7 chiavi per Ennio Morricone

cover libro morricone biettiFrancesco Castelnuovo
7 chiavi per Ennio Morricone (2020)
Bietti Fotogrammi
pag. 104
http://www.bietti.it/
Edizioni a 1,99 euro e su Amazon a 2,69 euro (4,99 per il Print on Demand)



Un libro piccolo nelle dimensioni (quasi quanto un classico compact disc) ma grande nei contenuti; anzi, proferirei di quella grandezza che è prerogativa di menti sapienti e, come sottolineo spesso, appassionate. Perché soltanto se si possiede (innata o indotta, basta che vi sia!) “Passione” si può comporre, dipingere, dirigere, realizzare, condurre, filosofare, analizzare e in questo caso ‘scrivere’ con quella ‘luccicanza’ – giusto per citare Kubrick ed il suo Shining (non dimenticando che il regista di 2001 odissea nello spazio chiese a Morricone di scrivere le musiche di Arancia meccanica sulla falsariga di quelle di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto ma la collaborazione purtroppo sfumò causa l’amico Sergio Leone; ma questa è un’altra storia!) – che col trascorrere degli anni giunge ad affibbiare l’appellativo di Genio. In queste 104 pagine, che lette tutte d’un fiato in un’ora e mezza, con la stessa foga e il medesimo trasporto di quando ci si immerge nella lettura di un libro di Stephen King (non a caso ho parlato di ‘luccicanza’), per l’appunto si parla – meglio racconta – di un Genio assoluto della Musica Applicata alle Immagini: Ennio Morricone. Raccontato – meglio narrato – da un altro Genio (mi si perdoni l’azzardo che magari ai cultori e fan del Maestro romano potrà far storcere il naso, e probabilmente anche all’autore stesso del libricino in esame) che in 7 parole chiave (capitoletti) delinea 7 momenti decisivi morriconiani, con una spiccata simpatia e vivace conoscenza della vita e delle opere del due volte premio Oscar (onorario nel 2007 e per la miglior colonna sonora di The Hateful Eight nel 2016) che ha reso ancora più grande Settima e Ottava Arte, connubio indissolubile nei secoli dei secoli tra Immagini e Note.
E il cinquantenne Francesco Castelnuovo – al pari di Alessandro De Rosa nella oramai celebre biografia del Maestro Morricone, vero testamento di una carriera enorme e stratificata oltre ogni comprensibile inventiva, “Inseguendo quel suono. La mia musica, la mia vita” (Mondadori, 2016) – narrando di Note (che comprende perfettamente) e di Immagini (che vive da molti anni dal di dentro) – autore, giornalista e critico cinematografico di Sky Cinema, conduttore della Notte degli Oscar dal 2009 – ci guida con un piglio assuefacente (per questo ho menzionato King) in un “uno che è tutto” in un “tutto che è uno” per usare appunto le parole mistiche della scala per il Paradiso (“Stairway to Heaven”) dei Led Zeppelin, come egli stesso scrive argutamente a pagina 79.
Razionalmente il discorso è un altro nel libricino ma mi ha colpito questa frase perché, a prescindere il contesto, Castelnuovo fa rivivere il “Tutto” Morricone pur analizzando l’”Uno” Morricone per 7 volte (chiavi – capitoli fondamentali) così enucleandolo genialmente e perspicacemente: Un sacco bello “Nostalgia in Do minore”, Metti, una sera a cena “Scacco in Re maggiore”, Per un pugno di dollari “Duello in Re minore”, “Sapore di sale” canzone di Gino Paoli “Amore in Mi maggiore”, “Deep Down” da Diabolik “Fascino in Mib maggiore”, Il clan dei siciliani “Indagine in La minore” e Giù la testa “Pace in La minore/Sib maggiore”.
C’è da dire anche, per chi ancora potesse supporre che sia sovrabbondante nella recensione di questo raccoglitore di nostalgie, pentagrammi, riferimenti, battute, passioni e analitiche osservazioni, che la moglie di Morricone, l’amata musa Maria Travia – frase riportata nel libretto e nel suo comunicato stampa – ricompensò nel gennaio 2016, poche ore dopo la vittoria del Golden Globe per The Hateful Eight e l’intervista fatta al marito proprio da Castelnuovo: «Io, di interviste a mio marito, ne ho sentite tante. Ma una così bella, mai». E posso aggiungere che di libri e libroni su Morricone ne ho letti tanti ma uno così piccolo eppur corposo mai! Inoltre, come non apprezzare Castelnuovo che tra i tanti aneddoti, film e temi citati, oltre quelli presentati come apertura dei succitati 7 capitoli, menziona uno di quelli, cosiddetti erroneamente ‘minori’, da me sempre adorati visceralmente: “Mesa verde” da Giù la testa; tra l’altro tra i preferiti del Genio Ennio Morricone.

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