Music to My Years - Life and Love Between the Notes

cover libro artie kaneArtie Kane
Music to My Years - Life and Love Between the Notes (2017)
Candace Allen/Amphora Editions
pagg.355
www.AmphoraEditions.com

Il nome di Artie Kane (al secolo Aaron Cohen), classe 1929, ebreo americano di Columbus, Ohio, dice forse poco alle giovani generazioni e non moltissimo nemmeno ai più ferventi appassionati di musica per film. Sul grande schermo la sua fama è legata ad un pugno di titoli sui quali spiccano l’inquietante thriller con Faye Dunaway Occhi di Laura Mars (1978), diretto da Irvin Kershner e scritto da John Carpenter, lo spionistico Obiettivo Mortale (1982) di Richard Brooks, con Sean Connery extra-007, e il torbido In cerca di Mr. Goodbar, del ’77, sempre di Brooks, con un’inedita Diane Keaton e un giovanissimo Richard Gere. Per il resto, la sua attività è stata soprattutto televisiva, legata a popolarissime serie tra gli anni ’70 e ’80 come Dynasty, Love Boat, Agenzia Rockford o Wonder Woman.

Ma oltre a quella compositiva Kane ha svolto per quasi un quarantennio un’intensissima attività come pianista, arrangiatore e soprattutto direttore d’orchestra che gli ha permesso di entrare in contatto e lavorare con compositori come John Williams, Jerry Goldsmith, Alex North ed in particolar modo Danny Elfman e James Newton Howard, offrendogli così un punto di osservazione prezioso sull’evoluzione e lo sviluppo della musica cinematografica hollywoodiana e delle sue tecniche tra gli anni ’70 e i ’90.
Una vita per la musica, si può ben definire la sua, non a caso ora raccolta in un corposo e affascinante volume autobiografico che Kane ha scritto in forma di narrazione, raccolta insieme alla giornalista Marian Blue e alla sua ottava (!) moglie, JoAnn Kane, organizzatrice e imprenditrice musicale californiana.
Fitto di fotografie e illustrazioni inedite uscite dall’archivio personale del compositore, il volume s’impone come l’affascinante romanzo-reportage di un testimone che ha potuto godere di una posizione privilegiata sui mutamenti culturali che hanno attraversato Hollywood dalla fine degli anni ’40 sino alla soglia dei 2000. Lo sguardo di Kane infatti travalica i limiti della propria attività e s’inoltra in una miriade di aneddoti vissuti in prima persona durante la lavorazione dei quasi 200 titoli cui ha partecipato, a fianco di personalità dal calibro imponente, svelando molti segreti del mestiere e molti episodi sin qui sconosciuti. Personalità brillante ma anche tormentata, dotato di un senso dell’umorismo perforante capace di virare in improvvisi abissi di malinconia, Kane compositore è una figura prevalentemente di formazione jazzistica ma fortemente influenzato anche dal sinfonismo moderno e dotato di una preparazione tecnica forgiata sicuramente sul podio di alcune partiture storiche come Waterworld, Mission: impossible o Sospesi nel tempo. Ma soprattutto è lo spettatore e il narratore, oltre che il protagonista in prima persona, di un trapasso di epoche, di stili, di pratiche che nell’arco di un ventennio ha completamente rivoluzionato i canoni creativi dell’industria cinematografica americana. Ed è il valore di questa testimonianza fra pubblico e privato, in una lunga e avventurosa vita, che attira soprattutto il lettore: paradossalmente, ancor più se questa proviene da una figura a torto o a ragione considerata “minore” ma che, proprio per la propria totale assenza di smanie protagonistiche, ha potuto usufruire di una prospettiva preferenziale su decenni di musica a Hollywood, di cui Kane ci svela sicuramente gli aspetti “aurei” non meno che le delusioni, le contraddizioni e gli imprevedibili risvolti umani.

Stampa