C’era una volta in America – Un’avventura al saloon con Sergio Leone

cover_libro_cera_una_volta_leone.jpgDiego Gabutti
C’era una volta in America – Un’avventura al saloon con Sergio Leone (2015)
Le Milieu (www.milieuedizioni.it)
224 pagine – euro 15,90

Walter Veltroni nel suo bellissimo libro “La quarta buona ragione per vivere – 101 film che fanno bene all’anima”, descrivendo il più americano dei registi italiani, Sergio Leone, e il suo capolavoro del 1984 C’era una volta in America, scrive testuali parole: “Ha girato in tutta la sua vita sette film, non settanta. Eppure è nel mito, considerato, a ragione, uno dei più grandi registi della storia”, e continua affermando che “il geniale C’era una volta in America è al tempo stesso un atto d’amore assoluto e una sfida sfrontata”.
Un vero e proprio atto d’amore che non solo Veltroni, e chi come lui ha amato profondamente il Cinema di Leone, ma anche lo scrittore e giornalista Diego Gabutti ha saputo cogliere e comprendere pienamente potendolo approfondire e vivendolo in prima persona, frequentando il set (anche nel ruolo di comparsa con Borsalino e pistola che spara un colpo per uccidere, ma questa è un’altra storia nella storia del libro) e la postproduzione (montaggio, sonorizzazione e musiche) a stretto contatto con gli eccezionali e grandiosi attori della pellicola (in primis Robert De Niro) e soprattutto con lui, il Regista, il deux ex machina di, come già accennato, un capolavoro della Settima Arte. Leone e Gabutti, Gabutti e Leone in una simbiosi spettacolare e narrativa, fatta di racconti, aneddoti, battibecchi e intimità che hanno portato alla luce questo stupendo libro, anch’esso un capolavoro, dal titolo esplicativo, che non è soltanto la descrizione appassionata di un rapporto tra “scrittore che riporta ciò che il regista racconta” bensì di una connessione tra “scrittore che narra ciò che il regista gli svela senza filtri”. Quindi non un libro, per intenderci, sul dietro le quinte di un Film che ha fatto la Storia del Cinema (anche se di dietro le quinte si nutre!) ma un romanzo di un film nel film del film, attraverso la fusione psicologica e comportamentale tra i due protagonisti (chi scrive e chi racconta), scoprendo che dietro una grande pellicola vi è una grande avventura colma di passioni (il Cinema, l’America e i suoi Miti), incomprensioni (la produzione di C’era una volta in America è un bagno di sangue che sicuramente non poco ha scosso la vita di Leone per moltissimo tempo e di chi si è imbarcato in questa epopea di fotogrammi gangsteristici), incontri (quello con l’autore del libro, Harry Grey, da cui è tratto il film varrebbe un film a sé) e moltissimo altro ancora da riempire milioni e milioni di metri di pellicola qualora fosse tradotto filmicamente. Difatti questo romanzo di uno straordinario incontro tanto desiderato, con annessa viva preghiera di ottenere qualcosa da parte del Gabutti (la comparsata di cui sopra!), in verità parte col raccontare la nascita di un masterpiece per svelarci via via la figura di un regista che si nutriva di Cinema e della sua essenza, fatta di generi, interpreti, maestranze, storie, miti che hanno tempestato la sua adolescenza e la sua maturità umana e lavorativa, portandolo a rievocare liberamente come ogni suo precedente film era finito sul grande schermo: logicamente stiamo parlando dei western che rappresentano il 90% della filmografia leoniana, cioè la Trilogia del dollaro – Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivoC’era una volta il West e Giù la testa, non tralasciando i primi Peplum nel ruolo di assistente alla regia e regista vero e proprio (Il Colosso di Rodi).
Voglio fare un azzardo per concludere questa mia recensione, col paragonare la bellezza e l’importanza di questo libro, per un cinefilo e non solo, al ‘più divertente libro di cinema che sia mai stato scritto’, quello di François Truffaut intitolato “Il Cinema secondo Hitchcock”, che tutti coloro che amano la Settima Arte devono o dovrebbero aver letto. Ecco anche questo di Gabutti si deve leggere ad ogni costo non soltanto per invaghirsi ancora di più dell’Universo filmico di Sergio Leone ma per appassionarsi e sorridere di gusto di un mondo di pellicola in cui palpita al suo interno la parola ‘Arte’ in tutti i suoi innumerevoli significati e volti.
E per i nostri lettori bramosi di aneddoti sulla musica per film, in questo libro troverete diversi resoconti su Ennio Morricone e la sua struggente, malinconica e romantica colonna sonora per C’era una volta in America.
Per ribadire, se ve ne fosse ancora bisogno, che immergendosi nella lettura di questo romanzo di memorie nelle memorie alla fine ci si ritrova più Cinefili e Leoniani!        

 

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