Profondo Rock

cover_profondo_rock_libro.jpgGabrielle Lucantonio
Profondo Rock (2007)
Prefazione di Dario Argento
Coniglio editore
Pagine: 232 - (200 di testo e 32 di foto)
Prezzo: Euro 16,50
ISBN: 978-88-88833-94-3

Forse non tutti sanno che il tema di Profondo rosso è stato composto in una notte nella cantina di Claudio Simonetti o che per il tema di Suspiria i Goblin si siano ispirati ad una poesia del Settecento. Queste ed altre curiosità si possono trovare nel libro di Gabrielle Lucantonio “Profondo rock”, uscito nelle librerie già dal mese di novembre (ed. Coniglio), e presentato a Roma presso la libreria del Cinema (Trastevere) e in altre città.

L’autrice ripercorre in 200 pagine le tappe fondamentali della vita di Claudio Simonetti, compositore anticonformista e anticipatore del rock “progressive” all’italiana, noto al grande pubblico per le colonne sonore dei film di Dario Argento e in particolare per il tema di Profondo rosso, composto con lo storico gruppo dei Goblin.
Il libro, dallo stile narrativo fluido e scorrevole, è il frutto di un lavoro durato circa tre anni nei quali Gabrielle Lucantonio, giornalista di origine francese ma attualmente residente in Italia, ha raccolto documenti e testimonianze (grazie anche all’aiuto e disponibilità dello stesso Simonetti) che hanno permesso di ricostruire tutti i momenti fondamentali della vita dell’artista e del suo gruppo, passando per l’evoluzione della musica italiana dagli anni Settanta ad oggi.
All’interno sono riportati aneddoti e retroscena ‘folli’ e divertenti e sembra quasi di rivivere l’Italia di quegli anni, in cui gli artisti, non potendo avvalersi delle sofisticate tecnologie moderne, mettevano la propria originalità e il proprio talento nella continua sperimentazione e ricerca del nuovo.
Fra gli episodi più curiosi del periodo del soggiorno londinese, trascorso insieme agli altri membri del gruppo, Claudio ricorda: “Un pomeriggio arrivò Keith Emerson con la sua motocicletta a correre dentro la grande sala del teatro Manticore, dalla quale avevano tolto tutte le sedie. A un certo punto rimase in panne e non riusciva più a ripartire. Io e Sorbello lo aiutammo a spingere la moto per farla ripartire. Incredibile, io che spingevo la moto del mio mito!
Al rientro dall’Inghilterra il gruppo riesce a registrare un 33 giri con la Cinevox Records, la casa discografica di Carlo Bixio e da allora gli "Oliver" diventano "Goblin".
Di sicuro interesse per gli appassionati la descrizione dell’incontro con Dario Argento, (che viene presentato ai Goblin proprio da Carlo Bixio), la nascita del tema di Profondo rosso, di Suspiria e di molti altri, gli “artifici” tecnici utilizzati per ottenere nuove sonorità (“ho messo un pezzo di carta tra le corde della chitarra per ottenere un suono stoppato”, racconta Massimo Morante dei Goblin a proposito di Profondo rosso).
La parte narrativa si alterna con le recensioni della stampa, le interviste e le opinioni di coloro che sono venuti a contatto con i Goblin, oltre alle testimonianze degli stessi componenti del gruppo che si sono alternati nel corso degli anni: Clive Haynes (cantante degli Oliver, i pre-Goblin), Tony Tartarini, Maurizio Guarini (rimasto nel gruppo per neanche un’anno), Walter Martino.
Le citazioni sono precise e puntuali, vengono riportati persino gli stralci dei contratti firmati dai Goblin con la Cinevox Records. Le vicissitudini del gruppo sono descritte con obiettività e realismo, senza indulgere a rilievi critici o elogi di parte.
Sfogliando le pagine del libro si può anche notare un mini-repertorio fotografico, con immagini recenti e passate: foto che ritraggono Claudio Simonetti da giovanissimo e insieme ai suoi genitori, il musicista Enrico Simonetti e Piera Morelli, foto dell’adolescenza, ritagli di giornale, locandine di manifestazioni musicali e poster cinematografici, fino alle immagini più recenti prese dal set degli ultimi film di Argento quali Il Cartaio e La terza madre.
Si parla anche del periodo “dance” dell’artista, nel momento della massima esplosione della disco-music nelle discoteche: dalla musica per le immagini alla musica per ballare, passando per altre formazioni musicali, quali gli “Easy Going” e i “The Mask”. E' il periodo in cui Simonetti lascia i Goblin per dedicarsi ad alcune colonne sonore da solista e alla partecipazione di trasmissioni televisive.
Il tutto senza dimenticare l’attività concertistica, le collaborazioni internazionali, la realizzazione dei video-clip (con i Daemonia, gruppo attuale di Simonetti).
Ne esce un quadro estremamente complesso e variegato di quest’autore dei giorni nostri, che adegua la propria ricerca musicale all’evoluzione della tecnologia senza rinnegare i passati studi classici.
Infine l’approdo agli ultimi lavori, con il ritorno al gruppo dei Goblin per la colonna sonora del film Non ho sonno di Dario Argento e la loro definitiva separazione.
La stampa dirà: “…l’Argento vivo di “Non ho sonno” sta tutto nelle immagini, che guadagnerebbero nella loro impeccabile classicità a scorrere sullo schermo accompagnate solo dalla musica dei Goblin” (Tullio Kezich, Corriere della Sera, 6 gennaio 2001).
Efficace anche la descrizione della lavorazione de Il Cartaio, altra pellicola di Dario Argento, in cui emerge la dimensione tecnologica non solo del montaggio, ma anche della colonna sonora con l’utilizzo del  Dolby 5.1. Simonetti racconta come, in questo lavoro, abbia dovuto scrivere la musica pensando anche alla sua fusione con i suoni.
Ne La Terza madre, ultimo lavoro del regista del brivido, il compositore sottolinea la scelta stilistica della musica sinfonica, segnando uno stacco rispetto alle scelte precedenti in cui veniva privilegiato l'uso delle tastiere elettroniche. Sulla stessa linea di Jenifer, la musica composta per Dario Argento per il progetto americano Masters of Horror, la colonna sonora de La terza madre viene realizzata utilizzando una grande orchestra e un coro polifonico per creare suggestioni ed effetti inquietanti: un lavoro impegnativo, che segna l'evoluzione artistica di Claudio Simonetti.
Ogni capitolo del libro riporta anche la discografia citata, con l’elenco dei brani presenti in ogni album, e, alla fine, si possono consultare la dettagliata filmografia e discografia generale.
Nel complesso un ottimo lavoro di ricerca (e per certi aspetti anche, potremmo dire, di catalogazione) svolto con competenza e professionalità nella ricostruzione minuziosa della vita di un’artista e della sua band, unendo sapientemente elementi biografici, tecnici e frammenti di riflessione su esperienze di vita.




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