Silvia Leonetti, una giovane promettente compositrice dell’Ottava Arte!

Silvia Leonetti, una giovane promettente compositrice dell’Ottava Arte!

Sempre alla ricerca di nuovi talenti, abbiamo avuto il piacere di incontrare Silvia Leonetti, giovane compositrice italiana, già autrice delle musiche dei film stranieri Armenia, My Love e The Second Coming of Christ e parlare con lei di musica applicata alle immagini e del suo desiderio di farsi strada in un mondo lavorativo prettamente maschile, in cui le donne compositrici di musica per film si possono contare sulla punta di una mano.

Colonne Sonore: Come e quando nasce la sua passione per la musica?
Silvia Leonetti: La passione per la musica nasce quando avevo 4 anni. Ascoltavo i Led Zeppelin seduta davanti alla TV e i Beatles nel giradischi di mia madre. Arrivò poi il giorno in cui chiesi ai miei genitori se potevano regalarmi una chitarra ma fu mio nonno a farlo. Credo che in quel momento sia nata la passione per la musica.

CS: In che modo si è avvicinata alla composizione?
SL: Mi sono avvicinata alla composizione per “colpa” del mio carattere. Dico colpa perché fatico molto ad esprimere le mie emozioni e da adolescente scoprii che la composizione mi aiutava in questo. Componendo riuscivo a esprimere ciò che sentivo dentro e ciò che gli eventi mi provocavano senza dover parlare. Ora posso continuare a dire che è il mio principale modo di esprimere quello che provo.

CS: Come si caratterizza il suo stile compositivo?
SL: Ho uno stile minimalista per molte delle mie composizioni. Stile piacevole ma anche dettato dalla mia naturale inesperienza. Sono in crescita, ne ho ancora molta di strada da fare. Credo di avere una buona vena melodica che cerco nel tempo di unire ad una buona armonia, sperando di creare degli ottimi brani. Ma ci sto lavorando molto sia studiando che componendo, perché sto ancora cercando di capire bene il mio stile. Poi dipende molto anche per che cosa si sta scrivendo. Mi piace molto sperimentare, la ricerca dei suoni, la creazione dei suoni.



CS: Da dove trae ispirazione nel musicare un film?
SL: Principalmente dal film, da ciò che racconta e l’emozione che mi provoca. A quel punto provo ad immedesimarmi al meglio cercando di creare una composizione giusta e motivata per quella scena. Ma non si possono rivelare tutte le ispirazioni, sono i segreti del mestiere.

CS: Lei è una delle poche donne che sta intraprendendo la strada della composizione per film in Italia, quali sono le più grandi difficoltà che ha dovuto affrontare?
SL: Sono giovane e ribadisco che la mia esperienza a differenza di altri è minore. Ma per ora posso dire che questo è un mondo molto maschile dove ci sono momenti in cui noi donne veniamo sottovalutate, in alcuni casi offese nel nostro essere donne. Si fatica ad emergere ma se si hanno le potenzialità e la forza di non badare alle avversioni degli altri, si riesce ad uscirne fuori diventando di conseguenza sempre più forti.

CS: Ha composto musiche per due produzioni americane, ha riscontrato delle differenze fra la composizione per produzioni americane e italiane?
SL: Nelle produzioni italiane con le quali ho potuto collaborare, non sempre ho svolto il lavoro del compositore. Ho avuto la possibilità di scrivere dei brani ma ho anche fatto lavori diversi che comprendono comunque ciò che crea il prodotto finale ovvero la colonna sonora.
In base a questo però, ho visto compositori lavorare per le colonne sonore e la prima differenza che ho riscontrato è stato il poco tempo a disposizione che si ha per consegnare un lavoro, lavorando di conseguenza sotto forte stress. Ci sono fattori che differenziano tantissimo il cinema italiano da quello americano. Gli americani investono molto di più nella musica, ti danno più tempo per completare una colonna sonora, hanno a cuore la tua opinione, mettendoti al primo posto nella lavorazione di un film. In Italia, per quel che ho potuto vedere, va tutto più veloce. I tempi sono ristretti per tutti, anche per gli stessi registi che spesso hanno poco tempo per completare un film, per noi musicisti che cerchiamo di adattarci alle esigenze della produzione cercando sempre e comunque di consegnare un prodotto di ottima qualità.



CS: Quali consigli darebbe ad un bambino che da grande vuole fare il musicista?
SL: Il consiglio che gli posso dare è quello di non smettere mai di sognare in musica e di fare più esperienza possibile. E’ solo grazie a questa che il nostro bagaglio si riempie e riusciamo ad approcciarci meglio nel mondo del lavoro. Gli consiglierei di non abbattersi di fronte alle difficoltà e ai sacrifici, di tenere duro e di credere sempre e fortemente in questa passione che ahimè ci porta grandi soddisfazioni ma anche tante sofferenze.

CS: Quali sono i suoi compositori di riferimento?
SL: Sono cresciuta con le musiche del Maestro Morricone. Ne ascolto tanti di compositori, spesso cerchiamo di imitarli per migliorare le nostre competenze. Parlando di grandi nomi ho dei punti di riferimento per vari generi di musica. Hans Zimmer per la ricerca del suono, Ennio Morricone per la melodia, John Williams per la sua meravigliosa capacità di sorprenderci sempre con delle musiche a dir poco eccellenti. Ma devo parlare assolutamente anche di compositori con il quale ho la fortuna di collaborare attualmente, iniziando dal Maestro Emanuele Bossi, che oltre ad essere mio primario punto di riferimento e “idolo” della colonna sonora di oggi, è anche un mio maestro di vita. E il Maestro Paolo Buonvino che mi sta dando la possibilità di crescere insieme a lui e che reputo uno dei più grandi professionisti della colonna sonora italiana.

CS: Con chi sogna di poter collaborare un giorno?
SL: Il mio sogno è di poter collaborare con il Maestro Morricone. Da quando vivo a Roma ho sempre sognato anche solo un momento professionale con lui. Ma sono appunto sogni, persone molto lontane a me. Ma come consiglio al bambino di non smettere mai di sognare in musica, lo consiglio anche a me stessa dichiarando questo.

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