Reportage del cine-concerto del film muto "Der Golem"

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Der Golem: coloriture impressionistiche di Rossella Spinosa
Reportage del cine-concerto del film muto anni ’20 eseguito il 17 ottobre all’interno di “Milano Cineconcerti Festival” 2023

La compositrice e pianista di fama internazionale Rossella Spinosa ha scritto nuove partiture per oltre cento pellicole del Cinema Muto – è tra le più importanti riconosciute in questo ambito e tra l’altro ha composto opere per orchestra, per la lirica ed il teatro –, e assistere alla performance di una sua ennesima colonna musicale per un silent movie d’annata è sempre qualcosa di inaspettato, originale e immersivo. Perché riesce anche nelle commissioni più semplici, rispetto a quelle più intrepide da cui ci si attende sempre e comunque una qual certa originalità di scrittura fuori dal comune (e la si trova sempre nel suo caso), a far scorgere quel guizzo compositivo che rende la sua cifra stilistica riconoscibile e aderentissima al filmico.

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C’è sempre uno studio approfondito dietro ogni sua composizione e ciò lo si denota dalla mimetica, accurata, profonda e deduttiva analisi del girato, della sua narrazione, del suo tempo agiografico di appartenenza e del periodo musicale in cui ha vissuto il racconto, così da ideare il pentagramma teoricamente più in linea al genere, anche se con un piglio contemporaneo che non è mai un azzardo – o un voler far intendere la sua preparazione accademica a tutti i costi con prosopopea, come accade per molti compositori classici odierni quando si approcciano al film muto nel rimusicarlo con una presunzione ispirativa che non fa altro che infastidire l’uditore e annoiarlo, perché sente la slegatura della scrittura sulle immagini – anzi un’idea realizzativa molto coscienziosa e affascinante.

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Anche per il celebre Der Golem (Il Golem - Come venne al mondo), film muto di genere horror, targato 1920, con la regia di Paul Wegener, Carl Boese e Henrik Galeen – narrante di un colosso d’argilla plasmato artificialmente da un uomo sapiente di arti magiche e di alchimia, portato alla vita per difendere una comunità ebraica dalle insidie calunniose dell’Imperatore nella Praga del 1580, che finirà per rivoltarsi contro il suo creatore, il rabbino della cittadina in cui dimora per proteggerla – la Spinosa compone uno score dalle forti coloriture impressionistiche ed espressionistiche, con un senso di perenne angosciosa solennità che pervade per tutta l’ora della pellicola.
La compositrice concretizza un tema portante, di matrice ebraica, liricamente funereo, a tratti dal crescendo incessantemente irreversibile (quasi come a dire che non v’è speranza di salvezza), che può essere sia attribuito alla figura del Rabbino dai poteri magici che, soprattutto, al Golem, così da ricorrere spesso, anche quando la presenza del mostro argilloso non si palesa chiaramente, pur insinuandosi nelle orecchie dello spettatore che comprende il suo improvviso svelamento, sorta di jumpscare sonoro (anche jump scare, traducibile in italiano come salto di paura).

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La Spinosa inanella qui e là qualche melodia valzeristica (scena di ballo al castello dell’Imperatore), un tema d’amore leggiadro ma oscuro al contempo per descrivere la liaison segreta tra la figlia del rabbino e il messaggero dell’Imperatore e un leitmotiv magniloquentemente tetro, in stile colonne sonore orrorifiche dei film della Hammer anni ’40 – ’50, per il demone invocato dal rabbino per farsi dare la parola chiave, “aemet” (“vita” o “verità”), per risvegliare il Golem.
L’esecuzione della Spinosa al pianoforte e del Quartetto d’Archi dell’Orchestra Sinfonica di Milano – Luca Santaniello e Lycia Viganò al violino, Gabriele Mugnai alla viola e Mario Shirai Grigolato al violoncello – diretti da Alessandro Calcagnile è a dir poco incisiva e inappuntabile. E i lunghi applausi del pubblico presente presso l’accogliente e riservato Spazio Lambrate di Milano, dove è avvenuta la proiezione, sono la riprova di un cine-concerto che ha lasciato il segno, confermando nella compositrice Spinosa ancora un altro esito emozionale di una sua scrittura per film.   

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