Reportage del celebre musical di Andrew Lloyd Webber, The Phantom of the Opera

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Chiudi gli occhi e arrenditi ai tuoi sogni più oscuri – The Phantom of the Opera
Reportage del celebre musical di Andrew Lloyd Webber presso TAM Teatro Arcimboldi Milano dall’11 al 22 ottobre 2023

37 anni son passati dalla sua prima messinscena e ancora The Phantom of the Opera si può benissimo ritenere il Musical dei Musical moderni, dal fascino immutato e capolavoro assoluto dal tratteggio canoro strumentale romanticamente dark pucciniano. Una vera e propria discesa verso il buio più profondo dell’anima e dell’amore per la musica, rischiarata soltanto dalla scintilla di quella Voce che non è solo il bel canto bensì l’essenza dell’Amore reale che tutto arde, per sempre strugge e muove il mondo.

Il Fantasma è la rappresentazione ardita, estrema, infuocata, dolorosa e martirizzante dell’Arte in Note, seppur compassionevole (a suo modo) e pronto al sacrificio per Amore (vocale e non solo) della sua bella Christine, imprigionato in una ‘vita non vita’ tra le volte sotterranee dell’Opéra di Parigi dove le tenebre lo avvolgono e Lui, compositore dal volto sfigurato, fenomeno da baraccone fuggito da una fiera di freaks, compone pentagrammi con la stessa apocalittica e al contempo benevola (egoisticamente ma non poi così tanto) voglia di dichiarare al mondo intero «S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo» (Cecco Angiolieri docet). Un apogeo di emozioni, arie, fantasmagorie e romanticheggianti sarabande canore fuoriuscite dal genio di Andrew Lloyd Webber, che ne ha scritto musica e libretto, con i testi delle canzoni di Charles Hart e il libretto addizionale con testi aggiuntivi di Richard Stilgoe. Webber prima del 1986, anno di debutto di The Phantom of the Opera, aveva già donato al mondo dell’opera musicale, tra i tanti musical realizzati, Jesus Christ Superstar (1971), Evita (1976), Cats (1981) e successivamente ci avrebbe deliziato con Sunset Boulevard (1993), Love Never Dies (2010) sequel del Phantom e School of Rock (2015) dal film omonimo con Jack Black. The Phantom of the Opera, liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Gaston Leroux, rimane indubbiamente, insieme ai succitati e primeggianti Jesus Christ Superstar, Evita e Cats, il suo masterpiece nel quale convergono passione per il mondo lirico pucciniano, per la musica classica dei primi del Novecento e per il musical di Broadway vecchio stampo, con dichiarati accenti modernisti tra prog e rock, che lo fanno assurgere nell’olimpo dell’Opera Musical per eccellenza. Questo straordinario e intramontabile musical, visto da oltre 145 milioni di persone in 183 città in tutto il mondo e tradotto in 17 lingue, si è aggiudicato ben 7 Tony Awards, 3 Olivier Award e 7 Drama Desk Award. Ricordiamo che questo musical è stato pure trasposto cinematograficamente nel 2004 con la regia di Joel Schumacher, interpretato da Gerard Butler, Emmy Rossum, Patrick Wilson, Miranda Richardson e Minnie Driver; versione filmica contestata dai puristi perché tradotta canoramente in ogni paese ove distribuita, perdendo così l’idonea e nativa performance in lingua originale.

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Approdato in Italia nella spettacolare e avvolgente cornice del TAM – Teatro degli Arcimboldi di Milano, per fortuna in lingua inglese, con un cast composto sia da italiani che da britannici, una produzione Broadway Italia presentata da Show Bees, The Phantom of the Opera ha visto l’incredibile presenza del plurinominato Ramin Karimloo, uno dei più ammirati interpreti di musical al mondo, di nuovo nel ruolo del Fantasma, che aveva rivestito a Londra, in Corea e in occasione del venticinquesimo anniversario dello spettacolo di Webber alla Royal Albert Hall di Londra. Ahimè, la serata del 15 ottobre, quella che vi sto recensendo, non l’ha rivisto in questo ruolo causa problemi di salute, sostituito all’ultimo momento dal collaudato e stimato Luca Gaudiano, nostra conoscenza perché già recensito nel bellissimo musical Once (leggi reportage; chicca: nell’ensemble del cast di Phantom anche la Jessica Lorusso che ha interpretato Ragazza in codesto musical), che, preso sicuramente da ansia da prestazione ed emozione sperticata per questo debutto inaspettato, in alcune pagine canore la voce gli si è spezzata e in altre scesa di tono rispetto al picco vocale previsto, ad ogni modo un’interpretazione da lodare uniformemente per presenza scenica e desiderio di farsi ascoltare in tutta la pregevole possanza vocale performativa, che ha destato comunque l’attenzione pignolamente giudicante di un pubblico di fan davvero numerosissimo ed iper entusiastico. Si sa, i fan sono fan, ed anche chi vi scrive lo è della prima ora del Musical in questione, quindi qualche imperfezione nella totale messa in scena v’è stata – vedi disegno luci e qualche illusione ed effetto speciale scenico che in alcune parti dei due atti hanno peccato di discontinuità e sense of wonder, risultando troppo semplicistiche o perfino errate, come l’impiccagione del personaggio di Buquet, la scomparsa finale sotto le lenzuola del Fantasma, la caduta rovinosa del lampadario di cristallo del Teatro dell’Opéra sul finire del primo atto, la fuga con relativo rapimento di Christine del Fantasma nei sotterranei dell’Opéra, la comparsa del Fantasma al cimitero mentre Christine visita la tomba del padre –, però tutto compensato e posto in secondo piano dalla grandissima, intimamente e risolutivamente, presenza vocale di interpreti affermati e meravigliosi quali, in primis, Amelia Milo nel ruolo di Christine Daaé, di Vinny Coyle come Raoul, Visconte di Chagny, di Anna Corvino nel ruolo del soprano Carlotta Giudicelli e a seguire, non meno d’impatto, Zoe Nochi (Meg Giry), Alice Mistroni (Madame Giry), Earl Carpenter (Monsieur André), Ian Mowat (Monsieur Firmin), Gian Luca Pasolini (Ubaldo Piangi) e l’ensemble al completo, nonché da una regia di Federico Bellone più che magniloquente e dinamica, con scenografie roteanti, sontuose e attraenti, tra chiaroscuri arcaici e accesi bagliori accecanti di luci fiammeggianti, costumi in linea con l’epoca della trama ambientata nel 1905 al Teatro dell’Opéra di Parigi e le parti coreografiche assai sfavillanti e accattivanti, l’esecuzione orchestrale dal vivo di 15 elementi (tutti ampiamente amplificati come gli stessi interpreti), diretti in maniera brillante da Julio Awad, a tratti monumentale e vigorosa come una compagine più nutrita, tra svariati pianissimi e fortissimi accenti compositivi a rendere alcune pagine molto struggenti ed enfatiche, per di più travolgenti seppur non performate, come dicevo, da un’orchestra poderosa come The Phantom ha sempre richiesto e dovuto avere.

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Le scene che restano maggiormente impresse, a parte quelle dedicate alle canzoni/leitmotiv portanti, vero apice del musical, come “All I Ask of You”, “The Music of the Night” e “The Phantom of the Opera”, sono state il ballo in maschera con pioggia di coriandoli d’oro in piena platea per la meraviglia del pubblico presente (“Masquerade”), le letture delle lettere intimidatorie di Phantom ai due produttori e direttori delle opere in scena, Monsieur André e Monsieur Firmin, in presenza di volta in volta di Christine, Raoul, Carlotta, Piangi, Meg e Madame Giry (“Prima Donna” & “Twisted Every Way”) e l’intenso canto d’amor paterno da parte di una figlia, Christine, al cimitero (“Wishing You Were Somehow Here Again”).
Pur con qualche minima perplessità sulla riuscita generale – sempre in riferimento a chi questa Opera Musical l’ha vista precedentemente, magari a Londra e a Broadway, facendo ovviamente gli imprescindibili paragoni – si esce da questa rappresentazione felici di averne preso parte e canterini desiderosi di tornare a casa quanto prima e mettere su il CD della colonna sonora o andare sulle piattaforme digitali per fare una scorpacciata musicale di tutto Andrew Lloyd Webber, in specie l’incandescente e passionale The Phantom of the Opera. Quindi non resta che Chiudere gli occhi e arrendersi ai propri sogni più oscuri.

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