Spotlight on John Williams
John Williams
Spotlight on John Williams (2021)
City Light Symphony Orchestra, direttore Kevin Griffiths
Prospero Classical PROSP0012
CD 1: 13 brani – Durata: 64’45”
CD 2: 8 brani – Durata: 35’30”
Riflettori puntati su John Williams – come enuncia il titolo inglese di questo poderoso doppio album a Lui tributato –, colui che ha fatto rinascere l’”Hollywood Sound” nel 1977, anno esemplare per la fantascienza con l’apparizione sul grande schermo del primo di ben nove film della saga di Star Wars, partorito dalla mente illuminata e fervida di George Lucas.
Il pluripremiato e nominato compositore newyorkese di 89 anni, cinque volte vincitore dell’Oscar, fece il miracolo nella Film Music, allontanatasi nei ’70 dai sinfonismi classici della Golden Age, di ridarle nuova ‘Forza’ (è proprio il caso di dirlo, dato che parliamo di Guerre Stellari), ripescando quei tradizionali stilemi sinfonici ritenuti stantii e troppo legati ad un certo Cinema del passato, facendoli letteralmente esplodere come la Morte Nera nel gran finale della pellicola di Lucas; come affermò all’epoca il collega di Williams, compositore altrettanto celebre, Elmer Bernstein: “Improvvisamente ci siamo ritrovati tutti nuovamente pieni di lavoro”. Ossia tornò in auge la colonna sonora dal grande respiro sinfonico con i Temoni finalmente riconoscibili e dal forte impatto mediatico fuori e dentro lo schermo della sala cinematografica (realtà oggettiva di cui si sente un gran bisogno odiernamente!).
Il suo ‘Suono della Fabbrica dei Sogni’ è divenuto sin dai tempi della fama ‘galattica’, in verità già ampiamente raffrontato prima dell’Opera lucasiana, nel momento stesso in cui compariva dietro le immagini, e oramai in tutto il mondo, ‘Iconico’ – anche se questo aggettivo oggi come oggi viene molto abusato e soprattutto attribuito a casaccio, alcune volte, ad opere ed artisti che non hanno nulla a che fare con questo epiteto – per merito delle tessiture, delle architetture pentagrammate, del contrappunto, di quella innata capacità di idee leitmotiviche nel pieno rispetto delle grandi scuole classiche sinfoniche russe del Novecento (Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov, Sergej Sergeevič Prokof'ev, Igor’ Fëdorovič Stravinskij) o quelle italiane (Ottorino Respighi, Alfredo Casella, Mario Castelnuovo-Tedesco, che pure fu suo insegnante).
Quando in un film ‘suona’ un tema di Williams lo si riconosce immediatamente, anche senza aver letto il suo nome nei titoli di testa; e se non è sua quella colonna sonora, allora ci si trova dinnanzi ad un emulo che non può prescindere dal citarlo, perché quello di questo Colosso dell’Ottava Arte è uno Stile con la “S” maiuscola che dire Suo è dir poco. ‘Suonare’ Williams quando non è lo stesso Williams a dirigersi sul podio di orchestre iper blasonate in tutto il globo, è la cosa tra le più complicate e intricate che possa accadere ad un direttore d’orchestra ed ai suoi maestri orchestrali – e ve lo scrive uno che lo ha asserito in tanti altri articoli, il quale ha assistito a tantissimi concerti di sue celeberrime colonne sonore sia in Italia che all’estero, non tutti totalmente riusciti; ovviamente non citando quelli diretti dallo stesso Maestro premio Oscar che Ça va sans dire non hanno eguali – quindi ogniqualvolta ci si trova a dover recensire l’ennesima compilazione di sue scores rieseguite da orchestre più o meno note, con le bacchette svolazzanti di direttori di cui sino al giorno prima non si avevano notizie, ci si mette subito sul ‘chi va là’: perché chi Ama Williams vive nel perenne timore che chi lo interpreta ne snaturi la sublime essenza d’insieme di tutte le succitate peculiarità del suo stile e ne mortifichi la grandezza ben riconosciuta fin dalla prima nota.
Nel caso ivi recensito, la compagine svizzera di 90 elementi City Light Symphony Orchestra, con sede a Lucerna, è una di quelle orchestre assai esperte in cineconcerti (non solo williamsiani) e concerti dedicati alle colonne sonore – ne ha eseguiti molteplici, da Superman, Hunger Games a Nuovo Cinema Paradiso, da 007 Casino Royale, Dragon Trainer a Pirati dei Caraibi, etc. etc. –, qui diretta dal londinese Kevin Griffiths, con la presenza di alcuni solisti d’eccezione, il trombettista Reinhold Friedrich, il clarinettista Paul Meyer e la sassofonista Valentine Michaud. Un doppio CD davvero sorprendente per intensità delle performance e qualità dell’incisione: il primo album omaggia capolavori per sola orchestra, il secondo altrettanti masterpieces per solisti (i summenzionati) e orchestra.
La selezione delle OST dell’immenso repertorio williamsiano in questo frangente (forse) si fa scontata, invero di quelle da mettere a dura prova anche le Orchestre più affiatate e rinomate – vedi quelle che Williams ha diretto negli anni, Boston Pops, London Symphony, Wiener Philharmoniker –, quindi un plauso scrosciante alla compagine svizzera per il coraggio, la passione, la tenacia e la performance finale, risultante questa registrazione che, a mio modesto parere, si può aggiungere a quelle di altrettante orchestre non dirette dal Nostro ma da nomi prestigiosi quali Gustavo Dudamel (Los Angeles Philharmonic), Keith Lockhart (Boston Pops) o Gavin Greenaway (London Symphony). Una performance che nei 13 brani del primo CD risulta molto vicina per dinamica e orchestrazione a quelle originali e che negli 8 pezzi del secondo CD – quello degli a solo a dir poco virtuosi ed emozionalmente vigorosi, al pari di storiche esecuzioni originali o riesecuzioni anche richieste da Williams stesso, quali quelle di illustri solisti come Thomas Hooten, Branford Marsalis, Keisuke Wakao o Tim Morrison – vira verso modalità meno veloci rispetto a quelle originarie, pur sempre dal grande afflato.
Parlavamo della selezione fatta: nel CD 1 si alternano con uguale divertissement e fastosa eleganza interpretativa The Cowboys (“Overture”), Indiana Jones and the Temple of Doom (Indiana Jones e il tempio maledetto – “End Credits”), Jurassic Park (“Theme”), Hook (“The Flight To Neverland”), Harry Potter and The Chamber of Secrets (Harry Potter e la camera dei segreti – “The Chamber of Secrets & Fawkes the Phoenix”), Harry Potter and the Prisoner of Azkaban (Harry Potter e il prigioniero di Azkaban – “Witches, Wands and Wizards”), The Adventures of Tintin (Le avventure di Tintin: Il segreto dell’Unicorno – “The Duel”), Superman (“Superman March”) e Star Wars: The Force Awakens (Star Wars - Il risveglio della Forza – “Suite For Orchestra: March of Resistance – Rey’s Theme – Scherzo For X-Wings – The Jedi Steps and Finale”); nel CD 2 sfilano con appassionata evoluzione esecutiva solistico-orchestrale JFK (“Theme”) con la tromba di Friedrich, Catch Me If You Can (Prova a prendermi – “Escapades For Alto Saxophone and Orchestra: Closing In – Reflections – Joy Ride”) con il sax alto della Michaud, il vibrafono di Fabian Ziegler e il contrabbasso di Diego Caruso, Born On the Fourth of July (Nato il 4 luglio – “Main Theme”) con la tromba di Friedrich, The Terminal (“Viktor’s Tale”) con il clarinetto di Meyer, The Adventures of Tintin (“Opening Credits”) con i solisti di tutta la compagine e Harry Potter and the Sorcerer’s Stone (Harry Potter e la pietra filosofale – “Nimbus 2000 – For Woodwind Choir”) per i soli legni dell’orchestra.
Il caleidoscopico universo musicale di Williams si riflette fantasmagoricamente in ogni singola performance di ogni singolo brano citato, accontentando tutti i fan della prima ora del Maestro di E.T., Harry Potter, Indiana Jones e Guerre Stellari – coloro che solitamente storcono il naso nel caso di queste produzioni discografiche non volute dal loro idolo – ed anche quelli che si sono da poco avvicinati all’Opera Omnia di questo Genio della Musica Applicata.
Altra nota positiva di questo doppio album sono le ricche note del libretto e dei disegni nuovi raffiguranti una fetta delle colonne sonore dei film qui rieseguite. Un acquisto parecchio consigliato.