Cinematic Dream

Cinematic Dream
Reportage del concerto di musica per film tenutosi presso la Palazzina Liberty di Milano il 3 dicembre 2017

Non ci stanchiamo mai di ripeterlo, oramai i concerti e i cineconcerti di musica per immagini hanno preso piede nel nostro Paese un po’ dappertutto, con grande nostra gioia. A dimostrazione del fatto che la Film Music ha una sua forte connotazione e importanza al di fuori dello schermo, quindi può vivere separata dalle immagini per cui è nata ed essere eseguita in auditorium, teatri, palasport e quant’altro senza alcun problema, sempre se ad eseguirla entrano in causa orchestre e solisti di livello, e non compagini improvvisate o musicisti non proprio all’altezza, come ci è capitato nel corso degli ultimi anni di ascoltare anche in situazioni e ambienti di prestigio.

Poi, logicamente, non tutta la musica per film nasce per avere vita propria lontana dal filmico, ciò è giusto specificarlo! E non è detto, altresì, che sempre i soliti compositori blasonati debbano avere l’esclusiva di veder eseguite le loro musiche arcinote in concerto o con proiezione del film con orchestra dal vivo nella performance della colonna sonora integrale! L’immenso repertorio di Film Music dal passato al presente possiede molteplici score che si adattano ad un’esecuzione concertistica, come voi cari lettori ben sapete, visto che tra le nostre pagine abbiamo pubblicato molti reportage di concerti di musica per immagini e cineconcerti. E specificato ciò, soprattutto dopo questo lungo e doveroso preambolo, andiamo a parlare del bel concerto diretto con piglio sicuro e tanta simpatia dal giovane direttore Giuseppe Califano sul podio dell’Orchestra da Camera Milano Classica nella suggestiva cornice antica della Palazzina Liberty di Milano. Il titolo del programma concertistico, Sogno Cinematico, ha racchiuso l’essenza del pomeriggio cinemusicale lombardo tra suggestioni sinfoniche e armonie minimaliste di ieri e di oggi, viaggiando tra i generi filmici, toccando vertici emozionali in particolar modo nelle esecuzioni di temi più intimistici e ovviamente cameristici, data la formazione ridotta dell’orchestra milanese. Una scaletta divisa in due parti nella quale si è spaziato da evergreen a leitmotiv meno noti ad un pubblico non avido di colonne sonore o cultore cinefilo accanito, e forse per questo ancora più interessante ed invogliante. Difatti l’Orchestra da Camera Milano Classica ha sostenuto una performance quasi sempre accorata e attenta, rispettosa e appassionata, tranne qualche incertezza specialmente nel tema portante tratto da E.T. (1982) di Steven Spielberg con musiche di John Williams di notevole difficoltà da eseguire (sappiamo e sapete benissimo quanto sia intricata e perigliosa la scrittura williamsiana da concretizzare musicalmente in concerto!). Il direttore Califano ha condotto la sua piccola compagine in un sentiero tra sogno e realtà in cui Settima e Ottava Arte sono andate a braccetto, come summenzionato, tra sinfonismi e minimalismi accentuati e avvincenti, pescando tra le pagine leitmotiviche più sbarazzine, valzeristiche e commoventi del passato e dell’oggi di Ennio Morricone (La sconosciuta, Malena, Nuovo Cinema Paradiso), Charlie Chaplin (Luci della ribaltà), Ludovic Bource (The Artist), Alexandre Desplat (Il velo dipinto), Nino Rota (Romeo e Giulietta, Il gattopardo, 8 e ½), Johann Johannsson (La teoria del tutto) e John Williams (Schindler’s List e il succitato E.T.).
Pubblico diligente e numeroso che ha gradito l’egregia performance accompagnata da un buon montaggio delle scene più salienti dei film in programma, proiettate nello schermo dietro l’orchestra.  

  

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