale (firmata da Jeffrey Boam). A questo punto Spielberg e Lucas pensano che sarebbe ancora più divertente se il nuovo film diventasse una sorta di “album di famiglia” del Professor Jones e dunque il prologo avrebbe mostrato un giovane Indy (interpretato dal compianto River Phoenix) nella sua prima vera avventura. E' così che il film si trasforma in qualcosa di nuovo e diverso rispetto ai due precedenti episodi. E dunque si può mettere in moto quella che, almeno per un po' di tempo, sarebbe stata l'ultima avventura cinematografica dell'archeologo più famoso del mondo: Indiana Jones e l'ultima crociata (Indiana Jones and the Last Crusade, 1989).
 Comincia una nuova avventura...

La trama del film

Utah, 1912. Durante una escursione con i Boy Scout, l'adolescente Indiana Jones (River Phoenix) scopre una banda di scavatori di frodo che stanno trafugando un prezioso oggetto, la Croce di Coronado. Mosso già allora da un impeto archeologico (“Quella croce dovrebbe stare in un museo!”), Indiana ruba la Croce e fugge a cavallo. Dopo un inseguimento in cui sembra avere la meglio (e in cui scopriamo l'origine della sua fobia per i serpenti e la sua abilità nel maneggiare la frusta), Indiana si trova costretto dalle autorità locali a restituire il reperto al “legittimo proprietario”, ma il capo della banda gli regala il cappello come riconoscimento del suo valore.
Flash-forward al 1938. Dopo essere riuscito finalmente a riconquistare la Croce di Coronado, il professore ed archeologo Indiana Jones viene contattato dal magnate milionario Walter Donovan (Julian Glover) affinchè lo aiuti a ritrovare uno dei più grandi e misteriosi manufatti dell'archeologia: il Santo Graal, il calice appartenuto a Gesù Cristo che venne usato durante l'Ultima Cena e dove fu raccolto il sangue del Redentore sulla croce e che la leggenda narra donare la vita eterna a chi beve da esso. Le ricerche erano arrivate a buon punto, ma si sono interrotte a causa della misteriosa scomparsa dell'uomo a capo della spedizione: Donovan rivela a Indy che si tratta di suo padre, il professor Henry Jones Senior (Sean Connery). Indiana accetta l'offerta e parte per Venezia insieme a Marcus Brody (Denholm Elliot), dove si incontrerà con l'affascinante professoressa austriaca Elsa Schneider (Alison Doody). Qui, nelle catacombe infestate da enormi topi di fogna, Indy ed Elsa scoprono un importante indizio che rivela l'ubicazione precisa del luogo in cui si trova il calice di Cristo. Minacciati ed inseguiti da una misteriosa confraternita che si dichiara custode del Santo Graal, Indy scopre che suo padre Henry è tenuto prigioniero dai Nazisti nel castello di Brunwald, in Austria. Qui ritroverà e libererà suo padre ma scoprirà il doppio gioco della bella Elsa e del magnate Donovan, entrambi al soldo dei Nazisti. Indy e suo padre vengono catturati, ma riescono a darsi alla fuga. Dopo aver recuperato il diario di Henry Sr. a Berlino (fondamentale per il ritrovamento del Graal), padre e figlio raggiungono Marcus e l'amico Sallah (John Rhys-Davies) nella città di Iskenderun, dove una volta sorgeva l'antica città di Alessandretta, luogo in cui dovrebbe trovarsi la coppa. Qui si troveranno nuovamente ad affrontare i Nazisti e, dopo mille peripezie e un inseguimento a bordo di un carro armato, giungeranno finalmente al tempio dove è custodito il Santo Graal. Indy e soci finiscono però nuovamente nelle mani dei Nazisti. Donovan minaccia Indy e lo costringe ad affrontare le tre difficili prove che servono per arrivare alla stanza dove si trova la coppa: il padre viene infatti mortalmente ferito e solo i poteri curativi del Santo Graal potranno salvarlo. Indiana riesce a superare le tre prove e giunto nella stanza trova l'Ultimo Cavaliere custode, che lo metterà di fronte all'enigma finale: tra tutti i calici presenti soltanto uno è il vero Graal e se sbaglierà a scegliere morirà. Nel frattempo sopraggiunge Donovan che, accecato dalla bramosia e dal sogno della vita eterna, sceglie il calice più sfarzoso. Ma è quello sbagliato e il perfido nazista incontra il suo destino fatale. Indy sceglie invece la coppa più modesta che si rivela infine essere quella giusta, riuscendo così a salvare la vita di suo padre. Elsa vuole portare via il Graal dal tempio ma la condizione posta dal Cavaliere era che il calice dovesse rimanere nel suo nascondiglio. Scoppia un terremoto ed Elsa, nel tentativo di recuperare la coppa, viene inghiottita in un crepaccio formatosi nel terreno. Indy tenta disperatamente di salvarla e cade anch'egli nella voragine: anche lui cerca di recuperare il calice, ma il padre lo convince a lasciarlo lì dove si trova. Indy e suo padre sfiorano la leggenda e l'immortalità, ma scopriranno alla fine che la cosa più importante è l'affetto che li lega. Padre e figlio possono dunque riconciliarsi e cavalcare insieme verso il tramonto...

La locandina originale di Indiana Jones e l'ultima crociata

Mito e leggenda: Indy ritrova suo padre


Indiana Jones e l'ultima crociata
, come si poteva già intuire dal titolo, rappresenta per Spielberg e Lucas il capitolo finale delle avventure dell'archeologo (almeno sino ad allora). Dopo la cupa “discesa agli inferi” dell'episodio precedente, i due filmmaker capiscono che è giunto il momento di tirare le fila del personaggio da loro creato e, nella tradizione della mitologia, di completarne il percorso narrativo attraverso la ricerca delle origini. La carta vincente del film si rivela essere la presenza di Sean Connery nel ruolo del padre di Indiana Jones. Il celebre attore scozzese porta nel film tutto il suo fascino e il suo carisma, tratteggiando un personaggio tenero e spassoso, capace di dare una fresca ventata di originalità e di simpatia a tutta la vicenda. La felice intuizione di Spielberg e Lucas trova poi ulteriore slancio nell'aver saputo cogliere anche l'effettiva “paternità” cinematografica del loro personaggio attraverso la scelta di Connery: tra le tante fonti di ispirazione, è forse proprio da James Bond che Indiana Jones trae il suo principale DNA cinematografico. Ed è grazie alla complicità creatasi tra l'attore scozzese e il protagonista Harrison Ford che L'ultima crociata trova una vera marcia in più. I due divi danno vita a un formidabile duetto comico, che arricchisce il film di momenti spassosi e divertenti. La quest archeologica di turno dà poi un sapore quasi crepuscolare: la ricerca del Santo Graal diventa l'avventura “finale” per antonomasia, caricando di valenza mitologica e leggendaria (e qui si sente la mano di George Lucas) un personaggio che sino ad allora non era niente di più che l'epigono perfetto e perfezionato appunto di James Bond.

 Steven Spielberg, George Lucas e Harrison Ford sul setPoco importa allora che la struttura narrativa e buona parte delle situazioni siano in gran parte una variazione “in minore” e meno riuscita de I predatori dell'Arca perduta (che si dimostra essere modello insuperato ed insuperabile anche per gli stessi creatori del personaggio) e che alcuni passaggi narrativi appaiano un po' forzati. L'ultima crociata vuole essere solamente una spassosa, frizzante, leggiadra avventura e nulla più di questo, in cui si chiede allo spettatore di lasciarsi andare con tenera ingenuità al divertimento e all'evasione. Permane il tono fumettistico ed improbabile de Il tempio maledetto, ma il sentimento è assai più leggero e scanzonato, mentre il ritmo è decisamente meno rutilante. Spielberg confeziona ancora una volta un film che ha tra i suoi maggiori punti di forza anche una formidabile fattura tecnica, garantita dalla solita superba squadra composta dal montatore Michael Kahn, il direttore della fotografia Doug Slocombe, lo scenografo Elliot Scott, i tecnici degli effetti visivi della Industrial Light & Magic e, ultimo ma assolutamente fondamentale, il compositore John Williams.

Musica per moderni cavalieri

 Il compositore John Williams durante le sessioni di registrazione de L'ultima CrociataCome accaduto per Il tempio maledetto, la partitura di Indiana Jones e l'ultima crociata rappresenta per John Williams un ulteriore cambio di passo rispetto alle precedenti colonne sonore della serie, pur mantenendone la medesima anima. Anche in questo caso, il nuovo lavoro va inserito nel più ampio contesto del generale percorso artistico del compositore, il quale comincia proprio in quel periodo a diradare ancora di più le commissioni cinematografiche, concentrando maggiormente la sua attenzione a film diversi e piuttosto distanti dallo stile e dal tono di quelli che gli hanno dato “fortuna e gloria” negli anni precedenti. Williams comincia ad allontanarsi dal vibrante sinfonismo in Technicolor che lo ha reso ormai un vero e proprio nume tutelare della musica da film per esplorare un lato più intimista e raccolto, dimostrando di essere un musicista capace di esprimere sfumature e complessità rimaste sino ad allora celate. Le partiture de L'impero del sole (Empire of the Sun, 1987) e soprattutto di Turista per caso (The Accidental Tourist, 1988) sono due esempi lampanti della capacità di Williams di trasformarsi in sensibile cantore di atmosfere malinconiche, sussurrate e meditabonde. Inoltre, sempre in quegli anni, il compositore intensifica la sua attività come direttore stabile della Boston Pops Orchestra (incarico accettato nel 1980 e che manterrà sino al 1993), tanto da lasciarsi sfuggire in qualche intervista la dichiarazione di star considerando il definitivo ritiro dalle scene hollywoodiane. Tuttavia, l'occasione di una nuova avventura di Indiana Jones dà a Williams la possibilità di ritornare ad un lessico e ad uno stile che, seppure con le dovute evoluzioni, dimostrerà comunque di rimanergli molto caro anche negli anni a venire. La partitura de L'ultima crociata è così nuovamente un'opera dal tono familiare eppure diversa sia da I predatori che da Il tempio maledetto; è una colonna sonora che vuole risuonare sentimenti conosciuti ma al contempo esplorarne nuovi lati. Così come Spielberg si allontana dal ritmo rutilante del secondo film per favorire un tono più solare e scanzonato, Williams abbandona quasi totalmente la debordante frenesia della partitura de Il tempio maledetto e affronta il nuovo capitolo con piglio decisamente più leggiadro. La scrittura appare più raffinata, l'orchestrazione è smussata, scevra sia dalla miriade di ornamenti e di esotismi che contraddistinguevano la colonna sonora del secondo film, ma appare distante anche dalla robustezza monolitica di quella del primo. E' un Williams forse meno protagonista ma più rigoroso cesellatore, sempre più preciso e sorvegliato nella gestione del suo magistero compositivo, meno interessato a rimarcare con enfasi ogni elemento visivo e più propenso alla realizzazione di un commento musicale vivace ma elegante. Lo spirito “da balletto” è invece sempre vivace e smagliante, arrivando talora a vertici di finezza e di maestria che rimangono ancora oggi alcuni tra i migliori esempi di scrittura della carriera di Williams. Tuttavia, l'aspetto più originale ed interessante della partitura trae ispirazione dalla principale novità del film: il rapporto padre-figlio tra Henry Jones e Henry “Junior” consente al compositore di esplorare un lato sentimentale assente dalle due precedenti colonne sonore e di proporre un lirismo maturo e profondo, abbastanza lontano da quello ironico e volutamente retrò dei “love themes” de I predatori e de Il tempio maledetto. In altre parole, è una colonna sonora che sembra voler ribadire la maturità e l'evoluzione del protagonista.

 Steven Spielberg e John Williams durante le registrazioni de L'ultima Crociata

Temi, leitmotiv e pagine memorabili

Nonostante l'influenza delle sue partiture più “mature”, Indiana Jones e l'ultima crociata appartiene ancora alla categoria delle colonne sonore williamsiane ricche di temi e leitmotiv che tanti ascoltatori ed appassionati del compositore ancora oggi amano quasi con devozione. Dal punto di vista tematico siamo di fronte ad uno score estremamente variopinto e generoso, nel quale Williams mette in campo tutta la sua abilità di creatore di temi memorabili. Anzi, sotto molti aspetti, L'ultima crociata è forse una delle colonne sonore “d'azione” più profondamente liriche e melodiche che Williams abbia mai composto. Forse ispirato dalla solarità e dalla trasparenza del film, il compositore di Spielberg lascia da parte qualsiasi ombra di ricerca della dissonanza estrema o di effetti stridenti che invece abbondavano nelle due precedenti partiture e si lascia andare ad un commento musicale melodioso e brillante, uno stile già esplorato in precedenza nelle partiture per la serie televisiva antologica Storie incredibili (Amazing Stories, 1985) e che poi culminerà definitivamente nello score di Hook - Capitan Uncino (1991). Ancora una volta, Williams trova nella struttura dei temi principali e dei leitmotiv una delle sue principali virtù e costruisce tutta la partitura su un solido e robusto impianto tematico.

 Indy ancora una volta in azione

Il tema di Indiana Jones fa obbligatoriamente ritorno anche in questa nuova partitura, ma stavolta Williams decide di utilizzarlo con parsimonia: a differenza dei due capitoli precedenti, la Raiders March appare assai più raramente e solo nelle occasioni in cui la sua presenza è assolutamente inevitabile e necessaria. Da notare inoltre come Williams lo usi meno come “catalizzatore” eroico delle azioni e più come leitmotiv personale del protagonista, spesso modulandolo nella sua componente specificatamente melodica, tralasciando quasi del tutto il carattere “militaresco”. E' infatti solamente alla fine che la “Raiders March” ritorna nella sua veste familiare, accompagnando la cavalcata verso il tramonto dei nostri eroi.

L'ultima crociata
presenta un nutrito carnet di nuovi temi e di “numeri” musicali: quello più importante è il nobile ed austero tema del Santo Graal. Appoggiato su una progressione di accordi in minore, il tema ha un sapore “inglese” e si distanzia dal tema dell'Arca del primo film proprio per via di uno sviluppo melodico più ampio. E' un invenzione molto efficace, che Williams presenta nel corso di tutto il film sempre associandola al reperto archeologico e alla sua ricerca da parte degli eroi, in particolare quella del personaggio di Henry Jones Sr. Il tema viene esposto sin dalle prime sequenze (lo sentiamo per la prima volta già durante il flashback del giovane Indy, quando intravediamo il papà che sta compilando il suo diario) e ritorna ogni qual volta il Santo Graal viene menzionato o la sua presenza viene richiamata dai personaggi e dalle situazioni, raggiungendo il suo sviluppo più compiuto ed efficace nella sequenza delle tre prove che portano alla stanza del Graal.

 La relazione tra padre e figlio è accompagnata da un nuovo memorabile temaE' una filiazione diretta di quest'ultimo anche il tema associato a Henry Jones Sr., che per chiarezza definiremo il tema dell'Illuminazione: una melodia placida e nostalgica, sovente affidata al suono malinconico del corno inglese, che richiama alcune nobili pagine del compositore britannico William Walton (autore molto vicino alla sensibilità e allo stile di Williams). Il tema rappresenta in primis il lato nobile e “cavalleresco” del personaggio di Henry Jones Sr. e della sua ricerca del Santo Graal, che si rivelerà essere poi la scoperta appunto dell'illuminazione. Il tema diventa così di riflesso anche la rappresentazione musicale di un rinnovato sentimento paterno (e, come vedremo nella prossima puntata, Williams se ne ricorderà giustamente anche per la partitura di Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo), catturando in modo perfetto lo spirito e il senso ultimo del film. Williams dimostra profonda capacità nel saper plasmare con grande malleabilità le sue creazioni tematiche, utilizzando questo nuovo tema con parsimonia nel corso della pellicola e facendogli raggiungere il climax solo nei momenti finali, dove il tema viene presentato con grande afflato romantico.

La relazione tra Indy e suo papà suggerisce a Williams la creazione di un ulteriore leitmotiv: un vivace motivo saltellante, costruito con la classica abilità funambolica del compositore, che descrive con efficacia l'aspetto gioviale dell'avventura di Henry e “Junior”. E' un tema trascinante, che richiama alcune delle note pagine “brillanti” del compositore (come ad esempio gli “scherzi” de Lo squalo 2 e The Fury). Purtroppo nel montaggio finale del film questo tema è stato rimosso quasi del tutto e ne appaiono solamente alcuni accenni in poche sequenze (avrebbe dovuto fare la sua apparizione più prominente nella sequenza della fuga in automobile, quando Indy e Henry sono inseguiti da un aeroplano tedesco; nella versione finale del film venne deciso di eliminare la musica dal missaggio), ma fortunatamente Williams ha preservato questa pagina notevole per l'album della colonna sonora, nella traccia “Keeping Up with the Joneses”.

I Nazisti ritornano ad impersonare la nemesi storica del professor Jones, ma stavolta Williams li caratterizza con una tema dal tono severo ma allo stesso tempo sbruffone e parossistico, in grado di rappresentare così il carattere “da operetta” degli antagonisti di turno. Il tema viene esplorato soprattutto nel suo lato marziale e militaresco, secondo un modello che guarda probabilmente, più di ogni altra cosa, alle innumerevoli variazioni della “Imperial March” de L'impero colpisce ancora.

Williams concepisce poi anche un nuovo tema avventuroso, ovvero lo Scherzo che commenta le rocambolesche fughe di Indy e Henry Sr. dai temibili Nazisti e che trova l'apogeo nella sequenza dell'inseguimento in motocicletta. E' un'altra grandiosa invenzione che il compositore tira fuori dal suo magico cilindro e che solo lui sembra in grado di riuscire a produrre. Questo avvincente disegno tematico, costruito su un galoppante ritmo in 6/8, è accompagnato da un'esplosione di grande virtuosismo timbrico, in cui tutte le sezioni dell'orchestra si rincorrono in una emozionante “caccia” sinfonica e dove la scrittura di Williams risulta assolutamente rigorosa e inappuntabile. Mai come in questo caso sino ad allora la penna del compositore appare lucida, sapiente e leggera nello stesso istante.

River Phoenix nei panni di un giovane Indiana Jones

Tuttavia, anche L'ultima crociata contiene numerose altre pagine d'azione e numeri musicali degni di una menzione speciale. Come accadeva nelle due partiture precedenti, anche qui Williams sembra riservare per le sequenze d'azione una attenzione ed una cura particolari, riuscendo sempre a trovare la sintesi musicale perfetta e insostituibile di queste ormai proverbiali “montagne russe” spielberghiane e ad aumentarne la carica emozionale attraverso le sue composizioni. Il prologo del film, ossia il flashback sulla gioventù di Indy, è in tal senso un vero e proprio magistrale trattato: la musica, che accompagna il film sin dalle primissime inquadrature, segue lo svolgersi della sequenza con precisione cronometrica, accompagnando ogni piccola “nuance” visiva e narrativa (persino la Croce di Coronado viene dotata di un tema, una melodia cromatica di sapore spagnolo). La pagina prende poi una piega trascinante nel momento della fuga sul treno circense: Williams tuttavia decide di non accompagnare le gesta eroiche del giovane Indy con la classica “Raiders March” ma bensì elabora uno spensierato “allegro” sincopato che sembra quasi essere una versione primigenia della famosa marcia (da notare come questa sequenza venga spesso eseguita in concerto da Williams con l'orchestra che suona in sincrono con le immagini). Altrettanto memorabile è la pagina che accompagna la fuga in motoscafo nella laguna veneziana, dove Williams mette in moto un altro formidabile “galop” per l'intera orchestra e in cui trova spazio anche una gustosa ed esilarante parentesi per mandolino. La centrale sequenza d'azione del film, ossia l'inseguimento a cavallo del carro armato, è invece accompagnata da un severo e minaccioso disegno melodico eseguito da celli e bassi, che cadenza con seriosità quasi “germanica” l'incedere pesante e macchinoso del gigantesco tank.




Ma sono molteplici le pagine degne di nota in questa lunga partitura che ancora una volta accompagna il film ininterrottamente dalla prima all'ultima sequenza. Williams gioca anche con il lato da commedia della pellicola, come dimostra la divertente pagina “à là Prokofiev” che accompagna la sequenza in cui Indy impersona un improbabile controllore di biglietti per sfuggire ai Nazisti. Come notavamo, tutta la composizione è attraversata da un lirismo ed una cantabilità inediti che trovano una ideale fioritura nelle sequenze finali, in particolare quando Henry viene miracolosamente guarito dal Santo Graal. E così anche L'ultima crociata non può che concludersi con la reprise del classico arrangiamento della “Raiders March”, accompagnando i nostri eroi a cavallo verso il tramonto, mentre sui titoli di coda Williams ripresenta a mo' di ouverture i temi principali della pellicola che, nelle intenzioni di allora, doveva essere l'avventura finale del professor Jones. Dovranno passare infatti ben 19 anni prima che la “Raiders March” torni a suonare nelle sale cinematografiche di tutto il mondo...



Le edizioni discografiche

Cover Indiana Jones e l'ultima crociataIndiana Jones e l'ultima crociata è la colonna sonora che, al momento dell'uscita dell'album, ha goduto del trattamento discografico più generoso dei tre film originali. Williams produsse infatti su etichetta Warner Bros un bellissimo disco di quasi 60 minuti, con una selezione entusiasmante dei migliori momenti della partitura. E' ancora oggi uno degli album più belli della discografia williamsiana, nonostante manchi quasi la metà dell'intera colonna sonora scritta per il film. Alcune sequenze hanno dovuto essere un po' sacrificate (il brano iniziale del prologo è infatti incompleto di tutta la seconda parte, così come la sequenza dell'inseguimento del carro armato, da cui manca un importante segmento centrale) per fare spazio ad una selezione più omogenea, ma si tratta in definitiva di un album godibilissimo in termini di “puro ascolto”. Come nel caso della colonna sonora de Il tempio maledetto, dobbiamo quindi rimandare ad un prossimo futuro i desideri di poter finalmente ascoltare la versione integrale di questa eccezionale partitura. E vista la frequenza con cui vengono pubblicate numerose storiche colonne sonore in edizione “deluxe” c'è da augurarsi di non dover aspettare ancora molto.

FINE TERZA PARTE

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