Colonne Sonore in Giallo – Jazz e Pop nel Thriller

cover libro colonne sonore in gialloGiuseppe Ferdico
Colonne Sonore in Giallo – Jazz e Pop nel Thriller (2023)
Musicians & Producers srls
www.musiciansandproducers.com
100 Pagg.
Euro 12



In pieno lockdown, esce nel 2021 per l’editore Musicians & Producers un prezioso volumetto intitolato “Colonne Sonore in Giallo – Jazz e pop nel thriller” scritto da Giuseppe Ferdico. Prima ancora di leggere il testo, sono incuriosito dal nome dell’editore e vado subito sul loro portale per capire cosa fanno. Si tratta di un “luogo” multifunzionale che propone una serie di servizi tipici del management artistico musicale, affiancato però da una serie di pubblicazioni interessanti, come approfondimenti di materia teorica, strumentale, culturale intorno all’argomento musica senza staccionate di genere. I titoli non sono moltissimi, ma si comprende da subito che la linea editoriale privilegia la qualità dell’argomento e della penna che li tratta.


Venendo al testo in questione, “Colonne Sonore in Giallo – Jazz e pop nel thriller” si propone come una kermesse semi-enciclopedica della musica per film dedicata al genere thriller. L’autore Ferdico, nei primi tre capitoli (1 ‘Quando il jazz si veste di giallo’, 2 ‘Edgar Allan Poe il primo maestro del brivido’, 3 ‘Il Giallo Mondadori e gli scrittori italiani’) passa in rassegna i più importanti e significativi scrittori e film del genere giallo, partendo dai capifila anglosassoni e arrivando ai casi nostrani, a partire dalla metà dell’800 fino ai nostri giorni. Tutte penne autorevoli e meritevoli di menzione, ovviamente con nomi più o meno conosciuti: a volte sono più noti i nomi dei protagonisti delle loro opere rispetto ai nomi di chi quelle opere le ha scritte; tuttavia, emerge il prezioso sguardo dall’alto che l’autore propone alla curiosità del lettore che ne esce ampiamente soddisfatta. Non solo. La reazione immediata è, da un lato, quella di aprire Spotify e ascoltare le musiche citate nel testo; dall’altro quella di procurarsi tutti i film e telefilm elencati. Sì, proprio telefilm di qualche decade fa, da Kojak a La signora in giallo, da Starsky&Hutch alla longeva serie de Il Commissario Montalbano.
Per l’approfondimento il nostro sceglie in rassegna sette film: Ascensore per il patibolo, Anatomia di un omicidio, Psycho, La Pantera Rosa, L’amico sconosciuto, Il giustiziere della notte e Profondo Rosso. Per ogni pellicola, egli propone biografie di registi, attori e musicisti, oltre ad approfondimenti e aneddoti legati alla genesi e alla registrazione della colonna sonora. Nella scelta di Ferdico c’è di tutto: dalla colonna sonora per soli archi di Psycho scritta da Bernard Herrmann, al funky jazz di Herbie Hancock per Il Giustiziere della Notte, dal cool jazz (proto modale) di Miles Davis per Ascensore per il patibolo allo spasmodico sperimentalismo di Gaslini e i Goblin per Profondo Rosso. L’autore dimostra ancora una volta come la musica per film non sia in realtà un genere musicale, bensì una sensibilità.
Questo lavoro, come dirà un noto regista più avanti, costituisce un esempio della capacità di saper “unire i puntini”. Ferdico, appassionato di gialli e/o thriller (pubblica la trilogia gialla “Sergio Porta investigatore non vedente”), di cinema e di musica (soprattutto jazz, a quanto pare, di cui è un vero esperto: suo il volume “30 anni di jazz a Milano”) propone un lavoro in cui emergono i fili musicali e biografici di questi puntini: essi sono mostrati e svelati al lettore che ne ricava uno sguardo di insieme che contagia la tentazione di passare notti intere (per rimanere in tema) a vedere e ascoltare questi film, alcuni dei quali rinomati capolavori, altri invece capolavori più nascosti. Una rassegna certamente non esaustiva (perché non citare un film fondamentale per la blaxploitation, intriso di jazz, come Shaft il detective?), ma sicuramente ricca di conferme e piacevoli sorprese. Personalmente, mi era sfuggito che Herbie Hancock avesse composto la colonna sonora de Il Giustiziere della Notte, e questo non fa che confermare che molto spesso questi film sono stati “aiutati” notevolmente dalle loro score che ha avuto almeno pari successo. Un esempio per tutti: La Pantera Rosa di Blake Edwards e tema immortale di Henry Mancini.
L’autore dedica il libro ai capostipiti dei suoi “puntini”: Agatha Christie per il giallo, Alfred Hitchcock per il cinema e Miles Davis per la musica. Qui è racchiusa la sua capacità di saper sintetizzare interessi attigui in un’opera snella ma compiuta. Infine, riporto il breve passaggio che apre il testo, scritto dal regista Pupi Avati, grande appassionato di jazz e clarinettista nella Bologna degli anni ’50: “Caro Giuseppe, hai trovato davvero un modo creativo di gestire i tempi del lockdown. Questo dimostra (e ti sono riconoscente dell’esempio) come anche dalle peggiori disgrazie possano scaturire momenti di vitalità e di speranza”.

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