James Horner - The Classics
James Horner
James Horner - The Classics (2018)
Sony Classical
14 brani – durata: 64’ 18’’
Sono trascorsi 3 anni dalla scomparsa di James Horner, compositore di primissimo ordine nel panorama della musica per film. Il vuoto nostalgico, lasciato dall’artista nei cuori dei suoi fan, è stato oltremodo testimoniato dagli attestati che grandi personaggi del cinema (da James Cameron a Mel Gibson, da Jean Jacques Annaud a Ron Howard) continuano a offrire a memoria del compositore californiano.
Proprio per lenire quel sentimento di distacco la Sony ha ben pensato di confezionare un tributo in ricordo di una vita spesa per il cinema e nel cinema. Fin dalla giovane età, Horner si è cimentato nella composizione di musica per film avviando la sua carriera in film di animazione prodotti da Steven Spielberg (proprio di recente è emersa una foto che ritrae Horner con il grande regista durante la realizzazione della score per Fievel sbarca in America, prodotto dal regista di E.T.) e in seguito in alcuni film di serie B. Il primo grande lavoro di James Horner è da individuare in Krull dove inserisce tutta una trama tematica che lo ricollega alla grande tradizione russa. Gli anni ’80 possono essere considerati un’epoca di forgiatura per il giovane compositore che si è perfezionato e ha trovato perfetto compimento negli anni ’90, la sua golden age compositiva. Gli anni 2000, caratterizzati da problemi personali, hanno visto Horner abbandonare, seppur provvisoriamente, le sale di registrazione (basti pensare che Peter Jackson aveva pensato a lui per la partitura de Il signore degli anelli, invito che dovette declinare per le gravi condizioni di salute della figlioletta dal cui capezzale non poteva allontanarsi per raggiungere la troupe in Nuova Zelanda). Nonostante tutto, il compositore di Los Angeles è riuscito sempre a offrire pregevoli partiture fino alla sua morte e anche dopo; ricordiamo il caso della score de I magnifici sette la quale fu sviluppata dal collaboratore Simon Franglen su soli venti minuti di materiale composto dal Maestro.
Oggi la Sony Classical celebra questo artista con un disco che riprende alcune delle sue grandi composizioni e le rielabora ognuna con uno stile ben preciso che sembrano costituire le tappe di formazione di James Horner. Ogni brano ri-arrangiato e ri-orchestrato presenta dei protagonisti nei vari stili che si sono voluti prediligere. Nel primo brano “My heart will go on” troviamo i 2cellos che interpretano il famosissimo pezzo tratto da Titanic, premio Oscar, accentuando l’uso dei violoncelli e creando una versione che enfatizza i momenti lirici proprio attraverso l’uso degli archi. Un analogo discorso può essere fatto per “Rooftop kiss”, traccia appartenente alla colonna sonora di The Amazing Spider-man, il quale è eseguito sulle dolci note dell’arpa di Lavinia Meijer, che sottolineano maggiormente quel romanticismo già insito nella partitura originaria. Dal carattere più leggero è la suite di Willow, dove troviamo una sostenuta presenza di fiati che creano un’atmosfera spensierata, vagamente ispirata a un’altra partitura del compositore, Miracolo sull’ottava strada. Tina Guo è protagonista indiscussa della riproposizione del tema di Cocoon; il suo violoncello riesce a rinverdire un brano datato, dotandolo di una nuova freschezza di sentimenti nascosti nelle pagine composte da Horner. Non è un caso che la stessa artista sia presente nel sesto pezzo che vede la riproposizione di “I see you”, il tema appartenente ad Avatar, sfrondandolo di quegli effetti elettronici presenti nell’originale di Leona Lewis e contribuendo con il suo strumento a un nuovo effetto emotivo.
Dal carattere più leggero, come effettivamente lo era in origine la partitura de L’uomo dei sogni, appare la riproposizione di Craig Ogden che, con la sua chitarra, porta vitalità e freschezza all’album. Sulla medesima direzione si sono posti Amy Dickson e Lavinia Mejier, le quali, rispettivamente con il sassofono e l’arpa, creano un effetto intenso e originale nel brano “Somewhere out there” dal succitato Fievel sbarca in America. Altrettanto intenso quanto inaspettato è il ri-arrangiamento del brano “For the love of a princess”, appartenente alla partitura di Braveheart. Se si pensava che una riproposizione fosse inutile per un brano perfetto nella sua compiutezza, i 2cellos riescono nel fornire una nuova versione adeguatamente all’altezza dell’originale, così come appare perfettamente in linea con l’originale score l’interpretazione di Lindsey Sterling del brano “The Ludlows” dove il violino dell’artista riesce a carpire ancora di più quel sentimento che pervadeva tutta la composizione di Vento di passioni. Il violino della Sterling riesce a far rivivere quella complessa torsione di sentimenti che agita l’animo umano e che nei movimenti dello strumento sembra trovare un parallelo con l’andirivieni che squassa i cuori degli uomini.
Forse un po’ meno riuscito è l’adattamento dei The piano guys del pezzo “Jake’s first flight” appartenete alla colonna sonora di Avatar. L’originale, pervaso di grandezza espositiva, qui appare ristretto nell’uso del piano. Non è così per “Boys playing airplanes” dal film Il bambino con il pigiama a righe, il cui modello era proprio stato designato per il piano qui suonato da Alexis Ffrench che interpreta la partitura originale in un modo nuovo ma rispettoso del cuore sentimentale che il tema portava in se. Anche il celebre trombettista David Elton è presente in questo disco; a lui sono riservate due tracce, il “Main title” di Star Trek II L'ira di Khan e il “Main title” di Apollo 13. La tromba che effettivamente era il nucleo delle due partiture è qui accentuata dalla bravura dell’esecutore. Il disco si chiude con la riproposizione del tema di Troy “Achilles and Briseis” eseguito ancora una volta da Lindsey Sterling che riesce a enfatizzare la componente melanconica del pezzo.
Quello che doveva essere un tributo è in realtà un riadattamento che non dimentica i nuclei tematici del compositore scomparso. Se si fa attenzione, vengono messi in evidenza tutti quegli strumenti e stilemi cari al maestro. Ascoltare questo disco significa ripercorrere il cardine musicale della carriera di Horner, gli andamenti del maestro sono enfatizzati da quegli strumenti prediletti dal compositore stesso e qui accentuati da interpreti di primissimo ordine. Ancora una volta la musica ci consegna un messaggio importante: attraverso le note un uomo può eternarsi nel tempo e, per riadattare un titolo di un brano de La tempesta perfetta, non esiste nessun addio, solo la musica.