Reportage del concerto ACMF all’interno del Roma Film Music Festival

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“Noi siamo le Colonne – Quattro generazioni di compositori per immagini in concerto”
Reportage del concerto ACMF all’interno del Roma Film Music Festival del 3 ottobre 2023

I compositori di musica per film sono autori di un film, alla stessa stregua del soggettista, dello sceneggiatore e del regista. Sarebbe anche ora di iniziare a rispettarli in quanto tali”. E aggiungerei a questa affermazione del compositore Pivio, estremizzando (ma neanche più di tanto), esternata durante la presentazione dell’evento concertistico “Noi siamo le Colonne – Quattro generazioni di compositori per immagini in concerto”, che senza la musica applicata al visivo la stragrande maggioranza di opere per il grande e piccolo schermo sarebbero dimenticabili, irriconoscibili e insignificanti. La musica originale in un film o serie è il 70 nonché l’80% del loro valore, non lo dimentichiamo. E per questo motivo che ho deciso di partire polemicamente proprio da questa affermazione di Pivio, per nulla scontata e semplice, enucleata in prima e seconda battuta a conclusione di una giornata di masterclass e annesso concerto del Quartetto Pessoa, con il pianista Rossano Baldini, dedicata all’”ACMF – Associazione compositori musica per film”, di cui l’autore genovese, insieme ad Aldo De Scalzi, di colonne sonore quali L’ispettore Coliandro, la trilogia di Diabolik e I giardini dell’Eden (per ricordare il suo regista Alessandro D’Alatri, scomparso di recente), è il Presidente. Una full immersion cine-musicale ospitata all’interno della seconda edizione del Roma Film Music Festival, del quale l’Associazione è partner sin dalla precedente edizione.

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L’ACMF – come riportato dai comunicati stampa della medesima – è stata << fondata nel 2017 con la presidenza onoraria di Ennio Morricone per difendere l’integrità e la qualità del processo creativo e promuovere la cultura musicale. Ormai diventata punto di riferimento irrinunciabile per i compositori di musica applicata in Italia e non solo, l’associazione ha tra i suoi soci onorari, insieme a Pino Donaggio, Nicola Piovani e Franco Piersanti, artisti come Michael Nyman, Roger Waters, Hans Zimmer e Charles Bernstein.>>. Si dimentica troppo spesso, soprattutto e cosa ancor più grave, tra gli addetti ai lavori nell’ambito cinematografico e televisivo, negli enti preposti, giornalismo settoriale e riconoscimenti ad hoc – in special modo in quelli blasonati che oramai di blasonato hanno soltanto il nome – che la figura del Compositore è primaria, da tenere in alta considerazione, pienamente da rispettare dato che senza il suo apporto fondamentale alla Settima Arte, ancora oggi, la stessa non si potrebbe chiamare tale – e sappiate che non sto esagerando nemmeno un po', perché se siete qui a leggermi e a leggere la nostra testata da vent’anni avete ben compreso quale sia il Valore Estremo e l’Apporto Unico che colui che compone per immagini elargisce alla Fabbrica dei Sogni in Celluloide (oggi Digitale) senza se e senza ma –.

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Ed eventi di note tra le immagini dove a prevalere, giustamente e meritatamente, sono i veri protagonisti (a prescindere il valore soggettivamente compositivo delle colonne musicali eseguite e ascoltate), ovvero i Compositori (in questo caso di casa nostra), quindi non si deve fare altro che elogiarli a gran voce, strillarli ai quattro venti e pomparne l’avvenimento a più non posso una volta compiuto, come il sottoscritto sta già facendo con questo resoconto. Dopo due masterclass curate da Pasquale Catalano, Fabrizio Fornaci, Riccardo Giagni, Stefano Mainetti, Alessandro Molinari, Pivio, Kristian Sensini e Giuliano Taviani, assai pregne di argomenti inerenti la materia cinematico sonora produttiva, legale e realizzativa molto importanti, scottanti e aneddotici, che hanno stimolato non poco la curiosità dei partecipanti, molti dei quali compositori in erba e giovani musicisti, anche qualche veterano, la giornata ACMF si è conclusa con l’intimo e piacevole “Noi siamo le Colonne – Quattro generazioni di compositori per immagini in concerto”, con l’esecuzione emozionalmente sentita, accorata ed eccellente del sempre impeccabile e unito Quartetto d’archi Pessoa – Marco Quaranta al violino, Rita Gucci al violino, Achille Taddeo alla viola e Marco Simonacci al violoncello – con il supporto virtuoso del pianista Rossano Baldini.

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Un concerto che ha fatto coerentemente primeggiare i soci dell’ Associazione compositori musica per film, come nella scorsa edizione festivaliera romana nata dalla passione e da un sogno divenuto realtà di Marco Patrignani, attraverso quasi due ore di intrattenimento cine-televisivo musicale in cui si è potuto fruire di leitmotiv di compositori di varie fasce d’età, estrazione ed esperienza, sottolineando ancora una volta (se ve ne fosse davvero bisogno, ma ahimè è così, visto che siamo un Paese di smemorati cronici) il gran livello qualitativo dei nostri autori di musica per immagini, quali, in questo speciale programma, Paolo Buonvino, Tommy Caputo, Pasquale Catalano, Fabrizio Fornaci, Antonio Fresa, Massimiliano Lazzaretti, Stefano Mainetti, Alessandro Molinari, Ennio Morricone, Leandro Piccioni, Nicola Piovani, Andrea Piras, Pivio & Aldo De Scalzi con Claudio Pacini, Gianluca Podio, Stefano Reali, Giacomo Rendine, Francesco Ruggiero, Giuseppe Sasso, Dino Scuderi, Kristian Sensini e Lorenzo Tomio.

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La parte più emozionante, con congiunto versamento di lacrime a dirotto sia da parte degli esecutori che dei presenti, in particolare chi ha avuto modo di conoscerne la personalità non solo compositiva ma umanamente eretta e amorevolmente indimenticabile, è stata l’iniziale dedica al Maestro Leandro Piccioni venuto a mancare tragicamente il 6 maggio scorso, che con il Quartetto Pessoa aveva collaborato molteplice volte, vissuto a stretto contatto con il compianto Ennio Morricone sia in concerto in giro per il mondo che nelle registrazioni di colonne sonore, a sua volta autore di diverse score per TV e Cinema; un essere umano di straordinaria bellezza, come pochi se ne incontrano in vita, omaggiato con la sua ultima colonna sonora, uscita postuma di recente, per il film di Marco Risi Il punto di rugiada: una musica velatamente morriconiana, dalla delicatezza infinita che sa poeticamente incantare. Dopo questa pagina che ha scosso tutti coloro che in quelle note hanno fatto rivivere Leandro in tutta la sua affettuosa individualità non solo musicale, il concerto è proseguito, tra una presentazione e l’altra di ogni singolo compositore presente eseguito – quelli assenti sono stati introdotti dai colleghi – raccontando in prima persona la nascita del suo tema per la commissione di appartenenza, con la performance assai toccante e intima di Ennio Morricone di temi tratti da Nuovo Cinema Paradiso e Mission; del tenerissimo leitmotiv di Alessandro Molinari, con un orecchio ad oggi a Philippe Rombi e ad ieri a Miklós Rózsa di Io ti salverò, per il film Addio al nubilato 2 – L’isola che non c’è dell’amico Francesco Apolloni – presente al concerto con la sua simpatia strabordante dopo aver preso parte alla masterclass pomeridiana per parlare del suo sodalizio con il compositore, pianista e direttore d’orchestra romano (classe 1961) –; una suite alla Joe Hisaishi per la composizione teatrale su Salvatore Giuliano scritta dal siciliano Dino Scuderi; la circolare e minimalista composizione “Interludio” del regista e compositore Stefano Reali per la sua prossima fiction in uscita, la seconda stagione della miniserie Storia di una famiglia perbene; il brano elegiaco “Modotti (Io e Lei)” di Francesco Ruggiero tratto dall’episodio della serie Io e Lei sulla fotografa Tina Modotti; il brano misterico vecchio stampo “Quartettik” scritto da Pivio & Aldo de Scalzi con Claudio Pacini dal primo Diabolik dei Manetti Bros.; la traccia empirica “Remembers” del giovane Giacomo Rendine per un corto di prossima realizzazione; il brioso bucolico pezzo “Quore” dal film omonimo del veterano compositore, direttore d’orchestra, arrangiatore e pianista Gianluca Podio; il magneticamente classicheggiante “Hope in G Major” di Antonio Fresa dall’album “Vatican Chapels: A Soundtrack Experience”; il divertente e divertito tango grottesco “Face Tango” dal corto Faceboom: la grande pioggia composto da Fabrizio Fornaci; una bellissima riduzione per quartetto d’archi dell’iconico tema da Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino scritto da Pasquale Catalano; un omaggio al compianto Ryuichi Sakamoto, scomparso il 28 marzo scorso, con due suoi capisaldi memorabili, Furyo e Il tè nel deserto che chiudono la prima parte della serata alla presenza di un pubblico numerosissimo e attentissimo seduto tutto intorno al Quartetto Pessoa negli storici Forum Studios fondati da Ennio Morricone, Piero Piccioni, Armando Trovajoli e Luis Bacalov con il nome Orthophonic nel 1969.

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La seconda parte del concerto è stata introdotta dal tema alla Desplat di Giuseppe Sasso “Togo romantico” dalla score di Benvenuti in Casa Esposito; la ninnananna romanticamente malinconica di Kristian Sensini dal titolo “Soul Mate” dal film d’animazione straniero My Love Affair With Marriage; poi la volta dell’enfatico e mesto “Angeli” di Lorenzo Tomio dal film Punta sacra; il meraviglioso brano “Fifteen Seconds” dal corto omonimo sulla pena di morte scritto da Stefano Mainetti risulta, per solo piano e violoncello, di una struggente interiorità poetica, di quei leitmotiv che sanno colpire le corde emotive fisiche più profonde; delicatissimo e gioviale il tema “My Son” di Tommy Caputo dalla fiction Lea – Un nuovo giorno; sotteso e tenue il brano “Sospetti e riflessioni” di Massimiliano Lazzaretti tratto dal film L’anima in pace, regia di Ciro Formisano; dal film L’angelo di Sarajevo la traccia inquietamente drammatica e introiettiva “Quartetto per Sarajevo” di Pivio & Aldo De Scalzi; una versione in punta di fioretto del classico “Prologo” di Paolo Buonvino scritto per il cult L’ultimo bacio di Gabriele Muccino; un leitmotiv romanticheggiante dal sapore rustichelliano che ammalia sin dal primo ascolto, “Tema di Enrica” di Pasquale Catalano tratto dal televisivo Il commissario Ricciardi; una sorpresa il brano “The Toy Shop” di un giovanissimo studente, Andrea Piras, coinvolto nell’ACMF con questo tema alla Fiorenzo Carpi, molto pastoral-favolistico per la rimusicazione del corto animato La bottega degli amici immaginari, realizzato da BigRock Institute of Magic Technologies, presente alla quarta edizione del Premio Mercurio d’Argento 2022; in conclusione il premio Oscar Nicola Piovani con la sua La vita è bella suonata con parecchia partecipazione da far sgorgare applausi calorosi a chiosa di una serata dove la Musica applicata alle Immagini ha avuto e ottenuto il suo doveroso spazio e riconoscimento a dispetto di quei – e qui torna la polemica di cui sopra – luoghi blasonati, detti Premi David di Donatello o Nastri d’Argento o Oscar ed pseudo emuli che spuntano come le lumache dopo notti piovose che si ritengono ancora in grado di essere importanti invece inanellando sequele di brutte figure e vittorie ai limiti dell’indecenza e ignoranza senza logica e scusante alcuna.
Grazie Roma Film Music Festival, grazie Marco Patrignani, grazie Quartetto Pessoa e Rossano Baldini per aver dimostrato con questa serata concertistica e con la giornata immersiva con ACMF che la Musica prima di Tutto…e quella per Immagini sopra tutto! 

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Foto ufficiali di Cristina Mikhaiel

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