Crossing Over
Mark Isham
Crossing Over (Id. - 2009)
Varese Sarabande Records VSD (CVS) 6958.2
15 brani – durata: 41’04”
Registrata nei londinesi Abbey Road Studios, questa colonna sonora non si può certo definire “epocale”; essa si regge in bilico tra alcune ambientazioni tipiche del Thomas Newman più etereo, e altre peculiari di Gustavo Santaolalla; il charango del compositore argentino è qui sostituito da una più comune chitarra classica, comunque emozionalmente molto efficace e ben presente in numerose tracce (come per esempio in “You look like you need a friend” o nella riflessiva “Mireya”), e che vagamente richiama qualche sonorità centro-americana, in rimando ad alcune linee della trama del film.
In generale, si potrebbe definire, allo stesso tempo, musica di movimento e di atmosfera, un’elegante combinazione di suggestivi fasci sonori ottenuti sia con l’elettronica che con strumenti acustici (“A dinnertime visit”, “Claire Confesses / Hamid’s Sorrow”), che creano un lento mare musicale in cui la storia del film vi si immerge facilmente, a sottolineare il continuo e latente mood di tutto il lungometraggio, ovvero l’ansiosa conquista dell’“astrum” green card, attraverso ogni tipo di “aspera” sofferto dai protagonisti attraverso le loro storie, tutte intrecciate tra loro nella complicata Los Angeles multietnica.
Deve essere per questo che c’è tanta musica in questo film, musica che, grazie a quell’ascolto separato, ha rivelato la “punteggiatura” di una scrittura che tiene ben presente il lavoro del montaggio e le battute degli attori, e che alterna in sé più stati d’animo e più suggestioni emotive (ancora “You look like you need a friend”, brano che può esser considerato un chiaro riassunto dello stile di tutto il soundtrack).
I momenti più felici e interessanti della colonna sonora sono quelli in cui il compositore preme sull’acceleratore della tensione. “Liquid store”, sottofondo apparentemente innocuo della scena della rapina, è invece un affondo nella elettronica più spinta e dissonante, scrittura anch’essa puntellata da precisi appuntamenti con il fotografico; 3’37” di pura tensione ben costruita che, pur all’interno dei paletti di alcuni cliché, risulta comunque originale ed efficace. “A special day” è il culmine della precedente scena, un epilogo in cui la composizione si srotola su una “domata” tessitura di percussioni elettroniche dal timbro sottile che crea sì il tappeto della tensione, ma mai invadente, sempre “sotto pelle”. Un caso a parte per la lunga “Naturalization” (ben 5’43”), brano in cui i synth, i pad pesantemente analogici e monofonici, le percussioni e i delay utilizzati richiamano le più riuscite sperimentazioni degli anni ’80 nel campo dell’elettronica, uno dei brani più interessanti di tutta la OST.
Questa la cifra stilistica dell’interpretazione musicale di Isham per Crossing Over: grande uso di pad sintetici sempre missati molto avanti, arpeggi e melodie della chitarra classica, interventi di piano e di archi dalla bellissima scrittura, come in “We Will Travel Together, Daughter”; una colonna sonora che, pur non brillando di originalità, avrebbe di sicuro meritato, soprattutto in alcuni momenti, qualche decibel in più nelle scelte di mix del film.