Una colonna sonora non è un atto individualista del musicista: Intervista esclusiva ai Mokadelic
Una colonna sonora non è un atto individualista del musicista: Intervista esclusiva ai Mokadelic
Colonne Sonore prosegue con le interviste sui generis ai compositori italiani del passato e del presente ponendogli come domande i titoli più importanti della loro filmografia cine-musicale. Questa volta è il turno di un gruppo di giovani talentuosi musicisti, i Mokadelic, che si sono affacciati nel mondo della musica per immagini per il grande schermo nel 2008 con il film di un regista premio Oscar quale Gabriele Salvatores, Come Dio comanda (che gli è valsa la nomination come miglior colonna sonora ai Nastri d'Argento 2009). La loro carriera ha inizio nel 2000 con il nome Moka. Nell’inverno di quell’anno avviene l’incontro tra i quattro membri originari Alessio Mecozzi, Cristian Marras, Alberto Broccatelli e Maurizio Mazzenga, con la conseguente creazione di una serie di improvvisazioni strumentali (Moka e.p.). Nell’inverno del 2002, esce il primo cd autoprodotto “I plan on leaving tomorrow". I brani dell’album sono trasmessi da varie emittenti radiofoniche nazionali e recensiti dalle migliori riviste specializzate e webzine.Nel corso degli anni vari brani sono inseriti in compilation a tiratura nazionale (rivista Rock Star, Cronache da una spirale di Polyester, rivista Losing Today, manifestazione MarteLive, manifestazione Fuoriscena, Clouds della Raise Records) e la band condivide il palco live con gruppi di livello internazionale (Explosions in the sky, Mono, Ulan Bator, Tarentel, Giardini di Mirò etc.). Nel 2004 compongono la colonna sonora del cortometraggio Dove dormono gli aerei per la regia di Alessio Maria Federici che costituisce, insieme ad altri corti, il film Bambini (Pablo Distribuzione). Nel 2006 viene portato a compimento il nuovo album in studio “Hopi”, la cui copertina, come il precedente lavoro, è disegnata dall’illustratrice Susanna Campana. Due brani tratti dal cd compongono la colonna sonora del cortometraggio Fib1477 di Lorenzo Sportiello, in concorso alla 63a mostra internazionale di cinematografia di Venezia. Durante questo periodo avviene anche la costituzione del nucleo attuale della band: la collaborazione con Luca Novelli diviene più stabile e parte integrante delle attività del gruppo, sia in studio che live. Il 2008 è un anno importante per la band, un periodo di cambiamenti e avvenimenti. La prima grande novità è proprio nel nome, che si modifica in Mokadelic. In seguito il musicista Niccolò Fabi propone al gruppo di fare parte dell’affascinante progetto Violenza 124, ed è così che i Mokadelic registrano il brano “Red July” presso lo studio Forum Music Village di Roma con il supporto alla regia di Gianluca Vaccaro.
Da qui in avanti i Mokadelic si avvicinano al mondo dorato della celluloide, con la composizione della colonna sonora originale del già citato Come Dio comanda, tratto dall'ultimo omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti. Nel 2009 compongono lo score originale del film MarPiccolo di Alessandro di Robilant, prodotto dalla Overlook Production, e realizzano le musiche per i cortometraggi Paul Bonacci e The Eater di Alessio Pasqua. Nel 2011 i Mokadelic registrano la colonna sonora originale del film di Stefano Sollima A.C.A.B. - All Cops Are Bastards (premio Sonora come migliore colonna sonora originale giovani compositori) prodotto da Cattleya e tratto dall'omonimo libro di Carlo Bonini. Nel 2012 compongono la partitura originale per il film Pulce non c’è tratto dall’omonimo libro di Gaia Rayneri per la regia di Giuseppe Bonito che ottiene il Premio speciale della giuria di Alice nella città 2012 a Roma.
I romani Mokadelic, quintetto post-rock e neo-psichedelico, posseggono uno stile acido, diretto, visionario, sperimentale, dalle atmosfere elettriche, dure e tenuamente deformabili al contempo, con un background sonoro che prende spunto dalle forme più mutabili del rock vellutato e di quello hard, del progressive e delle fusioni jazzistiche più avanzate con un uso degli strumenti davvero unico e particolareggiato (Alessio Mecozzi alla chitarra e synth, Cristian Marras al basso e synth, Alberto Broccatelli alla batteria, Maurizio Mazzenga alla chitarra, Luca Novelli al piano e chitarra). Il risultato della loro musicalità è un suono carico, energico, vitale, frutto di un viaggio di ricerca espressiva che ha consentito a questo gruppo di confrontarsi con diverse pellicole di differenti generi senza mai dover rinunciare alla loro personale cifra stilistica. Un gruppo e una musica interessanti nel panorama nuovo dei compositori di musica per film da tenere fortemente in considerazione!
Colonne Sonore: Come Dio Comanda (Gabriele Salvatores, 2008)
Mokadelic: Il nostro inizio come composizione di musiche originali per un film. Le precedenti esperienze, seppur importanti (FIB 1477, Festival del Cinema di Venezia 2006 e Bambini, Dove dormono gli aerei (2004) - Regia di Alessio Maria Federici, cortometraggio presente nel film Bambini), avevano visto la nostra presenza in uno studio solo per la sincronizzazione. Per Come Dio Comanda “la musica cambiò”. Ricordiamo essere ancora l’esperienza più positivamente traumatizzante che abbiamo vissuto. Eravamo più giovani e pieni di aspettative e ansie rispetto a questa “cosa” che era certamente più grande di noi. La nostra grande fortuna fu che il regista Gabriele Salvatores aveva le idee chiarissime in merito: non voleva altro che la nostra musica per come noi la sapevamo e volevamo fare. Aveva ascoltato Hopi, il nostro album del 2006, ed aveva deciso sin dal primo ascolto che quella sarebbe stata la musica per il film. Ha saputo tranquillizzarci su tutto e la produzione fu particolarmente attenta a tutte le nostre esigenze di suono. Collaborammo con un grande fonico, Taketo Gohara, ed il risultato lasciò entusiasti primi tra tutti proprio noi. Il lavoro iniziò prima delle riprese, partendo dalla lettura del libro, poi della sceneggiatura nelle versioni ancora non definitive, e così iniziammo a “fermare” le idee musicali che nascevano esclusivamente dalle suggestioni dettate da quanto leggevamo di volta in volta, perché il girato ancora non esisteva. Collaborammo con Niccolò Fabi nella stesura di alcune parti della colonna sonora e conoscemmo lo scrittore Niccolò Ammaniti con cui parlavamo delle necessità che emergevano e del ruolo che avrebbe dovuto avere la musica. Un lavoro incredibilmente bello, stimolante, affascinante. Siamo stati per quel periodo quello che saremmo voluti essere per tutta una vita. Registrammo nel più grande e bello studio d’Italia, le Officine Meccaniche di Mauro Pagani a Milano e furono sette giorni di totale immersione ed immedesimazione con il film.
CS: MarPiccolo (Alessandro Di Robilant, 2009)
Mokadelic: Una colonna tira l’altra…
Un giorno ci contatta l’etichetta che aveva curato Come Dio Comanda. Ci dice che un regista era interessato ad incontrarci per parlarci del film che aveva girato a Taranto. Ci allega la sinossi del film nella mail e la storia ci piacque da subito. Abbiamo incontrato il regista Alessandro di Robilant nello studio di montaggio ed abbiamo visto delle clip non definitive. La storia era ambientata in un luogo incredibile: Taranto, ultimamente balzata agli “onori” della cronaca per le questioni legate all’inquinamento ed all’ILVA, argomento che viene anche affrontato nella pellicola MarPiccolo. È stato un lavoro intenso, stimolante ed appagante. Ci siamo misurati anche con sonorità diverse da quelle che fino a quel momento avevamo utilizzato, trovando tra di noi anche delle piacevoli sorprese, soprattutto nell’utilizzo degli strumenti acustici ed elettronici. Questo anche grazie al regista che ci ha chiesto addirittura di spostarci a volte dalle cose che eravamo soliti fare.
CS: A.C.A.B. (Stefano Sollima 2012)
Mokadelic: Abbiamo imparato ad apprezzare il regista Stefano Sollima con la serie di Romanzo Criminale. Finalmente in Italia si sapeva fare qualcosa che non aveva nulla da invidiare alle più blasonate serie TV di importazione. Innovazione, freschezza, realtà…tutte cose che fino a prima di quella serie pensavamo potessero essere fatte solo “fuori” da grandi produzioni americane o inglesi e non in “casa”. Alla notizia che Stefano avrebbe scelto noi per il suo esordio sul grande schermo ci siamo sentiti veramente felici, ma anche molto responsabilizzati. Il progetto era eccitante, inusuale, energico e, soprattutto, vero. Poi abbiamo conosciuto Stefano ed abbiamo scoperto tante cose di noi su di lui, e di lui su di noi; come ad esempio che tutti noi Mokadelic avevamo visto ed apprezzato la serie di Romanzo Criminale e che Stefano aveva comprato, lungo tempo addietro, dal nostro myspace il nostro primo cd, quando ancora eravamo una band senza nessuna esperienza di colonne sonore e senza presagire che lui avrebbe un giorno fatto un film e noi la sua colonna sonora. A.C.A.B. è stata una occasione di rinnovamento per il cinema. Ha avuto incassi importanti affrontando una tematica difficile da una prospettiva nuova e scomoda ed essendo un film schietto, diretto e sincero. Il lavoro sulla colonna sonora è stato lungo e delicato, abbiamo lavorato molto a contatto con Stefano e Patrizio Marone, il montatore, confrontandoci continuamente sulle soluzioni migliori. Tutto è sempre stato in progressione e fino all’ultimo giorno di mix abbiamo cercato di rendere al meglio attraverso la musica l’inquietudine e la forza delle immagini, intervenendo anche in maniera drastica sulla colonna sonora. Questa esperienza ci ha insegnato molto da questo punto di vista. Essere disposti a tornare indietro e poi di nuovo avanti sulle idee che si sono intraprese. Una colonna sonora non è un atto individualista del musicista, ma una attività che viene condivisa con tanti soggetti ed in cui l’aspetto creativo si deve misurare con tante altre esigenze sia personali sia oggettive.
CS: Pulce non c'è (Giuseppe Bonito, 2012)
Mokadelic: Con Giuseppe Bonito ci siamo conosciuti in occasione di MarPiccolo, in cui lui era aiuto regista. Da li ne è nato un rapporto di amicizia e di stima reciproca. Giuseppe è una persona che ama profondamente il suo lavoro e questo arriva a chi sta attorno a lui. Del fatto che avremmo un giorno lavorato ancora assieme ne abbiamo parlato da subito dopo l’esperienza di MarPiccolo. Finalmente circa due anni fa ci invia la prima stesura della sceneggiatura del suo film da esordiente alla regia. La trovammo subito molto emozionante e soprattutto sembrava rendere giustizia alla realtà della situazione che veniva raccontata, che è di fatto la storia vera di Gaya Rayneri, autrice dell’omonimo libro. Il lavoro sulla colonna sonora è stato piacevolmente impegnativo. Ne abbiamo parlato con lui, abbiamo stabilito le ambientazioni emotive e i vestiti musicali più appropriati per i personaggi e le situazioni. Ricordo serate in sala a provare sulla stessa scena temi musicali radicalmente differenti per poterli presentare al regista e lasciare a lui la scelta di quella più appropriata. Ancora Pulce non c’è non è uscito, ma ha già collezionato dei premi molto importanti, come il premio della critica alla sezione Alice nella città del Festival del Cinema di Roma 2012 e il premio nel concorso "Rivelazioni" nell’ambito de "Il cinema italiano - 8. festival di Como. Siamo in attesa dell’uscita e di una giusta distribuzione.
CS: Quali sono i vostri compositori italiani e stranieri preferiti di musica per film?
Mokadelic: Io (Christian Marras) personalmente sono un fan di Ludovico Einaudi. Attualmente ascolto molto i suoi ultimi lavori e trovo che ci siano tante immagini dietro ogni suo brano. Credo che in fondo la musica strumentale abbia questo grande pregio, evocare e stimolare senza direzionare. Ognuno crea dentro di se una immagine assolutamente personale, alla quale da il significato che crede. Einaudi credo che abbia la forza di evocare paesaggi e ambientazioni riflessive e rilassanti che generano energia positiva.
CS: Cosa significa per voi “musica per immagini”?
Mokadelic: La musica per immagini è una bellissima opportunità per far parlare la musica senza usare le parole. Le immagini vengono fissate nella memoria anche grazie alla musica che gli conferisce un significato particolare e assolutamente soggettivo. La musica per immagini non è un atto di egoismo, anzi, è tutto il contrario. Si è a servizio della resa finale, ed il risultato è la summa del proprio stile e della potenza evocativa delle immagini stesse. La cosa che più importa è sempre portare l’emotività della scena allo spettatore. Quando si viene scelti per scrivere una colonna sonora inizia un lavoro importantissimo di dialogo e di conoscenza tra musicista e regista. Più ci si conosce meglio più si riesce a far emergere quello che serve per veicolare il messaggio audio/video.