Guy and Madeline on a Park Bench & La La Land – The Complete Musical Experience

Justin Hurwitz/Damien Chazelle
Guy and Madeline on a Park Bench (Inedito, 2009)
Milan Records 399 898-2
13 brani – durata: 29’00”



Justin Hurwitz/Benj Pasek/Justin Paul
La La Land – The Complete Musical Experience (Id. - 2017)
Interscope Records 00602557486575
CD 1: 22 brani – durata: 43’00”
CD 2: 22 brani – durata: 51’00”



Lo sceneggiatore e regista Damien Chazelle ama la Musica e in particolar modo il Musical! Perché direte voi? Ma se siete dei cinefili dovreste già saperlo! In ogni caso ve lo dico: Perchè il primo suo film da regista è stato proprio un Musical metropolitano, Guy and Madeline on a Park Bench del 2009 (due vittorie e cinque nomination a vari Festival internazionali, tra cui il nostro Torino Film Festival dove ha vinto il premio speciale della giuria), purtroppo inedito in sala e in TV nel nostro Paese ancora oggi, anche dopo la caterva di riconoscimenti che il suo terzo film ha racimolato in tutto il globo, parlo ovviamente dell’oramai strafamoso cult musical La La Land.

Il secondo film da regista, sempre da lui scritto, Whiplash (3 Oscar), Chazelle lo ha improntato su di un batterista che si affida ad un insegnante di un prestigioso Conservatorio per diventare un grande musicista; insegnante particolarmente brutale e ligio al suo dovere di iniettare in un così grande potenziale di musicista tutto il sapere dell’arte della batteria, da superare limiti umani insuperabili. Quindi torno a ribadire che a questo promettente e talentuoso regista e sceneggiatore piace tanto la Musica e in particolar modo il Musical in tutte le sue forme e sfumature! Difatti Guy and Madeline on a Park Bench, storia di un trombettista jazz nero, Guy, che si innamora della timida Madeline, ma essendo alla ricerca frenetica di un tema originale da comporre, perde per strada la sua amata, anche se i due amanti sembrano destinati a stare comunque insieme, è in un certo qual modo, soprattutto musicalmente ma anche narrativamente, una sorta di anticipazione di atmosfere e sensazioni emozionali sonore del vincitore di 6 Oscar, tra cui miglior colonna sonora e canzone (“City of Stars”), La La Land. E qui il merito non è soltanto del prodigioso Damien ma soprattutto del suo sodale amico e compositore Justin Hurwitz che meritatamente si è aggiudicato il premio Oscar, il Golden Globe, il Bafta, l’International Film Music Critics Award (IFMCA) e un’altra moltitudine di premi più o meno noti internazionalmente, il quale ha scritto una OST per La La Land strepitosa e ancor prima, altrettanto sensazionale, per Guy and Madeline on a Park Bench, facendo presagire grandi cose per il suo futuro di compositore per immagini: ma questo lo possiamo apprendere solo adesso che abbiamo, grazie all’etichetta Milan Records che l’ha stampata per la prima volta, cavalcando il successo mondiale della score e song album di La La Land, per l’appunto la soundtrack del primo film di Chazelle del 2009. Una scoperta davvero deliziosa per le orecchie di noi affamati di Musical di fattura pregevole non solo visivamente. Guy and Madeline on a Park Bench, pur nella sua breve durata di circa 30 minuti di musica e canzoni, è seriamente un gioiello sonoro da possedere a tutti i costi, di quelle OST che ti viene il desiderio continuo di ascoltare e riascoltare perché non ne puoi proprio fare a meno e perché talmente orecchiabili, cantabili e fischiettabili da diventare un tormentone piacevole per chi vi sta vicino e magari si incuriosisce e compra il CD.
Hurwitz, e questo si era già capito con la score e le songs di La La Land, ama il jazz in tutte le sue peculiarità ed ama il musical raffinato e meno sontuoso e popolare come quello hollywodiano, sfarzoso e grandioso pur sempre elegante nelle forme e contenuti; per intenderci il musical europeo e in particolare quello francese di Michel Legrand per il sodale Jacques Demy, regista appassionato di commedie musicali, di cui diverrà lo specialista in Francia, dopo La baie des anges (1962), nel 1963 con Les Parapluies de Cherbourg (Palma d’oro al Festival di Cannes) e il seguito Josephine. Molti degli elementi musicali presenti in La La Land si trovano già nella partitura di Guy and Madeline on a Park Bench: esuberanza orchestrale molto Off Broadway (sentite l’”Overture” che apre l’album!) con largo uso di archi, batteria e fiati (esegue la Bratislava Symphony Orchestra) che poi in forma jazzistica-swingante lasciano spazio ad un tema che sembra antesignano di quello principale di La La Land. “Cincinnati” per tromba con sordina, piano e spazzole, lascia ad Andre Hayward l’onore di cantare un pezzo molto jazzy con liriche di Chazelle (come del resto tutte quelle della score). “New Apartment” è una nenia fiabesca, mentre “Love in the Fall” per la voce di Eli Gerstenlauer e musica aggiuntiva di Daniel Dimaggio, viaggia tra jazz virtuoso per tromba (il protagonista di colore Jason Palmer) alla Miles Davis e passi da tip tap alla Cotton Club. “Boston” è una pagina ariosa per orchestra con celesta e oboe in primo piano. “It Happened at Dawn” con la dolce voce sottile della protagonista Desiree Garcia è un valzer delicatamente romantico alla Michel Legrand: una canzone indimenticabile e di quella dolcezza commovente che ti fa sentire in Paradiso!
“Keith” ancora di più marca il flebile confine tra la citazione legrandiana palese e il vago riferimento allo stile del compositore di Yentl e Il caso Thomas Crown. “Haircut” presenta sottoforma strumentale per xilofono e pianola il tema della canzone “Cincinnati”. “New York” appare come una scanzonata scorribanda orchestrale disneyana per i parchi a tema con il suo incedere divertito e divertente. “Je savais pas” è la versione spiritosa francese cantata da Chazelle stesso del tema d’amore “It Happened at Dawn”. “Boy in the Park” rivede la Garcia in una traccia jazzata molto Gershwin e Marilyn Monroe di “Diamonds Are A Girl’s Best Friend”, con performance di tip tap inclusa. Gli ultimi due brani che chiudono la OST sono “Cincinnati Waltz” e “Theme End Credits”, il primo dichiaratamente legrandiano e il secondo summa dei temi del film per una chiosa romantica e spensierata da Happy Ending.
La versione deluxe edition della colonna sonora di La La Land, denominata ‘The Complete Musical Experience’, uscita mesi e mesi dopo il film al Cinema e i dischi singoli della score e delle songs, comprensiva di tutta la partitura e le canzoni originali e preesistenti presenti nel musical, è una vera chicca non soltanto per collezionisti ed amanti della pellicola con il granitico Ryan Gosling e la delicata Emma Stone. Nei due CD della Soundtrack tutti i pezzi sono in ordine di apparizione nel filmico, alcuni contenenti parti tagliate nelle versioni singole delle colonne sonore uscite in precedenza, con un packaging che contiene inoltre un libretto, che oltre ai crediti della scoring, in un lato riporta la locandina del film stesso, in più la partitura della canzone premio Oscar “City of Stars”, un mini poster del film e un altro libretto con foto rappresentative dei protagonisti e di alcune sequenze iconiche. Per la recensione della OST vi posso anche rimandare a quella da noi pubblicata a suo tempo e così faccio (link) ma ci tengo a sottolineare che se avete adorato il musical allora non potete lasciarvi scappare questa edizione definitiva molto ben curata e omnicomprensiva che vi lascerà senza fiato. Perché potrete gustarvi il lavorio compositivo elegante e citazionista di Hurwitz e dei membri del cast che in prima persona eseguono e cantano le tracce di questa colonna sonora, a ben vedere, divenuta giustamente Cult! Vi devo confessare che a me, da sempre ammiratore appassionato dei Musical e di cult assoluti come West Side Story, Cantando sotto la pioggia, Sette spose per sette fratelli e altri (l’elenco sarebbe assai lungo e dispersivo!), La La Land non ha entusiasmato più di tanto, specialmente per l’interpretazione monocorde di Gosling e la troppa carineria forzata della Stone, per non parlare delle voci precisamente non azzeccate, a mio modesto parere. Però la cosa che mi ha fatto godere in minima parte del film e non farlo essere una cocente delusione, dopo tutto il clamore suscitato alla sua uscita in sala e ancor prima dalla critica blasonata che forse non rammentava i veri musical del passato più o meno recente, gridando subito al capolavoro, è stata seriamente la musica di Justin Hurwitz su liriche di Benj Pasek e Justin Paul, tra l’altro e ovviamente fondamentale in una pellicola del genere: come si può rimanere indenni dal fascino di canzoni quali “Another Day of Sun”, “City of Stars” in tutte le salse, “”Audition (The Fools Who Dream)” e la strumentale chiusura di “Credits”? Ditemelo voi!      

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