Agente 3S3 massacro al sole

Piero Umiliani
Agente 3S3 massacro al sole (1966)
Beat Records Company CDCR 131
22 brani - durata: 52'24"

Dopo il successo ai botteghini di Agente 3S3 - Passaporto per l’inferno (1965), Sergio Sollima ci riprova l’anno successivo con questo sequel dal budget produttivo ragguardevole, ma dai riscontri di pubblico inferiori rispetto al precedente. Negli indici di gradimento, lo spionistico all’italiana stava infatti in quel periodo cedendo il passo al western mediterraneo e nel giro di un paio d’anni sarebbe del tutto scomparso dal panorama del cinema italiano di genere. La storia narrata è abbastanza classica: c’è un dittatore di un’isola caraibica, il generale Siqueiros (Fernando Sancho), che ha rapito uno scienziato atomico, tale professor Karleston (Eduardo Fajardo), per carpirgli la formula di un’arma micidiale, ma in realtà i due sono in combutta per conquistare il mondo. Il fatto curioso è che in piena Guerra fredda vengano fatti interagire, con l’obiettivo comune di mandare in fallimento un insano proposito, tre agenti segreti appartenenti ai due blocchi in conflitto, un americano (il 3S3 del titolo, interpretato da Giorgio Ardisson) ed un inglese da un lato, un sovietico dall’altro.

Già firmatario del primo episodio in qualità di esponente principale del crime jazz, Piero Umiliani dà il proprio fondamentale contributo anche al secondo, servendo una partitura piuttosto sbilanciata sul versante etnico, senza precludersi però gli influssi bondiani e, ovviamente, jazzistici. L’inizio appare quantomeno sorprendente: un’inedita Orietta Berti canta con veemenza ed eleganza la canzone dei titoli di testa “Le ore del sole”, una performance che non ha nulla da invidiare a quelle degli spy movie di serie A, sorretta da una ritmica pop e da un ricco arrangiamento per orchestra. Per la distribuzione internazionale del film, venne incisa una versione in inglese dal titolo “Trouble galore”, con testo di Carol Dannell, cantante americana nota per aver collaborato con Umiliani in altri lavori per il cinema e la televisione. La tracklist del CD non la riporta a causa della perdita dei nastri originali, ma in compenso ne annovera una in spagnolo dal semplice accompagnamento chitarristico.
Buona parte del commento scaturisce da una tematizzazione caraibica del pezzo cantato, riconducibile all’ambientazione esotica della pellicola. I timbri prescelti sono principalmente quelli della chitarra elettrica e dei fiati (“Seq. 1”, “Seq. 2”, “Seq. 3”, “Seq. 11”, “Seq. 13”). Ad essa si affianca un altro brano per tromba di marca ispanica ma dai connotati più impressivi (“Seq. 4”, “Seq. 7”, “Seq. 16”). “Seq. 5”, ripresa in “Seq. 6”, è invece una danza orientaleggiante dall’arrangiamento moderno, che sfrutta gli apporti solistici della chitarra elettrica e del flauto, fino a sfociare in un pezzo in pieno stile pop anni ‘60 con coretti femminili. “Seq. 10” e soprattutto “Seq. 20”, ennesima versione strumentale del tema cantato, corrispondono ai momenti maggiormente debitori verso le partiture di John Barry, per il dinamismo e il risalto dato alla sezione fiati. Infine, negli intermezzi atmosferici o di tensione disseminati un po’ ovunque, fuoriesce l’anima jazz del compositore, con preziosi fraseggi di tromba con sordina, flauto o vibrafono.
La Beat Records con questo titolo insiste nell’arricchire il proprio catalogo con le partiture firmate da Piero Umiliani per gli 007 nostrani, un ambito in cui il compositore fiorentino fu particolarmente prolifico soprattutto per l’ampia libertà compositiva di cui potè godere.

Stampa