Bohemian Rapsody & Rocketman
Queen
Bohemian Rapsody (Id. – 2018)
Virgin 0602567988724
Lato 1: 6 brani
Lato 2: 4 brani
Lato 3: 5 brani
Lato 4: 7 brani
Bohemian Rapsody – Dietro le quinte
Il libro ufficiale del film (2019)
Prefazione di Brian May & Roger Taylor
EPC editore (www.epc.it)
Pag. 160
20 euro
Elton John & Bernie Taupin
Rocketman (Id. – 2019)
Virgin CDV 3231
22 canzoni – Durata: 72’52”
Rocketman – Dentro l’universo del film (2019)
Prefazione di Elton John
EPC editore (www.epc.it)
Pag. 160
22 euro
Freddie Mercury ed Elton John: genio e sregolatezza. Frase parecchio abusata ma calzante ai due protagonisti assoluti di questi due biopic sensazionali e sensazionalistici: Bohemian Rapsody e Rocketman. Parliamo di due Geni della Musica popolare, anche se in questo specifico caso la loro Musica non ha confini né definizioni che la possano delimitare in convenzioni circostanziate, seppur qualificata comunemente Pop.
Perché la Musica e le Canzoni di Freddie Mercury ed Elton John, i due protagonisti di questa recensione che li unisce emblematicamente in un connubio tra le note, è puro Genio e Sregolatezza come dichiarato all’inizio; anche se Mercury – e tutti gli altri Queen, ovvero Roger Taylor, Brian May e John Deacon – era etichettato come cantante rock ma nel suo Sound convivevano generi musicali differenti (glam rock, progressive, pop rock e hard rock) mescolati e shakerati con genialità compositiva, grazie in verità al talento strabordante di tutti i membri, da farli apparire innovativi e di conseguenza rivoluzionari, e John propriamente e riduttivamente un cantante di genere pop, in realtà facendo anch’egli coesistere nelle sue composizioni diversi stili sonori - symphonic rock, glam rock, pop rock e hard rock - che mischiati esplodevano in qualcosa di esuberante ed eccentrico come la sua persona.
E ad esuberanza ed eccentricità Freddie Mercury, pseudonimo di Farrokh Bulsara (Stone Town, 5 settembre 1946 – Londra, 24 novembre 1991), ed Elton John, pseudonimo di Reginald Kenneth Dwight (Londra, 25 marzo 1947), ne avevano da vendere e da far invidia a coloro che hanno, inutilmente, cercato di emularli successivamente ma scadendo nel ridicolo, cosa che loro stessi hanno rischiato di fare più e più volte nella loro lunga e complicata carriera, irta di eccessi (droga, alcool e sesso sfrenato che per i tempi in cui hanno vissuto, essendo omosessuali, non era precisamente sicuro – vedi AIDS) ed alti e bassi pericolosi e demistificanti, però quando la Classe non è Acqua tutto si supera ascendendo nell’olimpo della Arte pura e dura senza eguali.
Due personalità, come già qui asserito in più momenti, geniali e sregolate che sono state raffigurate nei due biopic Bohemian Rapsody e Rocketman (anche se nel caso di Elton John trattasi di persona ancora esistente), narranti la loro infanzia, adolescenza e maturità private e professionali dai ’60 agli ’80: entrambi emozionalmente intensi, forse edulcorati nei racconti più scabrosi e difficili, e veritieri di una verità che solo e soltanto chi gli ha vissuto seriamente accanto conosce e che nei due film viene quasi sicuramente fuori in minima parte perché, citando logicamente i Queen, “The Show Must Go On” (Lo spettacolo deve continuare) e la finzione spettacolare colpisce dritto al cuore meglio di qualsivoglia verità talmente reale e disturbante da perdere in partenza in spettacolarità ed emozionalità. Quindi ben vengano le digressioni anche se fanno storcere il naso ai Fan più oltranzisti e denigratori dei due film in esame.
Bohemian Rapsody e Rocketman sono due pellicole eccellenti e non molto distanti l’un dall’altra per storie di vita e accadimenti, anche se il primo è un classico biopic nella forma registica e narrativa con un finale (il Live Aid) da brivido lungo la schiena infinito che non ti lascia neppure all’uscita dalla sala del cinema, ed il secondo un biopic solo all’apparenza perché, in stile Baz Luhrmann, un musical su Reginald Kenneth Dwight in cui i testi meravigliosi e costantemente aderenti alla vita del protagonista, scritti dall’amico di sempre Bernie Taupin, si fanno trama canora in una sequela di sequenza abbaglianti ed eccessive come gli svariati look kitsch e provocatori di Sir Elton John. E non dimentichiamo che questi due film biografici sono quello che sono, cioè l’essenza musicale e l’anima emotiva di Freddie ed Elton grazie alle mimetiche e stratosferiche interpretazioni di Rami Malek (Mercury) e Taron Egerton (John).
Bohemian Rapsody ha ottenuto quattro Oscar alla 91ª edizione degli Academy Awards (miglior attore, miglior montaggio, miglior montaggio sonoro, miglior sonoro), risultando il film con più premi vinti degli ultimi Oscar, inoltre si aggiudica due Golden Globe per miglior film drammatico e a Malek come attore protagonista. Anche se la regia del film su Mercury e i Queen è di Brian Synger, in verità il 4 dicembre 2017 la 20th Century Fox rivelò il licenziamento del regista dopo una sua lunga assenza ingiustificata dal set ed al suo posto venne chiamato Dexter Fletcher per concludere le riprese e seguirne la post-produzione. Nel giugno del 2018 la produzione dichiarò che ad essere nuovamente accreditato come regista del film sarebbe stato Bryan Singer. Il nome di Dexter Fletcher ritorna alla ribalta, e non è un caso che questa recensione accomuna i due biopic, proprio con Rocketman visto che ne è il legittimo regista.
Se non lo sapevate o magari vi era sfuggito, i Queen ed Elton John hanno avuto a che fare in molteplici occorrenze con la Settima Arte e la sua controparte musicale, l’Ottava Arte, visto che hanno scritto e cantato diverse canzoni originali per film e molti loro successi sono finiti, usati nei modi più diversificati e strani, in pellicole di vario genere.
I Queen hanno scritto l’intero album “A Kind of Magic” come colonna sonora per il film del 1986 Highlander – L’ultimo immortale, il primo della serie, diretto da Russell Mulcahy con Sean Connery e Christopher Lambert, con luminosa partitura di Michael Kamen. Alcuni brani estratti sono diventati delle vere e proprie hit della band inglese, ovvero “A Kind of Magic”, “One Vision” e la bellissima, magniloquente ed enfatica “Who Wants to Live Forever”. Dapprima, nel 1980, composero parte della colonna sonora del film cult di fantascienza Flash Gordon diretto da Mike Hodges, con Max von Sydow, Ornella Muti, Mariangela Melato, Timothy Dalton e score originale di Howard Blake.
Elton John ha composto le canzoni di ben 5 pellicole, con i testi in alcuni casi del fidato Bernie Taupin (interpretato abilmente dal ‘Billy Elliot’ Jamie Bell in Rocketman): il film del 1971 Due ragazzi che si amano di Lewis Gilbert (Friends in originale); il classico d’animazione Disney Il re leone, di cui a breve avremo la versione live action (sic!), con testi anche di Tim Rice e musiche di Hans Zimmer, vincitore come migliore colonna sonora originale e miglior canzone (“Can You Feel the Love Tonight”) ai Golden Globe e agli Oscar; la score completa del film La dea del successo (The Muse) del 1999 con Sharon Stone e diretto e interpretato da Albert Brooks; il film d’animazione Dreamworks La strada per El Dorado (The Road to El Dorado) del 2000 con canzoni originali e testi anche di Tim Rice e partitura di Hans Zimmer e John Powell; il film d’animazione Gnomeo & Giulietta (Gnomeo & Juliet, 2011) con la score originale di James Newton Howard e Chris Bacon basata sulle hit famose di John più qualche nuova canzone.
In Rocketman gli arrangiamenti orchestrali e strumentali delle canzoni storiche e ultracelebri e celebrate dell’accoppiata John/Taupin ad opera del compositore Matthew Margeson (Kick-Ass 2, Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali, Kingsman: il cerchio d’oro), che ne cura la score originale che nel marasma di canzoni va un po' disperdendosi senza possedere una sua vera identità, sono parecchio incisive e riuscite, rendendo ancora più esaltanti canzoni già di loro assai elettrizzanti e indimenticabili. Hit Songs quali – e tutte magnificamente interpretate dagli attori di un cast unitissimo e ben scelto in ogni singolo ruolo –, citando le più note, “Crocodile Rock”, “Don’t Go Breaking My Heart”, “Sorry Seems to Be the Hardest Word”, “I’m Still Standing”, “Your Song”, “Thank You For All Your Loving”, con l’inedito pezzo “(I’m Gonna) Love Me Again” nella performance di Elton John e la sua mimesi filmica Taron Egerton nel quale non si percepisce la differenza canora tra i due talmente Egerton è identico nella voce a John.
Bohemian Rapsody è uscito in CD e in doppio vinile contenente versioni originali, molti live e rivisitazioni dei Queen di canzoni celeberrime come “Radio Ga Ga”, “We Are the Champions”, “Who Wants to Live Forever”, “We Will Rock You”, “Bohemian Rapsody”, “Somebody to Love” e “Crazy Little Thing Called Love”.
E i due libri dietro le quinte dei biopic, editi dalla medesima casa editrice EPC, svelano parecchi aneddoti interessanti e curiosi sulla realizzazione dei due film e sul cast tecnico ed artistico, nonché contengono un’iconografia davvero spettacolare e illuminante delle sequenze madri e dell’iter che ha portato alla messa in scena di queste due opere cinematografiche che nel bene e nel male hanno lasciato il segno nella Settima Arte. E sono due libri da leggere tutti d’un fiato non solo se siete fan sfegatati di Freddie Mercury e Queen ed Elton John!