Jerry Goldsmith e la musica del cinema americano

cover_libro_jerry_goldsmith_nuova_edizione.jpgMauricio Dupuis
Jerry Goldsmith e la musica del cinema americano
Collana I LIBRI SAGGI
Pagine 288
Prezzo € 15,00
ISBN 978-88-7371-952-6

La pubblicazione in Italia di un libro dedicato a un compositore di musica da film o al mondo delle colonne sonore in genere è, sempre e comunque, occasione di celebrazione fra gli appassionati. Sono pochissimi i testi degni di interesse scritti sull'argomento nel nostro Paese, e non di rado gli autori di questi sparuti sforzi editoriali approcciano la materia con eccessiva cautela, quasi a scusarsi del loro ardire: approfondire, cioè, una pratica compositiva dai più ritenuta indegna di passione e di studio. Il volume scritto da Mauricio Dupuis è un'agile e veloce lettura che si propone di ripercorrere la carriera di uno fra i più importanti compositori americani per il Cinema: il grande Jerry Goldsmith, scomparso nel 2004. Attraverso le tappe di una carriera lunghissima - cominciata alla CBS nel 1950 con radio e televisione e proseguita nel Cinema (con non infrequenti ritorni al contesto televisivo) fino al 2003 – Jerry Goldsmith offre all'autore l'occasione di affrontare alcuni degli aspetti più sintomatici del mestiere di musicista cinematografico, e hollywoodiano in particolare. Dal contesto produttivo che indirizza e limita l'indipendenza creativa del compositore, al rapporto con il regista, alla complessa questione delle orchestrazioni affidate a uno o più collaboratori, ai casi abbastanza frequenti di partiture rifiutate dalla Produzione. Il testo è evidentemente una rielaborazione di uno scritto accademico dell'autore, probabilmente la sua Tesi di Laurea (la suddivisione per capitoli e sottocapitoli, l'ampio apparato di note a pie' di pagina,...), ma nonostante questo soffre a volte di un andamento rapsodico e poco strutturato, che può lasciare spaesati pur risultando spesso interessante e documentato. Si avverte la volontà di Dupuis di andare oltre la mera disamina della carriera del grande musicista californiano - la cui produzione rimane comunque al centro della trattazione ed è puntigliosamente squadernata, con elenchi dettagliati dei suoi lavori, brevi analisi di alcune sue partiture, etc... - per parlare della figura del compositore cinematografico tout court: sono frequenti i riferimenti ad altri giganti della Film Music hollywoodiana, da Herrmann a Rozsa, da Korngold al grande contemporaneo di Goldsmith, John Williams. Di qui nasce l'impressione che il testo fosse in origine ben più ampio e approfondito, e il desiderio di chi scrive di poter presto apprezzare lo sforzo di ricerca dell'autore nella sua interezza.

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