Scoop

cover_scoop_donaggio.jpgPino Donaggio
Scoop (1992)
Emergency Music Italy
16 brani - Durata: 51'26''



Spin-off del filone noir-tentacolare di quegli anni, Scoop è una miniserie televisiva prodotta da Giovanni Di Clemente e diretta dal geniale regista madrileno José Maria Sanchez con protagonista Michele Placido - eliminato fisicamente tre anni prima da La piovra - qui in grande spolvero nei panni del giornalista-detective Marco Bonelli.
Sei film per tre episodi di due puntate l'uno trasmessi da Rai Due nel gennaio 1992. Cervellotici incastri e misteriose circostanze, intrighi di potere, fantomatiche avventure tra Italia, Germania e Spagna che coinvolgono tutto e tutti sono alla base di questo prodotto apprezzabile benché impregnato a tratti di “già visto” a stellestrisce. Sanchez (scomparso otto anni fa dopo una lunga malattia) è il regista televisivo col quale Donaggio ha lavorato maggiormente. Dopo il debutto della loro partnership artistica proprio con Scoop nel 1992, si ricordano i successivi lavori per la televisione italiana Colpo di coda (Twist) (1993), La madre inutile (1995), Le ragazze di Piazza di Spagna (1997), Il tesoro di Damasco (1998),  Gioco di specchi (1999), Piovuto dal cielo (2000), Il maresciallo Rocca 3 (2001), Commesse 2 (2002), La tassista (2003) fino all'ultimo per il piccolo schermo, Il veterinario (2005). Alla lunga lista si aggiunge anche un lavoro cinematografico (Mollo tutto del 1995) e un documentario (Coccodrilli del 1994).
La fiction si apre con la canzone “No More Words” interpretata da Ivana Spagna (e uscita come singolo negli USA proprio quell'anno), facente parte di un progetto discografico legato alla stagione americana della celebre cantante veronese.
Dal sapore anni Ottanta, con sonorità elettroniche arrangiate da Paolo Steffan, questa canzone denota l'abilità di Donaggio nel comporre su misura di artista, confezionando una melodia adatta per intensità e solidità sonora alla voce portentosa di Spagna, col testo inglese di Steffan e Spagna stessa, come da manuale per le abitudini dell'artista. Nonostante l'uso assoluto della canzone, essa rimane fortemente stilizzata al contesto filmico e ne asseconda il tono misterioso e soffuso, ben avvezza al tormento interiore del protagonista che lotta con la propria quotidianità e con i pericoli legati al suo difficile e rischioso mestiere di cronista d'assalto. Per il compositore veneziano è una prova generale per lo sviluppo di un linguaggio noir nuovo, improntato essenzialmente su ritmiche e programmazioni elettroniche (di Paolo Steffan), uso degli archi contratto quanto intenso e sibilante, con brevi incisi e progressioni sinusoidali a toni stretti e andamento ritmico incalzante e coinvolgente. Il manifesto di questa modalità espositiva (qui presente nella traccia “Scoop”) sarà, tre anni più tardi, il brano dei titoli  di testa di Palermo Milano – Solo andata di Claudio Fragasso (che valse a Donaggio il Globo d'Oro). Altro elemento ricorrente è il rapporto tra i personaggi e l'ambiente esterno. Così ai toni minori dell'impianto generale della OST, troviamo una “Separate Lovers” che, pur debuttando con la melanconia minore della sigla, poi sviluppa gli archi verso una distensione di pianoforte e oboe che si aprono in un'ascesa rasserenante e bella, prima che  il legno torni a raccontare il mondo. In “Hostages” le gittate cellulari degli archi su un tappeto elettronico creano un effetto di vuota presenza, ovvero nel film si mantengono discretamente a distanza dalle immagini, ponendosi quasi in logica conseguenza ed emanazione delle stesse, facendosi notare senza rumore ma  non indugiando mai su una dinamica  scontata o retorica, bensì seguendo uno schema armonico che è preciso e regge il brano anche a prescindere dal contesto visivo. Ostinato e minimalistico l'andamento di “Escape to Aspromonte”, con una base ritmica sulla quale si stagliano sviluppi degli archi minacciosi e insoluti, a tratti in dialogo con gli ottoni. Il legame tra Bonelli e l'amico fotoreporter Jack Latorre è raccontato da una melodia vocale suggestiva e commovente che sottende un rapporto forte e tormentato, finito in tragedia con l'uccisione di Latorre nel terzo episodio della serie (si tratta di “Ballad for a Friend”). Sonorità morbidamente jazzate nell'ispirato “When Love Begins”, mentre “Death of a Kidnapped” ci fa ascoltare un uso degli archi di stampo quasi orrorifico, con i glissando in acutissimo e l'inserto di voci umane recitate. Vicino allo stile del più tardo “Un eroe borghese” (diretto non a caso da Michele Placido...) il brano “Combing”, giocato su un uso ritmico di archi, legni e ottoni. C'è spazio anche per una ballata per chitarra acustica dal sapore mediterraneo, con un bel dialogo in acuto delle corde. “Settlement” invece (che prelude all'assassinio di un politico importante) disturba con i suoi suoni vibrati in acuto degli archi, gli innesti elettronici e la snervante situazione che si asciuga in uno stridente pedale in acuto, al quale poi si aggrappano giochi incaptabili discendenti sempre nella medesima famiglia. Infine la breve versione strumentale della canzone “No More Words”, con il suo respiro sinfonico affidato agli archi e il suono nostalgico e intristito dell'oboe. Score suonato dal'Orchestra Unione Musicisti di Roma diretta da Natale Massara.

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