Rocco Schiavone

cover rocco schiavoneBottega del Suono (Corrado Carosio & Pierangelo Fornaro)
Rocco Schiavone (2016)
Rai Com Edizioni Musicali
26 brani – Durata: 66’00”



Rocco Schiavone è una rilevante serie Tv andata da poco in onda su Rai 2, ottenendo ottimi ascolti e giudizi da parte della critica, per la regia di Michele Soavi (La setta, Dellamorte Dellamore, la serie Ultimo) con Marco Giallini protagonista, nel ruolo del vicequestore della polizia dal nome che da il titolo al telefilm. Serie televisiva tratta da due racconti brevi e quattro romanzi dello scrittore Antonio Manzini, con, oltre al considerevole protagonista principale summenzionato, un cast di contorno di tutto rispetto, un’eccellente fotografia e regia, nonché ambientazione nordica grigia e tetra da noir puro e duro (Location Aosta), e le musiche indovinate ed efficaci del duo Corrado Carosio & Pierangelo Fornaro, in arte Bottega del Suono, compositori delle serie TV Non Uccidere, Impazienti, dei film Mai + Come Prima e Tutti i rumori del mare.

L’album digitale si apre con “Gatto rosso” che delinea perfettamente le atmosfere sintetiche che accompagnano tutta la score e la serie: un susseguirsi di suoni effettati, strumenti campionati elettronici e reali, più ritmiche ondivaghe e tensive che si insinuano sotto pelle sino a farci sobbalzare e scombinare psicologicamente. Ciò accade proseguendo in questo viaggio allucinatorio musicale che nel brano “Nekros” si fa più intensamente snervante, seppur nella seconda metà del pezzo quasi fintamente distensivo. Un agglomerato di synth disturbanti che non solo tracciano il percorso di sangue che il poliziotto si trova dinnanzi nelle sue indagini ma anche il suo disagio interiore dovuto alla sua distanza dalla solarità romana delle sue origini e le sue idiosincrasie e abitudini caratteriali non propriamente piacevoli e fuori dalle regole (proprio lui che è un rappresentate della giustizia!). “Nel silenzio” rasserena l’ascolto importunante con un tema malinconico, dai tratti donaggiani, per archi e fiati che potrebbe essere il volto angelico di un’anima dark, difatti il pezzo assume derive da scary music, da nenia orrorifica: bellissimo leitmotiv che ipnotizza e raggela al contempo! Con “Fuoripista” si rientra nei canoni dell’elettronica ambient più connotativa e ritmicamente psichedelica. “Reminiscenze” inizia come una cantilena fanciullesca anche se i suoni synth sottesi sullo sfondo tracciano qualcosa di tormentoso. “Loden” per chitarra elettrica e piano, su ritmi morbidi, vede il presentarsi di un nuovo bel tema dalle caratteristiche eleganti ed energiche nel medesimo tempo (climi sonori alla Alan Parsons Project si palesano qui e la!). “Hush” da agli archi il compito di descrivere drammaticamente, con un tema luttuoso, una scena dolente: il leitmotiv alla Donaggio si rifà vivo e incarna ogni malessere e tristezza alla perfezione. “Mani libere” vede al principio il piano protagonista assoluto eseguire un leitmotiv struggente, accompagnato subito dopo da archi che rinforzano dolorosamente in crescendo tutto il substrato duro e desolato della sequenza descritta. “Senza loden” per chitarra elettrica che armonizza ed esegue il tema con una carica ardente e cortese contemporaneamente. “Rivelazioni” ondeggia tra sintetismi horror e astrattismi new age. “Big Rocko” per chitarra elettrica riverberata tra ambienti sonori alla Eric Clapton e Ry Cooder, col giungere di archi, ritmi sincopati e synth celestiali si tramuta in qualcosa di epicamente onirico. “Anime smarrite” è un colpo al cuore con quel piano mesto e sintetismi rarefatti che accendono il dolore. “Indizi” centellina il suono degli archi e degli effetti sintetici sospendendoli e sovrapponendoli in un qualcosa (luogo) di misterico (una traccia che sembra provenire dritta dagli ultimi film di James Bond musicati da Thomas Newman), salendo piano piano fino ad implodere. “Blu dentro” per batteria e chitarre elettriche suona un blues pungente e deformabile. “Avalanche” è pura tensione ritmico-synth bondiana tra Newman e Arnold, di grande spessore esecutivo. “Piano inclinato”, come si desume dal titolo, affida al piano solista accenti romantico-minimali di garbata bellezza. “Fiocchi colorati” estende il suono degli archi fino a renderli quasi un adagio mistico etereo alla Maurice Jarre di Witness – Il testimone. “Sospesi nel vuoto” si affida agli archi e ai synth per rendere in note un momento di tensione ancora più tensivo. “Apripista” è un richiamo ascetico per synth alla Brian Eno di Dune. “Campo base” suona morbidamente attraverso una chitarra acustica e un violino solisti su echi synth che dilatano lo spazio e il tempo armonico: un pezzo bellissimo! “Crest” traccia ambienti tetri sintetici ed elettronici quasi come una discesa agli inferi. “Roccia nera” cammina verso orizzonti oscuri con un suono prolungato dei synth in linea con il brano enoiano “Apripista”. “Inno a Rocco” altro non è che l’”Inno alla Gioia” di Ludwig Van Beethoven in versione hard rock per chitarra elettrica. “Vicini alle nuvole” ripresenta il tema mesto per archi, fiati e piano che in levare straziano con la loro intensità emotiva. Un plauso ai compositori Corrado Carosio e Pierangelo Fornaro per aver scritto una colonna sonora notevolmente impattante e accurata, nonché originale, per una serie tv italiana inusuale nel nostro piatto panorama televisivo.  

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