A Night at the Theatre – I Queen alla corte di sua maestà il Cinema

cover libro queen at the theatreVincenzo Cossu
A Night at the Theatre – I Queen alla corte di sua maestà il Cinema (2022)
Casa Editrice: Arcana Edizioni
Pagine 240
COD: 9788892770720
Prezzo 16, 50 euro

La musica dei Queen merita di essere raccontata secondo declinazioni del tutto non convenzionali. Le biografie “classiche” sono utili ed importanti, così come le raccolte aneddotiche o più tecniche, ma la storia stessa della band impone visioni alternative capaci di svelarne la grandezza in modo sorprendente. Ed oggi, nel giorno dell’anniversario della morte di Freddie Mercury, vogliamo analizzare la storia artistica dei Queen (ed omaggiarla) da un punto di vista più prettamente cinematografico, prendendo in considerazione non solo le grandi colonne sonore e le tante canzoni utilizzate in film di successo, ma soprattutto la visione estetica più roboante che lo stesso Freddie Mercury ha voluto dare alla band fin dagli inizi.


I Queen hanno sempre avuto un approccio prettamente ‘performativo’ alla loro arte, non limitandosi mai ad apparire come bravi esecutori ma creando delle vere e proprie esperienze immersive a 360 gradi. La monografia di Vincenzo Cossu “A Night at the Theatre – i Queen alla corte di sua maestà il Cinema” parte proprio da questo concetto e analizza l’immagine stessa della band ancora prima di raccontarne le esperienze relative al mondo del cinema. Lo fa a partire dalla passione di Freddie Mercury per i film dell’epoca d’oro di Hollywood, quella dei film in bianco e nero e dei grandi kolossal, che lo hanno poi fin da subito indirizzato alla costruzione dell’iconografia tradizionale legata alla band (basti pensare, per citare forse l’esempio più famoso, alla copertina dell’album “Queen II” apertamente ispirata a Marlene Dietrich).
Cossu, analizzando la produzione musicale dei Queen, fa emergere una qualità che si potrebbe definire addirittura ‘estetico-grafica’, grazie alle sperimentazioni sonore avvolgenti, all’utilizzo dei cori e alla rumoristica che fanno sempre capolino all’interno dei loro brani e che sono elementi distintivi più tipici al mondo del visivo. Tutto il catalogo musicale della band è costituito da veri e propri ‘concept album’ (come per esempio “Queen II”, “A Night at the Opera” e “A Day at the Races”), nei quali le qualità descrittive della loro musica vengono esaltate ai massimi livelli. Più in generale, infatti, l’eclettismo e il ‘colore’ rappresentano le principali qualità dietro la potenza visiva della loro musica grazie, in primis, alle ispirazioni derivanti proprio dalle altre discipline che la band ha sempre tenuto in grande considerazione: cinema, danza, teatro e in generale tutte le forme di arti performative.
I capitoli centrali del libro sono interamente dedicati alla spiegazione di come sono state realizzate le uniche due colonne sonore alle quali la band abbia mai lavorato, quelle dei film Flash Gordon e Highlander, raccontandone la genesi e i numerosi retroscena che ne hanno caratterizzato l’elaborazione (talvolta sfatando anche alcuni miti consolidati nel tempo). Il libro poi prosegue dando molti spunti sui tanti brani che la band ha, di volta in volta, prestato al grande schermo (non solo “Love Kills” ma anche altri pezzi più ‘eclatanti’, come “We Will Rock You” e “Under Pressure”, sono infatti apparsi in colonne sonore di film più o meno famosi), all’analisi dell’unica soundtrack mai realizzata da Brian May, quella per il film Furia, e al singolo degli Immortals di John Deacon per la pellicola di John Hough del 1986 Biggles, rimasta l’unica divagazione solista del bassista.
Il capitolo più significativo è quello dedicato al biopic del 2018 Bohemian Rhapsody. Il film viene analizzato da Cossu con estrema accuratezza, ripercorrendo per il lettore l’intera sceneggiatura, ricercando i punti di contatto ma anche le tante (necessarie) differenze con i fatti storici. Una sorta di guida al film che consente di apprezzare di più e meglio le scelte, a volte estreme, operate per la sua realizzazione.
Ripercorre le mirabolanti avventure dei Queen attraverso i loro legami con le altre arti performative significa (ri)scoprire i momenti fondamentali della storia della band, confermando ulteriormente quanto il legame tra la musica del gruppo e il cinema nello specifico sia stato estremamente totalizzante e la cui conoscenza attraverso l’opera di Cossu non può che rendere felici tutti gli appassionati. Senza dubbio, indipendentemente dallo spunto interpretativo che si vuole prendere in considerazione, il carisma e la teatralità della Band uniti alla voce mirabile e istrionica di Freddie Mercury, rimarranno per sempre intramontabili, elevandoli non soltanto a miglior rock band di tutti i tempi ma anche ad icone culturali indiscusse che per sempre costelleranno il nostro intero immaginario collettivo.

Stampa