Across the Universe

Cover Across the UniverseJohn Lennon/Paul McCartney/AA.VV
Across the Universe (id. - 2007)
Interscope/Universal B0009801-02
16 brani – Durata: 52’30”

Come si fa a dare un voto a classici senza tempo come “Let it Be”, “Hey Jude” o “Lucy in the Sky with Diamonds”? Non è semplice, sembra quasi sacrilego. E, all’occhio (ma, soprattutto, all’orecchio) del beatlesiano irriducibile, può apparire anche sacrilega la scelta di Julie Taymor di scrivere un musical, un film musicale, Across the Universe, basandolo interamente sulle canzoni dello storico quartetto britannico. Eppure no, il risultato non è un plagio, né una banale imitazione, bensì un lavoro coraggioso ed estremamente innovativo. Già, perché ci vuole coraggio per far interpretare “Come Together” da Joe Cocker o “I am the Walrus” da Bono, molto coraggio. La Taymor non ha compiuto la scelta più facile, ideare un musical senza comporne appositamente le canzoni, bensì la più difficile e la più azzeccata. I Beatles, infatti, non potevano essere la migliore colonna sonora per una commedia musicale ambientata a Liverpool e negli Stati Uniti, negli anni Settanta, basata sulla storia del giovane Jude (nome scelto a caso? Improbabile!), che decide di lasciare la natìa Inghilterra per partire alla volta degli Stati Uniti dove troverà l’amore, ma anche la guerra del Vietnam. Facile intuire, quindi, come le celeberrime canzoni di Lennon e McCartney fossero molto più indicate rispetto a una partitura creata apposta per l’occasione.
Certo, non si può negare di restare leggermente sconcertati di fronte alle versioni completamente rivedute e corrette dei brani: “I Want to Hold Your Hand”, se non la si sapesse interpretata da T.V. Carpio, potrebbe sembrare cantata da Joan Baez, tanto le voci delle due si somigliano, con relativa atmosfera hippy assolutamente a tema; “Let it Be” intonata da una voce femminile, quella di Carol Woods, e accompagnata da un coro gospel è davvero diversa dall’originale, ma il risultato è convincente. Così come la già citata “Come Together” in versione Cocker è più dura, più rock, sorprendente, ma in senso positivo.
Ed è un bene che i brani siano stati riarrangiati e reinterpretati, altrimenti si sarebbe trattato di un “facciamo un musical con le canzoni dei Beatles”, non di un lavoro originale e ben riuscito, complimenti alla Taymor e al suo coraggio (e, ovviamente, agli autori dei brani, ma quello è scontato!).

Stampa