Reportage del cineconcerto dei Pirati dei Caraibi – La maledizione della prima luna

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All’arrembaggio!
Reportage del cineconcerto dei Pirati dei Caraibi – La maledizione della prima luna presso Auditorium Conciliazione in Roma il 6 – 7 ottobre 2023

A parte tutto il metaforico clangore critico di cannonate, duelli di spade, arrembaggi e speronamenti di galeoni, visto che parliamo di piratesche avventure, che vi fu alcuni mesi dopo l’uscita del primo film, La maledizione della prima luna (2003), circa la reale paternità delle musiche originali di questo franchise cinematografico dei Pirati dei Caraibi che ha dato vita a ben 4 sequel – La maledizione del forziere fantasma (2006), Ai confini del mondo (2007), Oltre i confini del mare (2011) e La vendetta di Salazar (2017) (in arrivo quasi sicuramente una nuova pellicola prevista per il prossimo anno) –, sta di fatto che la colonna sonora di Klaus Badelt (?) o Hans Zimmer (?) per le rocambolesche scorribande fantasy gigioneggianti di Capitan Jack Sparrow (un’irraggiungibile performance ‘rockettara’ di   Johnny Depp) è da annoverare tra quelle più iconiche della Settima Arte, almeno degli anni Duemila, insieme a quella altrettanto riconoscibile e subito cantabile di John Williams per la saga di Harry Potter.

Quando venne pubblicato nel 2003, lo score di Badelt per Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl, il compositore tedesco (classe 1967) fuoriusciva dalla Factory zimmerriana Remote Control – originariamente nata come Media Ventures nel 1989 dalla mente imprenditoriale di Jay Rifkin e Hans Zimmer – che constava di un centinaio di compositori collaboratori fissi o saltuari, tra i quali nomi di spicco come i fratelli Gregson- Williams (Harry e Rupert), John Powell, Lorne Balfe, Ramin Djawadi, Heitor Pereira, Steve Jablonsky, Trevor Morris, Atli Örvarsson e Blake Neely, e aveva scritto le musiche per i film The Time Machine e K-19, nonché molti interventi come ‘additional composer’ per Il principe d’Egitto, Il gladiatore, Mission: Impossible II o Pearl Harbor.

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Nel CD de La maledizione della prima luna diretto da Gore Verbinski, per chi lo acquistò, nel libretto erano riportati – come accadeva spesso nelle soundtracks di Zimmer & Co. – otto compositori addizionali (Trevor Morris, Geoff Zanelli, Blake Neely, anche direttore dell’orchestra Hollywood Studio Symphony che incise la partitura, James McKee Smith, Steve Jablonsky, Nick Glennie-Smith, Jim Dooley e Ramin Djawadi) e la dicitura (a dir poco assurda e surreale) di “Overproduced” (‘sovraproduzione’) di Hans Zimmer, che vuol dire tutto e non vuol dire niente; solo ed esclusivamente che una siffatta colonna sonora non è la risultanza di una solta testa compositiva ma di una reale Fabbrica di Note, la succitata Remote Control/Media Ventures. Tempo dopo il clamoroso successo di questo popcorn movie o blockbuster al botteghino accadde che il padre padrone, il due volte premio Oscar (Il re leone e Dune) Zimmer, svelasse al mondo intero (voilà che sorpresina!) che lo score del primo film dei Pirati dei Caraibi fosse solo farina del suo sacco o meglio rhum della sua cantina da corsaro depredatore. E il povero Klaus Badelt solo uno dei tanti suoi galoppini, finendo così nel dimenticatoio anni dopo e, ovviamente, abbandonando il suo mentore dopo codesta sciabolata alle spalle (sempre di piratesche carognate si parla!), però rimanendo ugualmente accreditato nei titoli di testa del film come autore in solitaria (?) della partitura.

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Allora, a prescindere tutto questo preambolo, necessario per la comprensione di questa colonna musicale e del suo indubbio e incontrastato successo dentro e fuori le immagini, la visione e l’ascolto in particolare del cine-concerto in questione, in anteprima in Italia per festeggiare i 100 anni Disney – vi rammento che Pirati dei Caraibi nasce come attrazione dei parchi a tema del papà di Topolino – all’interno della seconda mirabolante edizione del Roma Film Music Festival di Marco Patrignani – vi rimandiamo alla lettura dei reportage, pubblicati di recente, degli altri due eccellenti cine-concerti RFMF di quest’anno, ovvero “Bugs Bunny at the Symphony” e “Il meraviglioso mondo di John Williams”, oltre al concerto dell’ACMF – suddiviso su due date (il 6 e 7 ottobre) in tre performance differenti (tutte sold out), è stata qualcosa di incredibile ed esaltante. Sull’originalità della partitura potremmo discuterne non poco, dato che buona parte della medesima è una sorta di temp track delle bellissime soluzioni compositive tratte dal Dracula di Bram Stoker del compianto Wojciech Kilar, una sgradevole citazione del leitmotiv de La mosca di Howard Shore e un tema d’amore che ricalca sin troppo quello commovente di Braveheart del mai dimenticato James Horner, non ultimo rimasticature zimmeriane (e compagnia suonante) da Il gladiatore, The Rock, Omicidio nel vuoto, The Peacemaker e Allarme rosso; ma a vent’anni esatti dall’uscita della pellicola con Johnny Depp, Keira Knightley, Orlando Bloom, Geoffrey Rush e Jonathan Pryce, queste sottigliezze critiche (quasi) si perdono nell’oblio della memoria e ci si lascia condurre e magnetizzare dalle peripezie simil fuochi d’artificio incantatori del nostro pirata Jack Sparrow alla riconquista della sua Perla Nera e della dissoluzione della sua maledizione, graziate da un’esecuzione al cardiopalma dell’Orchestra Italiana del Cinema sotto la puntigliosa, rigogliosa e fantasiosa direzione del grandissimo Ludwig Wicki, esperto mondiale di cine-concerti, più volte da noi recensito, sul palco dell’Auditorium Conciliazione di Roma – 100 strepitosi elementi tra il coro International Opera Choir e compagine orchestrale –.

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Il numerosissimo pubblico di tutte le età presentatosi in auditorium è stato investito dalle incandescenti, misteriose, fracassone, epiche e fragorose esecuzioni della score a sincrono perfetto con le sequenze picaresche che hanno fatto risaltare ogni singola composizione di Klaus Badelt & Friends – rammentate che in questo tipo di film concerto ciò che viene messo in primo piano sono le note originali composte dall’autore di turno a discapito di effetti sonori e dialoghi, perché è proprio la Musica a divenire la vera Protagonista visto che solitamente, nella visione in sala, Essa va perdendosi soverchiata da tutto il suono del film –. Le pagine cinematico-musicali che vengono così all’attenzione netta dello spettatore, che resta incollato alla poltrona per la quasi totalità della pellicola (2 ore e 23’), compresi i titoli di coda che di solito non si ascoltano nemmeno, né al cinema né a casa (solo i veri cultori delle colonne sonore restano in sala fino all’ultimo per goderne), sono l’ingresso a Port Royal di Jack Sparrow con la barca che affonda, l’attacco notturno della Perla Nera a Port Royal e il rapimento di Elisabeth Swann, il duello di spade tra Sparrow e Will Turner dal fabbro, i pirati ‘non morti’ che attaccano camminando sott’acqua la nave Dauntless della Marina Britannica che vuole tendergli un agguato su consiglio di Sparrow e relativa battaglia finale.
Un cine-concerto che fa proprio venir voglia di andare all’arrembaggio insieme ai proprio beniamini, sia cattivi che buoni, ed in primis con quel guascone senza macchia né paura, ma con una faccia tosta senza eguali, di Jack-Johnny Depp-Sparrow.     

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Ringraziamenti davvero speciali alla generosità, cortesia e grande professionalità dello staff del Festival: Marco Patrignani (Ideatore e Direttore artistico del Roma Film Music Festival), David Barsotti e Marco Iannuzzi (Project Manager), Roberto Volpe (Relazioni istituzionali), Claudio Giustini (Coordinamento comunicazione e marketing), Claudia Argilli (Amministrazione), Manuel Bosco (Project Manager), Carlo Barbalucca (Video Content Manager), Daniela e Giulia Boccadoro (Graphic Designers), Agnieszka Gagatek (Accoglienza), Arianna Mariotti (Social ADV), Chiara Sansoni (Publishing & ADV) e Nice Cream (Social Media), Fabio Patrignani, grande sound engineer, e i fotografi Alessandro Fucilla, Flavio Ianniello e Cristina Mikhaiel.    

Un grazie di cuore all'amico Gorka Oteiza di https://soundtrackfest.com/en/

Foto uffuciali del cine-concerto di Flavio Ianniello              

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