Trionfale prima esecuzione mondiale a Berlino del ‘Doppelkonzert fuer violine, violoncello und orchester’ di Elena Firsova

Trionfale prima esecuzione mondiale a Berlino del ‘Doppelkonzert fuer violine, violoncello und orchester’ di Elena Firsova

Nell’Unione Sovietica del 1979 una violenta campagna denigratoria viene condotta dal Presidente dell’Unione dei Compositori Tikhon Khrennikov (1913 - 2007) nei confronti di sette compositori russi contemporanei accusati ‘di aver partecipato senza preventiva autorizzazione a festival in occidente presentando partiture scritte con linguaggi  ispirati a insensato formalismo e infangate da incomprensibili rumori che per nulla contribuiscono a una sana ricerca di rinnovamento del linguaggio musicale’.

Di questo gruppo di musicisti chiamato Khrennikov’s Seven facevano parte Wyacheslav Artyomov, Edison Denisov, Sofja Gubaidulina, Aleksander Knaifel, Viktor Suslin, Dmitri Smirnov e Elena Firsova.
Elena Firsova, classe 1950, ha dapprima studiato al Conservatorio di Mosca con Alexander Pirumow e Juri Cholopow. Successivamente ha frequentato Edison Denisov e Philipp Herschkowitsch, allievo di Webern, che l’hanno introdotta ai concetti e alle tecniche della Seconda Scuola di Vienna.
Nel suo linguaggio musicale molto individuale, complesso e fortemente espressivo la compositrice adotta soluzioni dodecafoniche in forma libera in una costruzione armonica dove trovano spazio accordi consonanti e che cerca di mantenere la melodia come riferimento preminente.
Trasferitasi a Londra nel 1991 Elena Firsova ha saputo creare una straordinaria famiglia interamente consacrata all’arte: Dmitri Smirnov, sposato nel 1972, è un affermato compositore - Philip Firsov, classe 1985, è affermato scultore e pittore - Alissa Firsova, classe 1986,  è affermata pianista e compositrice (leggi intervista).
Il 30 giugno scorso l’orchestra Deutsches Symphonie-Orchester Berlin guidata da Tugan Sokhiev insieme ai solisti Vadim Gluzman, violino e Johannes Moser, violoncello hanno eseguito in prima mondiale il suo “Doppelkonzert fuer Violine, Violoncello  und Orchester op. 139”.
L'idea iniziale era quella di un concerto per violoncello, contrabbasso e orchestra” - afferma la compositrice - “Peraltro con il progredire della  scrittura mi sono gradualmente resa conto che mancava un contrappeso ai registri gravi del violoncello e quindi ho deciso di inserire il violino come più di un secolo avanti aveva fatto Brahms con la sua op. 102 ma costruendo una scrittura molto diversa nel carattere e nella forma oltre che nel linguaggio”.
Questo nuovo lavoro di Elena Firsova rappresenta una nuova testimonianza del suo straordinario impegno  creativo  in un linguaggio affascinante capace di toccare l’animo dell’ascoltatore come pochi altri.
Colpisce particolarmente anche l’elegante utilizzo delle percussioni e in particolare del vibrafono e delle campane tubolari.
Oltre ai predetti strumenti, l’imponente apparato delle percussioni della partitura include timpani, triangolo, frusta, tamburo militare, tamburo grande, piatti, 3 piatti sospesi, tam tam e  Glockenspiel.
Nel suo austero tratteggio il lavoro è avvolto in una imponente forza espressiva e percorso da forte trasporto spirituale e poetico.
Nell’iniziale straordinaria atmosfera sospesa nel tempo dal carattere metafisico prodotta dagli avvolgenti accenti degli archi,  vengono delineati  i motivi tematici che percorrono la partitura e che vengono esaltati dalle suggestive figure tratteggiate delle campane tubolari. Dopo questa introduzione arriva il contrasto con uno sviluppo fortemente ritmico e percussivo dove i due solisti di violino e violoncello cercano un sofferto rapporto di dialogo fra loro e con l’orchestra in un percorso intenso e spigoloso, carico di accenti dissonanti.
La forte interiore tensione narrativa e i dirompenti contrasti espressivi trovano  compimento nel sublime finale  che riprende le iniziali atmosfere  in un inno di preghiera intonato dagli archi e sostenuto dai mistici accordi prodotti dalle campane tubolari.
Grande prestazione con imponente impegno virtuosistico e intellettuale da parte della magnifica orchestra berlinese così come dei due solisti, Vadim Gluzman e Johannes Moser per un’esecuzione accolta da trionfali, interminabili applausi da parte di un foltissimo pubblico attento e appassionato.
Impossibile non riesumare una curiosità. Il 23 settembre 1995 in occasione del Musikfest Berlin la stessa orchestra era impegnata in un concerto diretto dal mitico Gennadi Roshsdestvenskij e in apertura di programma eseguiva anche allora “La Grande Pasqua Russa” di Rimskij Korsakov. Un’esecuzione stellare, scintillante ma dalla dirompente forza visionaria. Vale la pena ricordare che Roshdestvenskij diresse poi in chiusura con strepitoso successo la coinvolgente “Suite Tote Seelen”, compilazione realizzata dal grande maestro russo dalle musiche composte da Alfred Schnittke per la produzione televisiva di Anime Morte (Studi Televisivi Mosfilm, 1984) da Gogol realizzata dal regista Mikhail Schvejtser.
“La grande Pasqua russa, Ouverture su temi liturgici per grande orchestra” è basata su una selezione di temi tratti da Obikhod, importante collezione di canti ortodossi.
Il Maestro Sokhiev magnificamente assecondato dalla formidabile falange orchestrale berlinese con i suoi densi spessori sonori illumina il carattere solenne e gioioso della partitura che evoca il passaggio pasquale dalla tristezza del Venerdì Santo, giorno di morte, alla luce della Resurrezione nella Domenica di Pasqua.
Nella seconda parte del concerto l’interiore lacerazione,  il dramma esistenziale e il dirompente pathos che percorrono la “Quarta Sinfonia” op. 36 in Fa minore di Tchaikowsky composta dal musicista russo nel 1875 con lo sguardo rivolto anche al Beethoven della “Quinta Sinfonia”, vengono rappresentati in modo autorevole dal Maestro Sokhiev in un’interpretazione lucida e avvincente che ne esalta la tensione narrativa e i suoi densi gesti melodici ottenendo un suono morbido e asciutto, dallo sfolgorante smalto timbrico, mantenendosi peraltro opportunamente lontano da compiacimenti estetizzanti e vuota celebrativa magniloquenza.
Il complesso del Deutsches Symphonie-Orchester Berlin con la sua prestazione fornisce un’ulteriore prova della sua formidabile capacità di saper affrontare con impressionante disinvoltura partiture di autori contemporanei  così come lavori della letteratura musicale del periodo classico e romantico.

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