Concha Bonita

Cover Concha BonitaNicola Piovani
Concha Bonita (2005)
RCA
26 Brani – Durata: 69’43’’

Quella tra Nicola Piovani e il teatro è sempre stata un’affinità elettiva. La rappresentazione da palcoscenico ha più volte favorito una brillante e totale librazione del colorito espressionismo musicale del compositore romano, delle sue esclusive tonalità popolari saldamente radicate nell’operetta. Il notevole risultato raggiunto con Concha Bonita conferma quanto l’applicazione teatrale abbia negli ultimi tempi superato la recente attività cinematografica, vuoi per maggiori stimoli d’ispirazione, vuoi per la più grande libertà offerta all’estro dell’approccio narrativo. Musicata su libretto del regista Alfredo Arias e dello scrittore René De Ceccatty (versione italiana dello stesso Piovani con l’immancabile ausilio di Vincenzo Cerami) la vena comico-dissacratoria di questa “commedia fantastica in musica”, che segue le traversie di una transessuale costretta dalla sorte a fare i conti con un passato presentatosi nella vesti di una figlia concepita quando ancora uomo, trova, infatti, una controparte musicale quasi inevitabile nelle verve umoristica di un Piovani a briglie sciolte. Che qui non lesina alcunché del suo vocabolario umoristico e accentra il variegato discorso tematico/canzonistico intorno ad un’aria dalla malinconia tipicamente piovanesca (“Yo Busco A Un Hombre”). Siparietti vaudeville (“Un Tranvetto D’Allegria”), maliziose filastrocche (“Era Maggio Era Di Sera”), parentesi da gran varietà (“Come Al Varietà”), barcarole notturne (“Buscar A Un Padre”), vampate rock (“Ma Che Bella Bambola”) e ricorrenti incursioni nel ballabile latino-americano (“La Rumba Dei Marciapiedi”, “Mambo De Concha”) girano su assoli, duetti e corali dell’eccellente cast di interpreti (nobilitanti interpretazioni capaci di mitigare anche qualche eccessiva forzatura nei testi). Divisa tra stravaganze bohemienne e leggerezze da avanspettacolo, energicamente cavalcate dall’Orchestra Aracoeli, un’opéra-comique che non poteva trovare migliori cure e che pure nella versione discografica mantiene pressoché intatta la sua freschezza - nonostante una familiarità melodica che potrebbe scoraggiare i conoscitori del Piovani filmico. Qui, comunque, alle vette del suo ultimo repertorio; anche perché nel pieno del suo elemento.

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