La musica dei supereroi
La musica dei supereroi
Evoluzione e involuzione di un genere cine-musicale
Basta pensarci un attimo: è il 1978, l’anno fatidico in cui nasce la vera musica dei supereroi. Da quel momento, tutto è cambiato nel modo di mettere in musica le gesta di un uomo o di un essere da un altro mondo, con superpoteri di qualsivoglia natura, che lotta contro il Male per il Bene dell’umanità o del suo pianeta. E tutto ciò accadde grazie al magistrale talento compositivo di uno tra i maggiori esponenti globali della musica per immagini, l’illustre maestro John Williams (5 Oscar su 51 nomination), che scrisse la colonna sonora per il primo vero cinefumetto dell’era moderna: naturalmente, il Superman (1978) di Richard Donner con Christopher Reeve, Marlon Brando e Gene Hackman.
Il primo e più famoso dei supereroi al mondo ebbe finalmente una partitura degna del suo nome: una marcia sinfonica trionfalistica all’ennesima potenza, che mai prima di allora era stata scritta (e nemmeno successivamente, a dire il vero!) che in seguito avrà molteplici emuli, parafrasatori o scarsi plagiatori. Il senso di meraviglia che ha donato questo tema (o leitmotiv) all’alieno di Krypton e alla sua controparte giornalistica umana Clark Kent raggiunge vette mai ipotizzate sino a quel periodo, in cui il personaggio apparve sul grande schermo nella sincera e intensa performance attoriale del compianto Reeve (a detta di tutti, mai più eguagliato). Le avventure di Kal-El animate dei Fleischer e in b/n e colore con George Reeves erano commentate da musiche sinfoniche o jazz di vari compositori, tendenti all’eroismo più pomposo ma mai così d’impatto incandescente come il tema di Williams, già indimenticabile autore per Lo squalo (1975) e Star Wars (1977), poi per Indiana Jones e i primi Harry Potter (1997), E.T. (1982) e via all’infinito. Il riconoscibilissimo tema di Superman diviene presto il simbolo musicale di tutti i supereroi, che a prescindere dal film ogni volta annuncia l’arrivo di un essere superiore per compiere imprese incredibili e sconfiggere il male!
E per essere più chiari, citiamo uno stralcio del reportage di Maurizio Caschetto per www.colonnesonore.net del concerto ‘Superhero Symphony’ sulle musiche dei cinefumetti eseguite dall’Orchestra Sinfonica laVerdi di Milano: “Come ha ricordato al pubblico il direttore d’orchestra Ernst Van Tiel in apertura della serata, oggi diamo quasi per scontato che questo tipo di film siano accompagnati da un certo genere di musica (eroica, marziale, tonitruante, per grande orchestra, con melodie nette eseguite dagli ottoni) e senza dubbio possiamo ritenere il compositore John Williams come il nume tutelare a cui praticamente tutti i compositori cinematografici hanno guardato quando si sono dovuti cimentare con storie fantastiche ed avventure di supereroi”.
E nella battaglia cinetelevisiva musicale lungo gli anni, ben pochi hanno eguagliato la bravura williamsiana nel trascrivere in note le avventure dei supereroi: prima della totalizzante involuzione degli anni Duemila, l’evoluzione del leitmotiv legato a grandi poteri e grandi responsabilità si lega in particolare a Danny Elfman che avvia due saghe: il Batman di Tim Burton del 1989 con Michael Keaton e lo Spider-Man di Sam Raimi del 2002 con Tobey Maguire. Le musiche ispirate e coinvolgenti di Elfman per entrambi rimangono impresse fin dal primo ascolto. Ricordate il Batman televisivo del 1966 con le musiche pop-beat di Neal Hefti premiate dal Grammy? Dimenticatele: il leitmotiv elfmaniano, crepuscolare e gotico, dai tratti fantasy-mistico sinfonici alla Bernard Herrmann (il compositore d’elezione di Alfred Hitchcock) del quasi debuttante compositore già sodale di Burton (con Edward Mani di Forbice) costituisce il 70% del fascino della pellicola con Jack Nicholson, mefistofelico Joker. Il tema principale dell’Uomo Ragno è un tour de force di scrittura timbrica architettonico-sinfonica, che Elfman ha composto rendendo ancora più intricata la ragnatela di sentimenti e azioni mirabolanti che Spidey affronta nel film.
Tra Williams ed Elfman non possiamo dimenticare prestigiosi temi per altrettanti supereroi, magari con alterni risultati ma musicalmente ricordabili per sempre: il titano Jerry Goldsmith nel 1984 per la cugina Supergirl (un film imbarazzante ma con una musica sinfonica svolazzante e grandiosa, davvero enfatica) e il maestro del melodismo romantico per eccellenza, Henry Mancini nel 1981 per Condorman (strambo supereroe molto umano e un pochino 007 dal tema avventuroso cantabile), il grande Elmer Bernstein per il fantasmatico e frizzante leitmotiv di Ghostbusters (1984), il recentemente scomparso James Horner per lo spionistico Le avventure di Rocketeer (1991), Alan Silvestri per il marziale Dredd - La legge sono io (1995), ancora Elfman per la prima serie tv Flash (1990-1991) con il suo tema principale dai tratti simili a quello del suo Batman ma più sincopato e guerresco (la score dell’intero telefilm è ad opera della compianta veterana compositrice Shirley Walker, con i più giovani Lolita Ritmanis, Kristopher Carter e Michael McCuistion anima reale delle serie animate di Batman nel 1992-1999, Superman nel 1996-2000, Justice League nel 2001-2004 e compagnia DC) e Jay Gruska con l’eroica marcia per la serie più sentimentale che fantasy Lois & Clark (1993-1997).
E arriviamo al famigerato Terzo Millennio in cui l’involuzione della musica per i supereroi ha preso piede senza che ce ne rendessimo conto subito, ahinoi! Una vera e propria degenerazione cine-musicale in cui, tranne rarissimi casi che saltano immediatamente all’orecchio (la marcia ultraeroica di John Ottman per X-Men 2 e la multiforme score ancestrale di Marco Beltrami per Hellboy), si assiste alla scomparsa del Tema Eroico sostituito dal piattume più demoralizzante e anonimo. Quando avviene tale catastrofe che avvolge come un’apocalisse sonora non solo i cinefumetti ma anche altri generi? Diciamo nel 2005, anche se in verità poco prima, con Hans Zimmer (già premio Oscar per Il re leone), che accompagnato dall’amico James Newton Howard (più originale e a volte stupefacente) crea un substrato sonoro per la tetra e straordinaria trilogia di Batman diretta dal quel genialoide furbone di Christopher Nolan: Batman Begins, Il Cavaliere Oscuro (2008) e Il Cavaliere Oscuro: il ritorno (2012) dove però Howard dà forfait. La musica, se così si può chiamare, è un tappeto sonoro unico e continuo di strati e strati sinfo-elettronici gelidi, dissonanti, cupi, liturgici, astratti (tranne i rarissimi elementi tematici malinconici di rilievo, che sono però farina del sacco compositivo di Howard), senza un leitmotiv che indichi la figura supereroica dell’Uomo Pipistrello – anche perché la pellicola di Nolan va in tutt’altra direzione e quindi Zimmer si è adeguato – raggiungendo vette d’inimmaginabile terrorismo sinfo-elettronico ne Il Cavaliere Oscuro, con incisi che in realtà sono effetti sonori rumoristico-disturbanti per descrivere il cattivissimo Joker del mai dimenticato Heath Ledger.
Grazie agli adepti della sua sterminata factory (compositori che lui supervisiona e produce, aiutandolo nella composizione o lavorando in sue produzioni come autori primari), Zimmer ha messo mano direttamente all’Universo DC e con i suoi comprimari a quello Marvel, dando quindi in un modo o nell’altro la stessa impronta stilistica sia alle colonne sonore assegnate a lui sia a quelle alla sua fabbrica di note tutte uguali allo stile del padre-padrone (intendiamoci: non è un preconcetto verso Zimmer, anzi alcune sue colonne sonore per commedie e film d’animazione sono molto belle, ma ai supereroi ha fatto danni incredibili!). Il nulla più assoluto è raffigurato dal leitmotiv – un inciso pianistico sintetico – per il Kal-El di Zack Snyder, L’Uomo d’Acciaio (2013) e Batman v Superman: Dawn of Justice (2016), qui affiancato dal dj Junkie XL (alias Tom Holkenborg), autore in proprio della metallica partitura di Deadpool (2016), ma deplorevole anche in The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di Electro (2014), dove con The Magnificent Six (fra cui Pharrell Williams e Johnny Marr) Zimmer si dimentica totalmente del bel lavoro sinfonico di Horner nel primo film del reboot di due anni prima. Altri amici di Zimmer che nell’universo cinematico Marvel non rammentano o rigettano perfino il passato sinfonico patriottico, marziale e trionfalistico del grande Silvestri – per il primo Vendicatore dei Marvel Studios, Captain America: Il primo Vendicatore (2011), e del primo film con più supereroi, The Avengers (2012), in cui il sodale di Robert Zemeckis scrive temi epici orecchiabili e monumentali – sono Henry Jackman (già in Kick-Ass nel 2010, X-Men - L’inizio nel 2011 e Kick-Ass 2 nel 2013) e Ramin Djawadi. Il primo compone per Captain America: The Winter Soldier (2014) e Captain America: Civil War (2016) partiture anonime senza tenere in considerazione i forti temi silvestriani, il secondo prima ancora di Silvestri musica Iron Man (2008) senza mordente con una score metallica uguale a molte altre zimmeriane.
Appare quindi evidente che la Marvel-Disney, nonché la DC-Warner Bros./Sony, se ne sbattono i cabbasisi (per citare Montalbano...) di un commento sonoro incisivo e ricordabile per i propri film – trascurabili L’incredibile Hulk (2008) di Craig Armstrong, Iron Man 2 (2010) di John Debney, Thor (2011) di Patrick Doyle, Guardiani della Galassia (2014) di Tyler Bates e Avengers: Age of Ultron di Elfman e Brian Tyler con parco tematico ripreso, così così, da Silvestri – tranne quando il compositore sul podio a dirigere la sua musica prende il pieno possesso di questa e scrive una score molto impattante, che si ricordi anche uscendo dalla sala. Ad esempio il Christophe Beck vintage e poliziesco anni Settanta dell’ironico Ant-Man (2015) o il Tyler tuonante e massiccio di Iron Man 3 e Thor: The Dark World, entrambi del 2013. Tyler era anche stato chiamato a tramutare il suo tema epico per il secondo film del Dio del Tuono nel motivo del logo Marvel, che però nel 2016 cambia idea – avendo forse intuìto che ai suoi film gioverebbe un commento musicale che rimanga più impresso nel tempo... – e lo affida al talentuoso Michael Giacchino (già al servizio de Gli Incredibili nel 2004) che rimusica il logo con un temino di 30 secondi, innocentemente semplice e all’apparenza eroico ma non di così forte caratura da essere incisivo come ben altri celebri loghi (pensate all’apparire di quello della 20th Century Fox!) e il precedente tyleriano. Proprio per questo discorso di cambiamento, a Giacchino viene pure affidato il funambolico e bellissimo Doctor Strange (2016), ma i suoi barocchismi prog risultano poco rammentabili e per niente congeniali alla pellicola, quindi siamo punto e a capo!
In effetti le critiche più frequenti alle produzioni Marvel e DC sono proprio sulla povertà tematica musicale, perché è la vera realtà che finora – forse tranne Silvestri e le partiture di Blake Neely per le serie di Greg Berlanti Arrow, The Flash, Supergirl e Legends of Tomorrow, anche se pure lì ci sarebbe da disquisire a lungo – nessuna score supereroica ha lasciato un segno importante nel vasto universo della musica per film. Ed è questa involuzione che deve essere frenata, per tornare ad avere le colonne sonore come un tempo, che quando esci dal cinema ti viene da canticchiare subito... sentendoti “quel” supereroe.
Articolo concesso su autorizzazione e pubblicato in origine sulla rivista cartacea Fumo di China n. 256 - Novembre 2016