TOSHIRO MASUDA: Tra rock e manga!

locandina_naruto.jpgTOSHIRO MASUDA: Tra rock e manga!

Definire un compositore come Toshiro Masuda potrebbe anche sembrare semplice dopo il successo della soundtrack da lui scritta per un cartoon di fama mondiale come Naruto, ma in realtà quest’uomo, ormai alla soglia dei 50 anni, partendo come chitarrista si è avventurato in mille sfaccettature compositive in cui ha creato miriadi di colonne sonore prima di arrivare al prodotto che lo ha reso famoso ai più.

Innanzitutto, il retaggio musicale di Masuda, nato il 29 ottobre 1959 in Giappone, è quanto di più variegato possa esserci.
La matrice strettamente legata al rock delle sue composizioni si rintraccia sin da quando nel 1974 esce il suo primo singolo, “Born”.
Il percorso artistico lo porta però ben presto su lidi che trascendono una produzione prettamente rock e ridurre la sua produzione esclusivamente ad esso rischierebbe di banalizzarla.
Il primo passo compiuto da Masuda nel mondo delle colonne sonore per i cartoon è quello della fortunata serie di Excel Saga, di cui il chitarrista giapponese scrive le musiche per tutte e tre le serie.
Già con questo cartoon si capisce la mentalità orientata ad un certo modernismo musicale che ha però dalla sua un’attenzione peculiare per alcuni strumenti che fanno parte della tradizione musicale prettamente nipponica: strumenti a fiato come lo shakuachi ed a corda come lo shamisen sono inseriti tanto in contesti funky tirati e ritmicamente molto veloci e che a volte sconfinano quasi nei ritmi sudamericani, quanto in composizioni di chiaro stampo elettronico con annesse sezioni ritmiche sincopate. Il tutto corredato da un’eco lontana ad opere di musica classica.
Sulla scia dei successi delle soundtracks per questi cartoni animati dedicati ad un pubblico prevalentemente femminile e pre-adolescenziale che sembrava aver gradito molto i suoi precedenti lavori, a Toshiro Masuda è affidato il compito di comporre lo score per Jubei Chan: lo stile si mantiene pressochè lo stesso, se si eccettua una sorta di deriva verso temi a respiro più ampio,  con composizioni meno sincopate e più lineari. Il tutto condito da un suo marchio di fabbrica, ovvero l’introduzione degli strumenti musicali tipicamente nipponici a metà strada tra tradizione ed innovazione.
Hand Maid May e Mahoromatic seguono la falsa riga delle composizioni orchestrate per Jubei Chan, mentre il nostro torna al vecchio amore per il funky con Puni Puni Poemy, in cui riprende a creare composizioni conlocandina_excel_saga.jpg insistite apparizioni di corpose sezioni di fiati. L’effetto che si ha è comunque gradevole, e questa sorta di stile “Masuda” prosegue nella successiva opera che si prende in carico il compositore, ovvero i diversi capitoli della saga Ai Yori Aoshi.
Anche questa è una serie che ha discreto successo, logicamente contribuiscono le musiche del nostro autore che stavolta si dimostra anche a suo agio con temi dall’orchestrazione più classica, a volte persino velata da un mainstream pop che però raramente si banalizza.
Come detto, la serie di Ai Yori Aoshi si articola in diversi capitoli e proprio mentre Masuda stava componendo il primo di essi gli è affidata l’opera che gli porterà la notorietà che tutt’oggi gli è riconosciuta.
La colonna sonora in questione è quella di Naruto (più correttamente, Naruto Chuushin). Il cartone ha fin da subito un ottimo avvio dato il successo del manga e Masuda scrive una colonna sonora in tre parti che tocca vette di rara ispirazione compositiva, spaziando in generi musicali molteplici e molto diversi tra loro. Oltre al viscerale amore per il funky del nostro, si sentono echi jazz, elettronici, di world music fino a stupefacenti simil-fughe alla Bach.
Vero fiore all’occhiello della colonna sonora sono però i pezzi rock, mescolati con una sapienza sopraffina agli echi tipicamente Made in Japan dati dalla presenza di shamisen e shakuachi.
I vari brani “The Rising of the Fighting Spirit”, “Heavy Violence” e gli altri su questa stessa falsa riga riflettono appieno il senso della durezza del momento dato dall’incalzante riff di matrice rockettara  ma di fatto lo contestualizzano in un determinato ambiente orientaleggiante proprio per la presenza di quei particolari strumenti.
La colonna sonora è inoltre aiutata da un montaggio magistrale che rende il tutto trascinante nel contesto prettamente audiovisivo.
Raggiunto così il vero successo con questa OST, per Masuda arrivano altri lavori come Jubei Chan 2, vari Ai Yori Aoshi e Mahoromatic, che riprendono tutti i temi dei primi lavori.
Ma è nel 2005 che arriva il Toshiro Masuda che non ti aspetteresti: con Mushishi il compositore abbandona i lidi rock-funk a lui tanto cari avvicinandosi a dei mood molto simili ai suoni chill out ed elettronici che aveva già precedentemente toccato ma in maniera molto più marginale di quanto non abbia fatto con quest’opera.
Il secondo capitolo di Mushishi del 2007 presenta le stesse caratteristiche del primo, debitore forse di una continuità logico-musicale con il suo predecessore.
Non resta che aspettare quindi la nuova composizione di una florida mente creativa come quella del compositore giapponese, che nel frattempo si diletta anche come chitarrista di discreto livello tanto da avere persino un suo Greatest Hits.
Alla prossima, Toshiro.

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