Mary Poppins il Musical

Al Teatro Nazionale di Milano in scena la prima versione italiana del musical “Mary Poppins”

Sintesi perfetta dei molti volti della musical comedy americana, Mary Poppins nacque dalla penna della scrittrice britannica Pamela Lyndon Travers (1899-1996), che ha dedicato alla magica e mitica bambinaia una serie di volumi pubblicati tra il 1934 e il 1988 da HarperCollins Publishing e da Harcourt Brace & Co. Con un lungo corteggiamento, trent’anni dopo la prima edizione a stampa, Walt Disney ottenne dalla Travers i diritti per realizzare il celebre film musicale diretto da Robert Stevenson, con protagonisti Julie Andrews (Mary Poppins), Dick Van Dyke (lo spazzacamino Bert), David Tomlinson (Mr. George Banks) e Glynis Johns (Mrs. Winifred Banks).

Bill Walsh e Don DaGradi ne curarono la sceneggiatura, adattando i contenuti del romanzo originale, mentre gli Sherman Brothers scrissero le canzoni che accompagnano i numeri musicali nel film (il cui underscore venne invece curato da Irwin Kostal). Il film, un evergreen masterpiece del cinema hollywoodiano, si è aggiudicato cinque statuette Oscar, un Golden Globe e due Grammy, fruttando alla Walt Disney cinque volte tanto il suo budget di produzione, poi utilizzato per la costruzione del Walt Disney World Resort in Florida, inaugurato sette anni dopo.
Dal set allo stage: è il 1993, in prossimità del 30° anniversario dell’uscita del film, quando il celebre produttore teatrale britannico Sir Cameron Mackintosh decise di acquistare dalla Travers i diritti di rappresentazione teatrale di Mary Poppins. Dieci anni più tardi, grazie alla collaborazione di Thomas Schumacher, a capo della Walt Disney Theatrical, l’adattamento approdò sui palchi del West End con una fusione, nel libretto curato dal premio Oscar Julian Fellowes, di alcuni elementi delle pagine della Travers e altri della derivata pellicola Disney, compresi i suoi timeless songs (accanto a brani aggiuntivi composti appositamente da Anthony Drewe e George Stiles, con le orchestrazioni di William David Brohn). Due anni più tardi, anche Broadway spalancò le porte al musical e lo ospitò per sette anni consecutivi, 2.600 repliche e 7 Tony Awards in bacheca.
A distanza di oltre dieci anni, ecco approdare anche in Italia un national staging dell’opera grazie alla WEC - World Entertainment Company – in cartellone presso il Teatro Nazionale di Milano dal 13 febbraio al 13 maggio (salvo aumento della tenitura on stage).
La giovane artista Giulia Fabbri – scelta di persona dal grande Mackintosh - indossa i panni tardo vittoriani del celebre personaggio Disney e la sua interpretazione ci restituisce pienamente le intersezioni pluridisciplinari proprie dello spettacolo in sé ma anche della sua stratificata e storicizzata derivazione. Questo staging tricolore infatti si pone come vetrina unica di un prodotto artistico-commerciale totale: un medium a stampa epocale, un film musical da classifica, songs memorabilia, approdi teatrali degni della Broadway golden era. Lo spettacolo stesso contiene tutti gli aspetti di una confezione musical di successo perché ci restituisce l’immaginario hollywoodiano (indelebile e irrinunciabile), nella scenografia e nei suoi contrasti cromatici e nel suo sapiente ed efficace dinamismo meccanico, negli aspetti più intrinsecamente indagatori che filtrano nei personaggi attraverso il cronometrico carosello delle musiche e dei ritmi della drammaturgia, esposti col giusto dosaggio di urgenza cinescopica, ma nella piena consapevolezza di una dimensione da palco e simulperformante e di voluta abilitazione di attori simbolo di molteplici dimensioni umane e sociali e di un generale desiderio di riscatto e redenzione in cui la Fabbri-Poppins - notevolissima performer di un trivium tailor made e in empirea sodalità artistica – ci trasporta in due ore oniriche e autenticamente emozionanti e appassionanti. Da vivere. Per tutti.

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