Ennio Morricone Night
Ennio Morricone Night
Reportage del concerto tributo al Maestro romano presso laVerdi di Milano il 3 – 4 ottobre 2020
I tributi concertistici (imperativi) in tutte le parti del globo al genio compositivo del Maestro Morricone, dopo la sua scomparsa avvenuta il 6 Luglio scorso all’età di 91 anni, sono fioccati non appena, post lockdown e seguendo le necessarie e imprescindibili regolamentazioni anticovid, si è potuti tornare ad assistere ad eventi, esibizioni e concerti dal vivo.
Anche l’autorevole compagine lombarda, l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, ha così potuto dare il suo apprezzabile contributo all’universo sconfinato morriconiano della musica applicata alle immagini con due date concertistiche ed un programma di un’ora, senza intervallo, di colonne sonore molto note, pur tuttavia eseguite con un piglio fantasioso incredibile e nuovi adattamenti a cura del direttore d’orchestra Alberto Maniaci, come enunciato dal comunicato stampa stesso de laVerdi: “Proprio del Maestro Maniaci sono gli arrangiamenti che saranno eseguiti, adattati appunto per un organico che conta trentacinque elementi, opportunamente distanziati per le misure anti-COVID, ognuno col proprio leggio”. Un organico ridotto che ha suonato con l’identica potenza di fuoco e delicatezza di tocco orchestrali della formazione classica integrale; tal cosa ha reso l’esperienza d’ascolto qualcosa di epicamente e dolcemente, al medesimo tempo, incantevole e nostalgicamente rimembrante non soltanto per i cultori assidui del decano romano della Film Music, anche per i neofiti o semplici fruitori occasionali.
Un concerto che ha visto sfilare, in forma di suite o del solo tema portante, note dopo note capolavori quali i leoniani Il buono, il brutto, il cattivo, C’era una volta il West, Giù la testa e C’era una volta in America, i tornatoriani La leggenda del pianista sull’oceano, La sconosciuta, Malena, Baaria e Nuovo Cinema Paradiso e in mezzo a questi due sodalizi riconosciuti mondialmente, classici intramontabili come Mission, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e Metti, una sera a cena. Prescindendo dalla prevedibilità della selezione del programma – a quando un concerto con una scelta un po' meno scontata e più azzardata data la sconfinata possibilità di leitmotiv di altrettanto straordinaria bellezza compositiva ed esecutiva al di fuori dell’oggetto visivo di appartenenza? Vi è un patrimonio di temi da far invidia al mondo intero dal quale attingere concertisticamente, sempre se si riesce ad ottenerne le partiture. Ovviamente, cosa per nulla facile da attuare (ma questo è un altro discorso troppo lungo da fare in questa sede) – la performance dell’Orchestra milanese è stata, come sempre, impeccabile e capace di passare con disinvoltura dai pianissimi ai fortissimi con sorprendente enfasi e poetica grazia.
Anche grazie ad arrangiamenti il più delle volte reverenti agli originali ma con continui guizzi qui e là di fervente ammirazione verso il Titano Morricone seppur desiderosi, ardentemente, di svisate armoniche e cambi di timbrica e velocità di alcuni temi (con aggiunte impreviste assai stranianti e piacevoli al contempo) da rendere il tutto fatalmente (forse) disturbante per i puristi ma che, al sottoscritto che da anni ritiene importante e affascinante ‘sentire’ in concerto anche le varianti alternative di ciò che si conosce e si è ascoltato a menadito, eccezionalmente nuove; magari molti tal cosa la considerano un sacrilegio, io ritengo che sia l’ennesima riprova di un affettuoso e amorevole mix tra ‘rispetto’ dell’originale e ‘dispetto’ nello stravolgerne le caratteristiche primarie per farne comprendere la ricchezza di evoluzioni e variazioni che ne possono sgorgare: comunque, sempre se dietro vi è una mente colta e ragionevole, se no si cade nel qualunquismo coatto e assolutamente egocentrico e borioso che non dona nulla e offende non poco la primigenia creatura artistica (quale sia la forma d’arte in questione).
Il trentatreenne direttore d’orchestra palermitano Alberto Maniaci, presenza visivamente attrattiva sul podio, danzante, saltellante, energicamente trascinante nel suo dirigere con trasporto ogni membro orchestrale che ha ricambiato con grande e uguale trasporto il suo entusiastico ed emozionante coinvolgimento e tipologia differente di arrangiamento. Che si è fatto notare in particolar modo nelle esecuzioni accorate e alternative, da far brillare gli occhi ed esultare le orecchie di chi vi scrive, nei temi di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e Metti, una sera a cena (un semi bis di fine concerto, insieme alla riesecuzione totale dell’”Estasi dell’oro” da Il buono, il brutto, il cattivo, altra perla eseguita con la poderosa carica espressiva che le si addice); poi le suite da Nuovo Cinema Paradiso e C’era una volta in America ed i singoli leitmotiv da Baaria e Malena. Applausi torrenziali e partecipi di un pubblico nutrito, pur nelle ristrettezze delle regole anticovid, che ha percepito tutta l’emozione trasmessa da Maniaci e da tutti i Maestri d’orchestra che per l’ennesima volta hanno dimostrato quanto la loro professionalità e bravura siano inappuntabili.