Sounds and Silence

cover_sounds_and_silence_dvd.jpgcover_sounds_and_silence.jpgAA.VV.
Sounds and Silence (2009)
Film di Peter Guyer e Norbert Wiedmer
DVD  ECM 5050/ Arsenal Filmverleih
CD ECM 2250
13 brani – durata: 75’ 59’’

 

Realizzato nel 2009 in forma di film-documentario dai registi svizzeri Peter Gueyer e Norbert Wiedmer  Sounds and Silence  è un affascinante viaggio nell’universo  artistico e spirituale di Manfred Eicher, musicista di grande raffinatezza, un tempo contrabbassista dei leggendari Berliner Philharmoniker e ora direttore  del label ECM  (Edition of contemporary music) da lui fondata nel 1969 con sede a Graefeling in Baviera, vicino Monaco.
In un momento in cui il mondo sembra essere irrimediabilmente travolto da uno squallido generalizzato atteggiamento di esibizionismo mediatico che finisce per coinvolgere anche le scelte delle maggiori case discografiche, la ECM è l’unica etichetta musicale che ogni anno può vantare la pubblicazione di una rilevante produzione di nuove registrazioni di eccelsa qualità che abbracciano prevalentemente il  jazz e il classico. La creazione di ogni realizzazione discografica non avviene con un concetto consumistico rivolto alle esigenze delle mode di mercato quanto con criteri esclusivamente dettati dal contenuto artistico  e qualitativo.
Impressionante è il prolifico rapporto della casa tedesca con la musica contemporanea che ogni anno si concretizza in registrazioni di nuove partiture composte dai maggiori compositori viventi, fra cui citiamo Arvo Paert, Thomas Larcher, Errki-Sven Tuur, Valentin Silvestrov, Giya Kancheli o  Joerg  Widmann.
Manfred Eicher è il regista di ogni registrazione, si preoccupa di ogni dettaglio tecnico e musicale con lo scopo di cogliere e rappresentare il suono che egli afferma di voler “illuminare come il raggio di una cometa o il lampo  emanato da una stella cadente”…
Così lo vediamo all’inizio di questo appassionante road movie in assorta meditazione nei suoi uffici accompagnato dalle suggestive note tratte da ‘Reading of Sacred Books’ dello scrittore, filosofo e musicista armeno Georges Gurdjeff (1872 – 1949)  ed eseguite da Keith Jarret.
La musica e il suono sono i protagonisti del film per cui è difficile anche parlare di ‘soundtrack’ nel senso classico del termine e il cd si limita a riprodurre un’ampia selezione di brani presenti nel film e lo consigliamo vivamente a quanti vogliano accostarsi alla scoperta dell’esemplare universo artistico costruito da Manfred Eicher.
Il suono è anche contemplazione e silenzio, un silenzio che nella nostra società mediatica dominata da rumori di ogni tipo e strepiti televisivi fa paura a quanti temono l’incontro con la propria anima.
Esistono  artisti capaci di parlare all’animo umano con la forza della propria fede interiore come Andreij Tarkovskij (1932 – 1986) nel cinema o Arvo Paert (1935) con i lineamenti sobri e rarefatti del tessuto armonico della sua musica sospesa nel tempo, avvolta in un composto misticismo, capace di trasmettere forti emozioni e suggestive trasfigurazioni di atmosfere nordiche dove le sequenze del film conducono successivamente.
Nell’austera Nikolaikirche, nella capitale estone Tallin, la Tallin Chamber Orchestra guidata da Tonu Kaliuste prova lo splendido  pezzo “Fuer Lennart in Memoriam” di Arvo Paert che vediamo dapprima commentare in modo sommesso insieme a Manfred Eicher quindi porgere preziose osservazioni agli esecutori e infine manifestare in modo sorprendente la sua soddisfazione. 
Il ruolo di Manfred Eicher è fondamentale con i suoi  consigli  nella definizione  della rappresentazione sonora e interpretativa di una partitura che possa rimanere ‘scolpita nel tempo’ e in questo obiettivo anche la scelta di un particolare luogo di registrazione risulta determinante. 
Nora Paert, moglie del compositore, sottolinea come egli arrivi a svolgere in questo processo creativo un  indissolubile ruolo portante.
Un repentino cambio di atmosfera ci porta verso sud al Teatro Vachron Melina Mercouri di Atene, dove la Camerata Orchestra esegue “To Vals to Gamou”  brano della colonna sonora scritta da Eleni Karaindrou per il film Il volo (1986) di Theo Angelopoulos.
Il connubio artistico fra i due artisti greci rappresenta a nostro avviso una delle più straordinarie  testimonianze che la storia della Ottava Arte abbia saputo finora consegnarci, nel loro raggiungere una ineguagliabile compenetrazione spirituale e poetica fra musica, immagine e interiore forza narrativa.
Il film tocca un climax fortemente coinvolgente quando in seguito ritorna sulla grande musicista greca impegnata in una registrazione alla Alte Oper a Francoforte, dove la Camerata Orchestra diretta da Alexandros Myrat esegue dapprima “ Farewell Theme” tratto dalle musiche scritte per il film Il volo,  dove il tema portante viene tratteggiato con grande forza espressiva dal sassofono di Jan Garbareck, per poi passare al brano “Woman’s Theme”  con Kim Kashkashian formidabile viola solista,  tratto dalla musica scritta per Lo sguardo di Ulisse (1995) di Theo Angelopoulos, vera opera d’arte, a nostro avviso una delle più compiute e indimenticabili colonne sonore mai finora realizzate. 
Uno dei molteplici meriti della casa ECM  è proprio  quello di aver fissato in modo magistrale  su disco lo straordinario universo  sonoro poetico, sognante, drammaticamente malinconico e  mai scadente in sterile languore dei sountrack composti da Eleni Karaindrou, di cui si è in passato puntualmente parlato su queste pagine.
La compositrice  sottolinea  come l’impegno e la totale dedizione di Eicher per la qualità artistica della musica rendano la collaborazione con la sua casa discografica un’esperienza artistica irripetibile.
L’articolato cosmo musicale nel quale si muove l’ex-musicista dei Berliner conduce lo spettatore attraverso contrastanti temperamenti e atmosfere.
Ammiriamo Anhuar Brahem, il solista tunisino di oud (liuto arabo a manico corto), mentre si esibisce al Prinzregententheater a Monaco in trio con Jean-Louis Matinier (accordeon) e Francois Couturier (piano) nel brano “Sur la fleuve” in un linguaggio jazzistico avvolto in suggestivi accenti etnici.  Qui troviamo anche  la sola fugace apparizione nel film di Francois Couturier, affermato pianista jazz e compositore, che ha realizzato per la ECM una splendida trilogia per piano solo e quartetto (insieme a Anja Lechner, violoncello, Jean-Marc Larché, sassofono soprano, Jean-Luis Matinier, accordeon) dedicata all’arte del regista Andreij Tarkovskij.
Raffinatezza timbrica e ritmi avvolgenti percorrono la trama musicale del brano ”Modul 42” eseguito da Nick Baertsch  mentre con il clarinettista e sassofonista  Gianluigi Trovesi si entra in un singolare incontro fra jazz e opera lirica che si manifesta nel brano “Così.Tosca” accompagnato dall’orchestra guidata dal Maestro Savino Acquaviva.
Le inquadrature si soffermano a lungo sull’affermato musicista italiano proponendo anche una sua esibizione in trio insieme a  Fulvio Maras (batteria) e Umberto Petrin (piano) e in duo con Gianni Coscia (fisarmonica).
Le immagini passano poi al brano “Creature walk”  con  le evoluzioni ritmiche prodotte da Marilyn Mazur, un’artista eclettica di origini statunitensi ora trasferitasi in Danimarca,  che si muove con grande impegno nel mondo del jazz esibendosi come batterista, percussionista e cantante anche insieme ad artisti come Miles Davis e Jan Garbareck.
Particolarmente affascinante risulta la parte del viaggio che in compagnia del bandeonista Dino Saluzzi e della violoncellista Anja Lechner  guida lo spettatore all’incontro con  i luoghi, le persone e i suoni reali del mondo circostante, emozioni semplici e non mercificabili, che formano il racconto musicale che anima i ritmi e gli accenti del tango.
I due grandi artisti discutono l’interpretazione e si abbandonano nell’appassionante esecuzione di “Ojos Negros” e di ”Tango a mi padre” mentre nei delicati attimi della registrazione discografica Manfred Eicher interviene per cogliere la magia sonora e poetica di una grande esperienza umana e musicale.
Dal coinvolgente languore passionale delle atmosfere trasmesse dal tango il film  torna nel finale al punto di inizio nella suggestiva cornice della Nikolaikirche a Tallin.
La Tallin Chamber Orchestra e l’Estonian Philharmonic Chamber Choir   sono ora impegnati nella prova del “Da Pacem Domini “di Arvo Paert. Vorremmo qui sottolineare come la musica del grande compositore estone abbia trovato posto in numerosi film fra cui ricordiamo, Pentimento (1984) di Tengiz Ambuladze,  Haeven (2002) di Tom Tykwer, Times and winds (2007) di Reha Erdem  e Habemus Papam (2010) di Nanni Moretti. L’interiore forza espressiva, il carattere ascetico e la rarefazione sonora della sua scrittura percorrono le sequenze finali di una toccante parabola. Il compositore ascolta, si avvicina al Maestro Tonu Kaliuste, trasmette alcuni consigli e quindi osserva assorto e incantato, insieme a Manfred Eicher, lo scorrere delle note nell’avvolgente esecuzione.
Un film e un Cd imperdibile per tutti gli amanti dell’arte e della musica.

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