Musica e visual media

cover libro musica visual mediaMarco Testoni
Musica e visual media (2016)
pagg. 103, € 13 - Dino Audino editore
www.audinoeditore.it

Indagato dall’interno, cioè dalla parte di chi lo pratica come professione, il rapporto tra musica e immagini perde molto di quell’aura romantica e immaterialmente, misteriosamente e inesprimibilmente fascinosa che lo caratterizza presso gli appassionati e i collezionisti; e si svela in realtà come un lavoro duro, paziente, complesso e delicato, artigianale e industriale insieme, dalla riuscita o dal fallimento del quale possono dipendere il buon esito o – viceversa – il tracollo del prodotto finito. Tali complessità e delicatezza sono dovute alla quantità di elementi, tecnici e linguistici, che entrano in gioco ogniqualvolta si “applica” (per usare un termine di derivazione morriconiana) una certa musica, ossia un elemento acustico, ad una certa immagine, ossia un elemento visivo.

Sull’argomento, e su come questo rapporto si sia evoluto nei decenni (dalla nascita del sonoro all’avvento del digitale, per restare solo al cinema), si sono soffermati studiosi e critici di più generazioni, ma anche registi e compositori, nel tentativo – arduo – di stilare una sorta di manualistica della materia, un insieme cioè di regole e di strumenti cui fare riferimento nell’affrontare quella parte essenziale del prodotto cinematografico che chiamiamo (non del tutto propriamente) colonna sonora.
Tutto questo mondo, che potremmo riassumere come il “farsi” della colonna sonora e che si affianca all’aspetto più storicistico, viene ora esplorato da un agile quanto prezioso volumetto che coniuga le competenze tecniche con l’analisi sul campo in una disamina completa e sintetica di ruoli, figure professionali, tipologie, terminologie e tecniche in cui confluisce la genesi della colonna sonora. Lo firma Marco Testoni, compositore, percussionista, ricercatore, performer, consulente e supervisore, figura poliedrica e indipendente del settore, cui si deve tra le altre cose la musica del film indie Black out (2015) di Manuel Zarpellon e Giorgia Lorenzato, la cui canzone “Io credo io penso io spero” scritta per Antonella Ruggiero gli ha valso il Premio Colonne Sonore 2014 per la miglior canzone, cui si è aggiunto nel 2015 il premio come compositore dell’anno al Roma Videoclip Festival.
La vasta esperienza che Testoni ha acquisito sul campo, dal cinema ai videoclip, dalla pubblicità alla televisione alla videoarte, gli consente una ricognizione completa sul terreno, che ha il pregio – raro – di confrontarsi con i vari argomenti, temi settori della materia non tramite astrazioni teorico-semiologiche (che pure hanno il loro importante ruolo) ma procedendo per esemplificazioni precise, concrete e spesso molto riconoscibili. A tale scopo il volume, che s’inserisce nella meritoria e corposissima collana della Audino dedicata ai mestieri dell’audiovisivo, ha carattere interattivo: man mano che si procede nella lettura, infatti, si può accedere sul sito dell’editore ad una grande mole di esempi e di materiali consultabili recandosi sul menu del libro in questione e cliccando sui link indicati nel testo. In tal modo, l’autore ci invita nella sua bottega d’artista con un metodo assolutamente innovativo e chiarificatore, descrivendo in senso moderno il “sistema musica” visto nella globalità dei suoi diversi rapporti con il mondo dell’audiovisivo. È un testo che, studiando l’evoluzione storica della musica per immagini, offre gli strumenti per affrontare le diverse e specifiche fasi della produzione di una odierna colonna sonora nei suoi aspetti artistici, tecnici e gestionali: dalla composizione alla post-produzione, dallo screening musicale della sceneggiatura alla scelta dei brani di repertorio, dalle sessioni in studio di registrazione al music licensing, in un lungo e articolato processo creativo che va dalla selezione musicale di un brano adatto al montaggio di una scena alla corretta interazione con le altre figure professionali (regista, produttore, montatore, fonico), dalla definizione del sound-design di un film o di uno spot pubblicitario sino alla richiesta di una licenza di sincronizzazione.
La ricerca di Testoni spazia, sia pur nell’àmbito di un saggio così conciso, dall’archeologia della musica filmica (L’assassinat du Duc de Guise di Camille Saint-Saëns, 1908) alla contemporaneità di Morricone e Williams, attraversando tutte le fasi di un cammino ormai quasi secolare che la musica ha percorso nel cinema, divenendone, come scrive nella prefazione il direttore di Colonnesonore.net Massimo Privitera, «elemento fondamentale e fondante». Ed in questo percorso si è guidati e illuminati anche da una classificazione delle tipologie, delle modalità d’ascolto, delle figure professionali e della terminologia attinenti il rapporto musica-immagine. Il lettore vi scoprirà così finalmente cosa significano termini che spesso sente ripetere, anche su questa testata, come “temp track”, “mickeymousing”, “sound editor”, “tagging”, “pro tools” ecc.; tutto sempre con il costante ausilio del ricorso a materiali “vivi”.
In coda al volume una vera e propria analisi al microscopio del lavoro sul suono (e sulla musica) compiuto in La grande bellezza di Paolo Sorrentino, vincitore dell’Oscar: “cue sheet” dopo “cue sheet” (anche qui, scoprirete cos’è...) si fa largo un’analisi di precisione ingegneristica e rivelatrice, utile non solo nello specifico ma anche assumibile come metodologia d’indagine più vasta in un territorio smisurato, la cui esplorazione si può dire appena agli inizi. Smisurato, d’altronde, come la musica stessa, che – parole dell’autore - «è ovunque».

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