Il Cinema di Elio Petri

cover libro cinema elio petriAlfredo Rossi
Il Cinema di Elio Petri (2023)
A cura di Enrico Giacovelli
Con un saggio di Jean A. Gili
Gremese Editore, 192 pagg.

Pubblicato per Gremese Editore, questo entusiasmante saggio di Alfredo Rossi è dedicato al cinema, al pensiero ed alla vita del regista Elio Petri; un lavoro approfondito, ma al contempo agile e di facile consultazione, che si è reso necessario nel tempo, data la scarsa reperibilità di pubblicazioni organiche sulla filmografia del regista romano e sulla sua opera in generale, che va dunque a colmare una grave lacuna.
Il libro, diviso in sezioni, comincia con due saggi: la straordinaria prefazione del saggista, regista e critico francese Jean A. Gili - “Rappresentare il mondo come un poeta” - che riprende ed amplia la precedente storica monografia “Elio Petri” (primo libro in assoluto dedicato al cineasta romano, pubblicato nel 1974), e quello dello stesso Alfredo Rossi - “Cominciare dalla fine”- in cui l’autore afferma che “ambizione di questo libro è dar conto, in modo settario e ostinato, dell’itinerario di radicalismo concettuale e linguistico dell’intellettuale Petri, figlio di un pensiero sempre più disperato – pur nell’ironia e autoironia di cui sempre assume la maschera – sul reale. E questo non solo attraverso i film, ma anche attraverso quegli scritti e trattamenti che risultano creativi, estremi ed illuminanti quanto il suo cinema”.
Seguono le interessanti sezioni “Biofotogrammi” (una sorta di biografia per anno, dal 1929 al 1982, con le tappe umane e artistiche fondamentali) e “P.P. Parla Petri” (una serie di dichiarazioni su vari argomenti, tratte da un’intervista di Aldo Tassone a Petri). Entriamo poi nella parte più corposa del libro – “I Film di Elio Petri” -  suddivisa in sei capitoli, densi di informazioni, riferimenti socio-culturali ed artistici, oltre ad un ricco apparato fotografico: “Petri, formazione di un intellettuale”, in cui l’autore analizza la giovinezza del regista, la militanza nel Partito Comunista, le sceneggiature scritte per altri registi (fondamentali quelle per Giuseppe de Santis), la realizzazione dei primi cortometraggi e la collaborazione con la rivista “Città aperta”; seguono una serie di capitoli organizzati in schede, testimonianze e con commento critico: “Le due opere prime (Esistenzialismo, nevrosi, anarchia e fine dell’immaginario neorealista)”, che si concentra sulle fasi di ideazione e realizzazione dei suoi primi due lungometraggi, L’Assassino del ‘61 e I giorni contati del ‘62; ”I film dell’età di mezzo” che analizza il periodo che va da Il Maestro di Vigevano del ‘63 fino a Un tranquillo posto di campagna del ‘68; ”Il cinema politico di massa (La piazza carnevalizzata, il sublime sovversivo, il comico e il ritorno del tragico)”, che analizza per esteso due gioielli come Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto del ‘70 e La classe operaia va in Paradiso del ‘71; “Dal Carnevale all’Apocalisse (Le apocalissi laiche, il discorso feticistico-anale)”, con l’analisi di La proprietà non è più un furto del ‘73 e Le mani sporche del ‘78 e, infine, “Di bambini sperduti”, che chiosa raccontando dell’ultimo film del regista, Buone notizie del ‘79, e riportando la sceneggiatura di Chi illumina la grande notte, film scritto da Petri, mai realizzato .
Concludono il libro l’epilogo, la sezione “Materiali” - contente il prezioso saggio “Sul mio lavoro con Elio” di Franco Ferrini e due racconti dello stesso Petri - e le sezioni filmografia e bibliografia. Come detto, un lavoro appassionato e perfettamente realizzato, che riesce a sviscerare ogni aspetto della complessa vicenda umana ed artistica di Elio Petri.

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