Il traduttore
Massimiliano Lazzaretti
Il traduttore (2016)
RTI
12 brani – durata: 22’00”
“Quella che ho composto per Il Traduttore è forse la colonna sonora a cui sono più legato. Una colonna sonora scritta alla “vecchia maniera”, pentagramma e penna, come insegna il cinema dei grandi maestri del ‘900”. Le parole di Massimiliano Lazzaretti, compositore romano (classe 1977), racchiudono tutta la passione di questo giovane autore di musica applicata per il secondo film del regista Massimo Natale (L’Estate di Martino) con Claudia Gerini protagonista di un thriller psicologico-sentimentale, una rovente Love Story che parla perfino di disuguaglianza e di incontro tra due culture molto distanti tra loro. Lazzaretti (Fratelli, la miniserie TV Lo scandalo della Banca Romana, Angeli, Il velo di Waltz - premio “Migliori musiche originali” alla prima edizione dell’Acciaio Film Festival), crea una partitura efficace che si insinua tra le psicologie dei personaggi come un dialogo dell’anima che solo loro possono sentire e vivere intensamente:
“Il risultato è il frutto di un lavoro minuzioso di scrittura durato circa 4 mesi e di una ricerca timbrica e orchestrale scrupolosa… Di solito il lavoro del compositore avviene sempre a montaggio finito; qui invece, in alcune scene importanti, è stata la musica ad influenzare e a determinare il ritmo del montaggio (un approccio di kubrickiana memoria)”. “Il traduttore” apre l’album digitale con un pianoforte che delinea un tema ‘lontano’ all’apparenza e nostalgico che poi la viola solista (Marcello Sirignano) carica di emozionalità struggente, fino a far esplodere il pieno orchestrale che urla passione, ribellione, rabbia e voglia di riscatto, con il piano che primeggia in maniera straziante: uno di quei leitmotiv che ti entrano subito sotto pelle e non ti abbandonano più! “Oscuro amore” vede nuovamente la viola protagonista, accompagnato dal piano che espone il tema portante di una bellezza folgorante, di una malinconia che grida disperazione e cerca soccorso a tutti i costi. “Anna e Andrei” vede intrecciarsi le vite dello studente rumeno Andrei Bina (Kamil Kula) e dell’antiquaria italiana Anna Ritter (Claudia Gerini), con un pezzo tensivo con archi iniziali sottesi e il sopraggiungere di effetti sintetici e percussioni metalliche su archi che ondeggiano misteriosamente, supportati da un piano da scary music. “Il diario segreto” vede il piano che come una goccia che cade perpetuamente su di un tappeto d’archi sospesi, presenta il tema principale con una veemenza inquieta e disarmante: in alcuni passaggi il tema di Lazzaretti rammenta armonie alla Bill Conti. “La verità nascosta” gioca sulla suspense degli archi sospesi che marcatamente in divenire si irrigidiscono per creare tensione emotiva e fisica. “L’interrogatorio” pigia sul pedale ‘oscuro’ degli archi, note basse, soffocate, tensive che cercano rabbiosamente di rinvigorirsi ed esplodere, un crescendo trattenuto che non ha risoluzione dato che nella seconda parte della traccia tutto torna a scurirsi. “Cercando Nimic” è puro brano di ansia narrativa musicale, per ritmiche convulse e archi drammaticamente angosciosi. “Il tango degli amanti” come dice il titolo stesso è un tango passionale in cui campeggia il solo del violino e del piano che in canto e controcanto danzano, volteggiano tra Carlos Gardel e Astor Piazzolla: suadente e affascinante! “Occhi verdi” parla di sguardi che ardono d’amore con gli archi sottesi e diradati, sul filo dell’apprensione. “Foto Mihaela” vede nuovamente gli archi in una breve pagina di tormento, invece “Mihaela”, sempre brano corto, traccia un tema balcanico ammantato di tristezza e desolazione. Chiude l’album il pezzo “Andrei e Mihaela” con lo spuntare del sole in una vita buia, gli archi si appassionano cantando il tema portante in maniera liberatoria e colma d’amore su ritmiche energiche. Un bel lavoro questo di Massimiliano Lazzaretti, altro talento compositivo da tenere d’occhio, d’altronde la soddisfazione più grande l’ha ricevuta un giorno quando gli è squillato il telefono. Era Pupi Avati che gli diceva: “Lazzaretti, hai composto una grande colonna sonora. Metto il CD con le tue musiche anche quando scrivo. Spero di collaborare con te quanto prima”.
Che dire, nulla poteva renderlo più felice!