29 Dic2013
Don Jon
Nathan Johnson
Don Jon (Don Jon, 2013)
Relativity Music Group
20 brani - durata: 18’03”
Don Jon è il primo film da regista di Joseph Gordon-Levitt, presentato al Sundance e arrivato nelle nostre sale a fine novembre. Ultramoderna versione del Don Giovanni ai tempi di Facebook, riviste patinate e web 3.0, Levitt dirige se stesso nella parte di un ragazzo italo-americano che di nome fa Jon Martello ma che gli amici chiamano Don Jon per la facilità con cui dispone a piacimento delle girls di suo interesse, scelte ogni volta in discoteca. Per dire.
La vita di Jon è scandita da una serie di elementi ricorrenti e ossessivi: la macchina a cui tiene particolarmente, la sua casa (è un maniaco della pulizia, specie del tappeto), la sua famiglia, la chiesa e le confessioni settimanali, la cura del corpo che sviluppa in palestra, il porno. Finchè una sera in discoteca vede Scarlett Johansson, “un 10”, in questo film in versione cartone animato Jessica Rabbit, e se ne innamora, ma la ragazza ha una visione diversa del vizio di Jon per il porno e comunque neanche lei riuscirà a farlo smettere, fino a quando arriverà la hippie Julianne Moore a sconvolgere le boogie nights del protagonista.
La colonna sonora di 20 brani strumentali di commento al film è stata scritta da Nathan Johnson, un giovane compositore di Washington che Levitt ha conosciuto sul set di Looper, per cui ha curato lo score.
L’Original Motion Picture Soundtrack è composto da pezzi per lo più di breve durata, dalla struttura corta, e che non trovano un loro significato se ascoltati fuori dalla visione del film.
La regia è veloce, la musica rapsodica, e la maggior parte delle canzoni hanno una base R&B che ricorda le attività di Jon che tornano in maniera ciclica: il tardo pomeriggio in palestra, la caccia in discoteca, la scelta della preda, finire a guardare video sul portatile di casa. Per dire.
Johnson in qualche passaggio di organo fa quasi il verso al classicismo di Mozart ed è solo una provocazione e l’elemento più riuscito dello score, come la satira che vuole rappresentare Levitt nel suo onesto debutto alla regia, e le composizioni finiscono per accostarsi bene ai modi cafoni del giovane di periferia.
I titoli (“Don Jon’s Addiction”, “A Few Of My (Favorite) Things”, “Random Vs. Porn”, “The First Date”, “The First Kiss”, “Facebook Stalker”, “The First Night”, “Barbra Vs. Porn”, “Porn On-The-Go”, “Theme From Don Jon”) esprimono le diverse fasi che deve passare Jon, e sono insieme all’elemento parodistico della realtà contemporanea a cui è sottoposto ogni maschio del mondo occidentale l’aspetto meglio azzeccato della colonna sonora di questo film realistico, che però rimane troppo distante e difficile da apprezzare per un ascolto fine a se stesso.
Don Jon (Don Jon, 2013)
Relativity Music Group
20 brani - durata: 18’03”
Don Jon è il primo film da regista di Joseph Gordon-Levitt, presentato al Sundance e arrivato nelle nostre sale a fine novembre. Ultramoderna versione del Don Giovanni ai tempi di Facebook, riviste patinate e web 3.0, Levitt dirige se stesso nella parte di un ragazzo italo-americano che di nome fa Jon Martello ma che gli amici chiamano Don Jon per la facilità con cui dispone a piacimento delle girls di suo interesse, scelte ogni volta in discoteca. Per dire.
La vita di Jon è scandita da una serie di elementi ricorrenti e ossessivi: la macchina a cui tiene particolarmente, la sua casa (è un maniaco della pulizia, specie del tappeto), la sua famiglia, la chiesa e le confessioni settimanali, la cura del corpo che sviluppa in palestra, il porno. Finchè una sera in discoteca vede Scarlett Johansson, “un 10”, in questo film in versione cartone animato Jessica Rabbit, e se ne innamora, ma la ragazza ha una visione diversa del vizio di Jon per il porno e comunque neanche lei riuscirà a farlo smettere, fino a quando arriverà la hippie Julianne Moore a sconvolgere le boogie nights del protagonista.
La colonna sonora di 20 brani strumentali di commento al film è stata scritta da Nathan Johnson, un giovane compositore di Washington che Levitt ha conosciuto sul set di Looper, per cui ha curato lo score.
L’Original Motion Picture Soundtrack è composto da pezzi per lo più di breve durata, dalla struttura corta, e che non trovano un loro significato se ascoltati fuori dalla visione del film.
La regia è veloce, la musica rapsodica, e la maggior parte delle canzoni hanno una base R&B che ricorda le attività di Jon che tornano in maniera ciclica: il tardo pomeriggio in palestra, la caccia in discoteca, la scelta della preda, finire a guardare video sul portatile di casa. Per dire.
Johnson in qualche passaggio di organo fa quasi il verso al classicismo di Mozart ed è solo una provocazione e l’elemento più riuscito dello score, come la satira che vuole rappresentare Levitt nel suo onesto debutto alla regia, e le composizioni finiscono per accostarsi bene ai modi cafoni del giovane di periferia.
I titoli (“Don Jon’s Addiction”, “A Few Of My (Favorite) Things”, “Random Vs. Porn”, “The First Date”, “The First Kiss”, “Facebook Stalker”, “The First Night”, “Barbra Vs. Porn”, “Porn On-The-Go”, “Theme From Don Jon”) esprimono le diverse fasi che deve passare Jon, e sono insieme all’elemento parodistico della realtà contemporanea a cui è sottoposto ogni maschio del mondo occidentale l’aspetto meglio azzeccato della colonna sonora di questo film realistico, che però rimane troppo distante e difficile da apprezzare per un ascolto fine a se stesso.