Jóhann Jóhannsson Retrospective II
Jóhann Jóhannsson
Retrospective II (2020)
Deutsche Grammophon 00289 483 7948
CD 1: The Theory of Everything (La teoria del tutto, 2014) – Durata: 49’09”
CD 2: Sicario (Id. – 2015) – Durata: 53’53”
CD 3: Arrival (Id. – 2016) – Durata: 65’14”
CD 4: Orphée (Trapped, 2015) – Durata: 58’02”
CD 5: The Mercy (Il mistero di Donald C., 2018) – Durata: 58’24”
CD 6: Englabörn Remastered (2017) – Durata: 48’06”
CD 7: Englabörn Variations – Durata: 46’52”
CD 8: 12 Conversations with Thilo Heinzmann – Durata: 41’24”
Bonus DVD: Live at Funkhaus Berlin 2016 – Durata: 83’35”
Con La teoria del tutto ottiene una nomination agli Oscar, ai Bafta, ai Critics’ Choice Awards e ai Grammy, vincendo il Golden Globe nel 2015; con Arrival riceve la candidatura ai Golden Globe, ai Bafta e ai Critics’ Choice Awards; con Sicario la nomination all’Oscar, ai Bafta e ai Critics’ Choice Awards; per non menzionare le vittorie ed altre candidature a svariati riconoscimenti, per film quali, oltre ai citati, Prisoners, Maria Maddalena, Il mistero di Donald C., Mandy, la serie TV Trapped e Last and First Men. Soltanto 47 titoli in curriculum tra serialità e cinema, un quasi sodalizio con il visionario regista Denis Villeneuve, quello di Sicario, Blade Runner 2049 e Dune, questi ultimi due sicuramente musicati da Jóhann Jóhannsson se non ci avesse lasciati a soli 48 anni il 9 febbraio 2018 a Berlino nel suo appartamento, “dopo aver saltato diversi appuntamenti di lavoro. Sebbene la causa della sua morte non sia mai stata divulgata ufficialmente, in seguito è emerso un rapporto tossicologico, in cui si affermava che aveva assunto una combinazione fatale di farmaci antinfluenzali e cocaina, che aveva causato insufficienza cardiaca” così come descritto nel sito IMDB.
Compositore tra i più rappresentativi e talentuosi – di quel talento arduo da descrivere a parole, con il rischio di svilirne le peculiarità compositive – della New Wave nord europea che ha sfornato a raffica in pochi anni nomi importanti quali, fra gli altri, l’islandese Ólafur Arnalds (Broadchurch: The Final Chapter, Órói), lo svedese Johan Söderqvist (Lasciami entrare, In un mondo migliore, Una folle passione), il finlandese Tuomas Kantelinen (Mongol, Hercules – La leggenda ha inizio, The Adventures – Gli avventurieri), lo svedese premio Oscar Ludwig Göransson (Black Panther, Creed, The Mandalorian) e l’islandese premio Oscar Hildur Ingveldardóttir Guðnadóttir (Joker, Soldado, Chernobyl), che è stata a lungo assistente ed esecutrice al violoncello, suo strumento d’elezione, per l’amico e mentore Jóhannsson.
Sempre la Deutsche Grammophon nel 2019 mise alle stampe il primo cofanetto intitolato “Retrospective I”, proprio un anno dopo la scomparsa del compositore, contenente 7 CD inerenti lavori extra cinematici e colonne sonore inedite di questo grandissimo storyteller del pentagramma. E adesso la storica etichetta tedesca, facente parte del gruppo Universal Music, pubblica questo “Retrospective II”, pregno di colonne sonore già editate singolarmente, altre (vedi Arrival e Orphée) includente materiale precedentemente non realizzato, composizioni non cinematografiche e la prima release del video concerto dal vivo a Berlino del 2016 a Funkhaus Nalepastraße; con la rivista Variety che recensisce questo scrigno di temi e combinazioni compositive con questa frase: “Jóhann Jóhannsson ha ampliato la nostra idea di cosa possa essere la musica da film ... [ha] invitato il pubblico a pensare, invece di dire loro come sentirsi”.
A differenza del primo cofanetto, il presente accoglie il meglio delle score più incisive e significative della carriera corta ma sentitamente considerevole del Maestro islandese nato a Reykjavík il 19 settembre 1969: La teoria del tutto (comprendente due brani originali di Alexandre Desplat), ha un mood melodicamente e ovviamente desplatiano, certamente è quella più lontana dallo stile meditativo, intangibile, organico, empirico “nel solco del minimalismo nord-europeo à la Arvo Pärt, ma dichiaratamente innamorato del mondo delle colonne sonore, in particolar modo del nostro Ennio Morricone” come lo ha ben delineato il nostro Pietro Rustichelli. Si avvicinano di più al suo ‘concepire note che si addentrino nell’immagine colpendone il non detto, tirandolo fuori a gran voce’ (me medesimo afferma!) o ‘un lavorio incessante sul sound elettronico nel quale si inseriscono, puntuali e mai meramente decorativi, gli interventi di strumenti tradizionali’ (Roberto Pugliese docet!) le partiture liquidamente oscurantiste per Sicario, liricamente astrali ed evocative per Arrival, puntillistiche e pensose per Il mistero di Donald C., melanconiche, classiche ed introspettive per la serie crime Trapped. E se non ci limitiamo ai capolavori cine-televisivo-musicali qui inseriti, allorquando si fanno suonare gli album “Englabörn”, “12 Conversations with Thilo Heinzmann” e si visiona il live concertistico, si scoperchia un panorama sonoro vasto e talmente profondo nel quale l’anima malinconicamente romantica, intimista, interiorizzata all’estremo tra ricerca di timbri, suoni, armonie e fondamenti nuovi del pentagramma, e ciò che vi si nasconde internamente, divengono specchio di un compositore che (probabilmente) solo con la sua Musica ha detto di sé veramente, e non con la sua umanità contratta e verosimilmente troppo ‘sola’ per andare avanti e donarci altre sue finezze tra le note.