Billy Elliot il Musical

Al Teatro degli Arcimboldi in scena la versione italiana del musical inglese Billy Elliot

In tenitura tra il 15 e il 25 marzo presso il Teatro degli Arcimboldi di Milano e in scena dal 6 aprile anche presso il Teatro Sistina di Roma - ove debuttò nel maggio 2015 – Billy Elliot torna on stage nella country version italiana prodotta dalla PeepArrow Entertainment, con la regia di Massimo Romeo Piparo e un cast artistico che vede il debuttante Tancredi Di Marco nei panni del protagonista Billy Elliot.

Opera di teatro musicale derivata dall’omonimo film di Stephen Daldry del 2000 (da cui venne tratto un romanzo, pubblicato anche in Italia), il musical ha debuttato al Victoria Palace Theatre di Londra nel 2005, con le musiche composte dal premio Oscar Elton John su libretto di Lee Hall, già autore della sceneggiatura del film originale. Per la rockstar britannica è un gradito e riuscitissimo ritorno allo stage musical dopo il notevole successo di Aida di cinque anni prima. Questa volta Elton John divorzia dal paroliere abituale dei suoi musical, cinematografici e teatrali, ovvero Sir Tim Rice, con il quale aveva creato opere memorabili per il disneyano The Lion King del 1994 (poi approdato sui palchi di Broadway e del West End). Dei cinque musical eltoniani, Billy Elliot è presumibilmente il più autobiografico e il suo successo planetario lo ha certificato quale miglior musical della Corona, sfidando anche gli evergreen masterpieces del connazionale Andrew Lloyd Webber.
Senza dubbio uno spettacolo che riassume le stagioni e gli stilemi del musical d’oltreoceano, fondendo elementi classici e tipicizzati nei numeri teatrali (si pensi al tip tap), ma sicuramente attento all’evoluzione nei temi e nell’umore del pentagramma. Da una parte la dimensione favolistica continua ad accarezzare il sogno disneyano (che produsse i precedenti The Lion King e Aida), ma rinunciando alla didascalia del sentimentalismo romantico che infarciva le storie antebelliche, attento piuttosto a temi più attuali, dibattuti e di interesse globale (l’omosessualità e la lotta dei minatori britannici che imperniò i torchi planetari nella metà degli anni Ottanta). Billy Elliot personifica dunque un desiderio di libertà e redenzione, una sorta di decontestualizzazione realizzata che, nella sua innocente spontaneità, finisce con il minimizzare e destrutturare il sostrato cronistico. Questo senso di estraniata ironia è presente anche nelle note di Elton John, al contempo profondamente ispirate da pop songs da charts, ma anche da gustosi pezzi di maniera di calendari passati, per confezionare un total show in cui, grazie anche alla talentuosa performance degli attori, ci si diverte, ma ci si commuove pure, si batte il tempo ma ci si ferma a riflettere sui valori dell’amore, dell’amicizia, dei sentimenti genuini e di quella forza di volontà, quell’“elettricità” che, nell’imberbe ballerino della contea di Durham, deposita una parte segreta che tutti noi quotidianamente custodiamo e condividiamo.   

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