Paolo Buonvino e Andrea Guerra a confronto

Paolo BuonvinoIl cinema italiano vanta un’eccellente tradizione nel campo della colonna sonora. Ennio Morricone avrebbe sicuramente meritato quattro oscar (C’era una volta in America, The Mission, Nuovo cinema Paradiso e Sacco e Vanzetti). Poi c’è riuscito Nicola Piovani con La vita è bella. Sicuramente i compositori italiani hanno una forte personalità creativa e non si smentiscono neanche due dei più validi autori del momento, Paolo Buonvino e Andrea Guerra. Siciliano uno, romagnolo l’altro, hanno avuto due mèntori d’eccezione: Franco Battiato e Tonino Guerra, che è il padre di Andrea. Colonne Sonore: La tua è una formazione classica. Questo ha influito nella composizione per colonne sonore?
Buonvino: Certamente. Gli studi sono determinanti, nello specifico ha influito il mio studio al Dams, soprattutto per quanto concerne il rapporto con le immagini, imparando a riconoscere le sinestesie.

Guerra: Non ne sono ancora venuto a capo così chiaramente....la colonna sonora mi sembra più un frutto della fantasia che della tecnica. Personalmente sto più ai fornelli in cucina che al pianoforte e non ascolto neanche musica. Mi piace molto la pittura, adoro osservare immagini. Non so bene che risposta ti ho dato, ma è così che mi rilasso e mi concentro di solito.

CS: Chi è stato il tuo maestro? O la persona a cui sarai sempre riconoscente?
Buonvino: Il mio destino è legato a due Battiato. Franco Battiato  mi ha trasmesso un atteggiamento spirituale nei confronti della musica, nei suoi studi ho cominciato a sperimentare l’uso dei computer. E poi il regista Giacomo Battiato, che mi chiamò per La Piovra 8, mia prima esperienza in assoluto…ha avuto fiducia per uno sconosciuto.

Guerra: Ettore Ballotta, un compositore-arrangiatore di Bologna è stato tra i miei maestri il riferimento massimo. Mi ha mostrato quanto il gusto musicale e la tecnica sono imprescindibili l'uno dall'altro.....lui per me insegna il buon gusto e la qualità musicale...fantastico insegnante.

CS: In Italia la colonna sonora vanta una tradizione di rispetto (Rota, Morricone, Ortolani, Piovani). Ti senti di continuare quella specifica tradizione, o ti piace anche sperimentare?
Buonvino: Non so se continuo questa tradizione, questo lo possono dire gli altri. Naturalmente, vivendo in Italia, sono influenzato dalla tradizione. Mi piace anche sperimentare, non solo tecniche, ma approcci che possono essere originali.

Guerra: Maestri sublimi con personalità spiccatissime, esempi assolutamente inarrivabili per me. Personalità così ne nascono poche. In altro modo, potrei avere forse un mio ruolo, esercitando la fantasia e lavorando molto sul rapporto musica ed immagine come mi viene di fare, con abbinamenti, spero, particolari e suggestivi. Cerco in quello un mio stile piuttosto che in un sound riconoscibile. Comunque la grandiosa tradizione musicale operistica italiana non andrebbe dimenticata, è la cugina più stretta ed ispiratrice del nostro mondo del cinema.

 

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CS: Come hai cominciato?
Buonvino: Con Giacomo Battiato che ascoltò una mia messa, “Epiklesis”, composta per l’estate catanese di Franco Battiato.

Guerra: Documentari naturalistici di natura subacquea. Ne ero e ne sono molto attratto. Un mondo bellissimo visivamente e muto, perfetto per me. Quasi venti anni fa, miseriaccia come passa il tempo, ho scritto tantissime musiche per esercizio e per passione. Ad un certo punto si è trasformato in un “lavoro”.

CS: La colonna sonora può essere anche un moto dell’anima, o è solo una fredda rappresentazione musicale per scene cinematografiche?
Buonvino: E’ un moto dell’anima, non può essere diversamente, non importa se è quello del compositore, dell’attore o del regista. A proposito mi piace citare John Blacking: “La cosa più difficile è amare e la musica aiuta l’uomo in questo arduo compito”. La musica evidenzia lo stato d’animo di un individuo.

Guerra: Appassionante vedere sullo schermo del cinema che un occhio in primo piano è più grande di una montagna, che il montaggio con i suoi salti immaginari è più rapido della fantasia e gli oggetti possono diventare simboli magici. E’ bellissimo, scaturiscono metafore particolari che sono solo sensazioni non spiegabili a parole o a concetti... direi che la colonna sonora è musica in ottima compagnia.

CS: Fellini - Rota, Leone - Morricone, Benigni - Piovani, Muccino - Buonvino, Ozpetek - Guerra. Quello tra regista e musicista è un affascinante connubio artistico, o è solo un casuale rapporto professionale che si protrae nel tempo?
Buonvino: E’ un connubio artistico fatto di affinità elettive. Sono due percorsi che possono nascere per casualità, ma possono diventare sodalizio artistico.

Guerra: Penso ad un vero e proprio connubio artistico.
Ci sono compatibilità anche non previste e affinità di pensiero che generano confidenza e quindi libertà, gioco, coraggio.

CS: Qual è il film a cui siete più legati?
Buonvino: Sono legato a tutti quelli che ho fatto. In particolare ricordo il primo, e poi il percorso comune con Gabriele Muccino. Abbiamo l’esperienza di quattro film, e si è potuta percepire un’evoluzione.

Guerra: Il film più bello visivamente che mi viene in mente ora è Stalker di Andrei Tarkovsky, puoi comunque immaginare quante meraviglie potremmo elencare.
Se ti riferivi invece a film a cui ho partecipato, direi che Hotel Rwanda, La Finestra di Fronte, Le Fate Ignoranti e Prendimi l'anima sono film a cui sono molto legato.

CS: Buonvino con Carmen Consoli, Guerra con Giorgia. Cosa vi attrae della canzone popolare?
Buonvino: Mi piace la musica popolare perché non ha filtri intellettuali, è diretta, colpisce le emozioni o questa è la sua pretesa. Poi, per me, rappresenta un’alternanza nel lavoro.

Guerra: Sai che non lo so! La canzone: 3 minuti di rapimento. Hai presente... ogni coppia ha la sua canzone d'amore e se sei in un momento malinconico niente può distruggerti meravigliosamente come una bella canzone che ti evoca ricordi....curioso, no?

CS: Prossimi impegni?
Buonvino: Ho ultimamente scritto le musiche per Manuale D’Amore 2 di Giovanni Veronesi e per I Vicerè di Roberto Faenza.

Guerra: inviterei Paolo Buonvino a cena,  però magari parleremmo d'altro.....

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