Reportage dello spettacolo “Edoardo Leo – Ti racconto una storia (letture semiserie e tragicomiche) con le improvvisazioni musicali di: Jonis Bascir”

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I Racconti di un Attore tra le Note
Reportage dello spettacolo “Edoardo Leo – Ti racconto una storia (letture semiserie e tragicomiche)
con le improvvisazioni musicali di:
Jonis Bascir” presso il Teatro degli Arcimboldi di Milano il 13 e 14 dicembre 2023


Non so per quale assonanza ma l’assistere allo spettacolo teatrale di Edoardo Leo – un irresistibile One Man Show accompagnato dalle esilaranti, colte e improvvisative musiche del compositore Jonis Bascir eseguite dal vivo – mi ha subito portato alla mente il brano strumentale di Paolo Conte “Pomeriggio zenzero” (presente nell’album “Amazing Game” della Decca del 2016): piano, tromba, fisarmonica, contrabbasso e batteria per una melodia circense dolceamara e meditabonda, nostalgica ma speranzosa in un futuro rischiarante e addolcente.

E lo spettacolo ‘semiserio’ di letture tragicomiche, aneddoti e racconti di vita privata e di incontri professionali e casuali appare come un grande e rigoglioso circo esistenziale, musicalmente e narrativamente edificato, in cui, nella mia raffigurazione visiva e uditiva contiana, il piano è emotività senza veli, la tromba è un inno solenne al vivere, la fisarmonica è la voce reale e sana della gente, il contrabbasso lo struggimento dell’IO e la batteria la frenesia distraente di tutti i giorni. D’altronde ogni Forma, ogni Racconto, ogni Evento, ogni Pagina nelle nostre esistenze è, anche se vi potrebbe apparire esagerato o forzato, invero non lo è affatto, una rappresentazione musicale: né più né meno “Note tra le Immagini”.
Queste Note e correlate Immagini sono il fulcro dello spettacolo teatrale pensato, agognato e portato in palcoscenico da molti anni oramai dal romano Edoardo Leo, pluripremiato attore (anche regista) tra i migliori del nostro panorama italico degli ultimi vent’anni, con le sue interpretazioni eclettiche tra forte ironia e grande drammaturgia, nelle commedie, polizieschi/action, drammi e mistioni fra generi (come nel glorioso passato del nostro Cinema) – vedi le pellicole, ben riuscite e più importanti, quali la trilogia di Smetto quando voglio, regia di Sydney Sibilia (2014 – 2017), Noi e la Giulia con la sua regia (2015), Perfetti sconosciuti, diretto da Paolo Genovese (2016), la trilogia Non ci resta che il crimine – Ritorno al crimine – C’era una volta il crimine, regia di Massimiliano Bruno (2019 – 2021 – 2022), Gli uomini d’oro, diretto da Vincenzo Alfieri (2019) e La dea fortuna, regia di Ferzan Özpetek (2019) –, il  quale lo ha intitolato, giustamente, Edoardo Leo – Ti racconto una storia (letture semiserie e tragicomiche) con le improvvisazioni musicali di Jonis Bascir.

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Probabilmente tale reportage fuorvia dai nostri classici articoli su concerti, cine-concerti, musical e spettacoli multimediali dove a farla da padrone è la materia da noi amata e trattata, ossia la Musica Applicata alle Immagini in tutte le sue declinazioni, però questa occasione non potevamo lasciarcela scappare di mano (a parte l’ammirazione di chi vi scrive per l’attore Leo e per il suo amico fedele compositore e musicista Bascir), sebbene un teatro dialogante e rimembrante con poca musica, anche se originale o improvvisata, pescando qui e là da vari generi e periodi musicali, ad ogni modo colmo, torno a ribadire, di immagini, narrazione immaginifica e anche reale, note a margine tra parole e suono, concettualmente tra il serio e il faceto, dissacranti e dissacratorie, un po' Monty Phiton un po' Paolo Conte un po' Bruce Springsteen (la canzone “Nebraska” eseguita sul finale del One Man Show da entrambi, interpretata e suonata con enfasi commovente, non è un caso ma non vi spoilero oltre) un po' canzone popolare romanesca un po' allegoria tradizionale italica, che Jonis Bascir, attore di cinema e televisione (Un medico in famiglia, Rocco Schiavone, Il clandestino, Buongiorno papà, Tre tocchi, Ustica, Se son rose, I migliori giorni) e compositore romano (classe 1960, di padre somalo e madre italiana) – sue le musiche premiate, tra i tanti lavori, per il documentario Luigi Proietti detto Gigi e per il teatro Beige – L’importanza di essere diverso – sa sapientemente rimestare divenendo esegesi e personaggio egli stesso in supporto del sodale Leo.

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Poco più di un’ora e mezza di intrattenimento mordacemente autorevole in cui Leo, citando Umberto Eco, Gabriel Garcia Marquez, Alessandro Baricco, Italo Calvino e altri tra i suoi scrittori più apprezzati e riletti molte volte, nonché barzellette raccontategli dal compianto amico e mentore Gigi Proietti, scritti incredibilmente buffi dell'altro amico, sceneggiatore, attore e regista Massimiliano Bruno ("Supermarket" un racconto originale da crepar dal ridere) e suoi (o di altri) aneddoti surreali e comici che nemmeno nella più rosea delle fantasie avrebbero tirato fuori Federico Fellini o Totò (il fax di un cliente del padre di Leo, che si occupava di assicurazioni sulla vita, che denuncia un infortunio è da piegarsi in due dalle risate, quasi da restarci secchi), rastrella con la sua bravura indiscussa, romanesca anzi meglio ancora popolare e confidenziale, liricamente drammaturgica nelle pagine più serie e di denuncia – meraviglioso e commovente il suo chiedere al pubblico numerosissimo, di alzarsi in piedi in silenzio gli uomini e le donne invece restare sedute a far rumore e urlare come meglio potevano, tributante la brutale morte per mano del folle fidanzato di Giulia Cecchettin, uno degli ultimi casi di violenza omicida sulle donne –. Considerazioni, suggestioni, letture e pensieri che ha raccolto, e continua a raccogliere, da quando ha intrapreso la carriera di attore e regista, tutti condensati e rispettati giocosamente e improvvisativamente in un grosso libro di appunti e ritagli di giornale, che al confronto i volumi di Umberto Eco (succitato non a caso) descritti ne “Il nome della rosa” sono opuscoletti degli amanuensi.

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Perciò, come descritto dal comunicato stampa dello spettacolo <<ricordi e risate, trasformati in uno spettacolo coinvolgente che cambia forma e contenuto ogni volta in base allo spazio e all’occasione. È uno spettacolo che fa sorridere e riflettere, che racconta spaccati di vita umana unendo parole e musica. Una riflessione su comicità e poesia per spiegare che, in fondo, non sono così lontane>>. Uno spettacolo che va visto e vissuto come un abbraccio gigante dell’attore Leo a tutti i suoi fan (anche neofiti che potrebbero diventare suoi ammiratori) senza maschera attoriale bensì mettendosi a nudo con enorme e dolcissima simpatia, che già trapela usualmente dalla sua fisicità, gestualità e parlantina, raccontando in fin dei conti l’umanità o disumanità che lo accompagnano da ben vent’anni, lasciandoci con un profondissimo sorriso sulle labbra e con una poeticità interiore più arricchita di certo e sicuramente più spensierata in questi (specialmente ultimi) anni bui e parecchio alienanti e discordi. Il ‘tutto’ tra le variopinte note del simpaticissimo e cordialissimo Jonis Bascir. 

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Un grazie sentito e sincero a Jonis Bascir e uno particolare a Cristina Atzori

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