Storie di mare e piccole terre – Una fiaba moderna sul palco del Teatro Santa Chiara di Trento
Storie di mare e piccole terre – Una fiaba moderna sul palco del Teatro Santa Chiara di Trento
Per la prima volta in assoluto mi sono trovato spettatore virtuale di un live streaming - andato in onda ieri sera alle 20:00 in diretta dal Teatro Santa Chiara di Trento - termine ormai entrato nel nostro vocabolario e che, nell’era pandemica, è diventata una nuova forma di trasmissione e messa a disposizione di contenuti di ogni genere, dalla musica allo sport, dal fitness all’intrattenimento teatrale.
E lo sa bene l’imprenditore Andrea Radrizzani, un vero poliedrico artista del business e degli affari, con la sua creatura LIVENow, e la formula easy del pay-per-stream, con una gamma sempre più vasta di proposte. Dopo il mega show Studio 2054 della superstar Dua Lipa e il concerto “Believe in Christmas” del tenore Andrea Bocelli, la piattaforma, in costante evoluzione, accende per la prima volta i riflettori in teatro. L'occasione è la fiaba ecologica Storie di mare e piccole terre, prodotta dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, in collaborazione con il MUSE – Museo delle Scienze di Trento, nata da un’idea del musicista, compositore e direttore d’orchestra Maurizio Dini Ciacci, con la partecipazione di un cast artisticamente variegato, comprendente l’attore Dario Vergassola, la compositrice e pianista Isabella Turso, il compositore Michele Tadini, il rapper Dargen D’Amico e la cantautrice Marquica.
E la scenografia realizzata con le video-produzioni di un ospite d’eccezione quale il regista transalpino Luc Jacquet, premio Oscar 2006 per il documentario La marcia dei pinguini, esperto narratore per immagini del mondo animale.
Ne è derivato così un racconto favolistico, con l’alternanza tra i testi genialmente concepiti e interpretati da Vergassola che danno voce a quei protagonisti generalmente muti e raccontati da supremi primati, ovvero gli esseri viventi e nascosti del mare, che dell’uomo sono prede e vittime. I testi delle canzoni di D’Amico e Marquica potenziano i racconti divenendo voce narrante dei coreografici scenari visual di Jacquet, una sorta di grande occhio cinematografico che assorbe ugole e suoni in un carosello di luci e colori e meravigliosi scenari dipinti su una tavolozza naturale.
Ottima la prestazione dei musicisti del Fresh Fish Ensemble che, posizionato sul palco dietro ai performer principali, ricorda uno staging da musical, con la componente coreica affidata alla video-regia e i numeri musicali a D’Amico e Marquica, in dialogico manicheismo metalinguistico con la trama musicale perfettamente intessuta e ponderata dalla sapiente complessità creativa di Dini Ciacci, della Turso e di Tadini.
Lavoro intenso e molto attuale, riflessione ironica quanto cinica e impotentemente coriacea sul rapporto a tratti insano tra l’uomo e la natura, un surrealismo buzzatiano, un occhio zoologico a una Spoon River sotto la spuma, che entra dritta nelle case e nei cuori, anche grazie a un accorto paesaggio sonoro e a una ripresa formato schermo che restituisce pienamente le sensazioni e atmosfere dell’evento in presenza, trasferendosi nella sacerrima virtual room in cui la pandemia ci ha relegati. Ma la tecnologia e i vantaggi per tutti che il buon Ford predicava ci hanno aiutato a trasformare in una nuova forma d’arte, in un’occasione di incontro della creatività vissuta e compiuta, con la gentile partecipazione dei pixel e dei flussi telematici. Su un palco e in una rete mondiale, una moderna rappresentazione e presa diretta che LIVENow battezza con totale disinvoltura e autorevolezza mediatica, traghettando il live verso nuove forme di sfruttamento e potenziamento e la musica per immagini sempre più parte itinerante e applicata anche nel battito cardiaco della scena performativa.