Medal of Honor - Soundtrack Collection

cover_medal_of_honor_collection.jpgMichael Giacchino/Christopher Lennertz/Ramin Djawadi
Medal of Honor - Soundtrack Collection (Limited Edition) (1999-2010)
La-La Land Records/Electronic Arts 826924115923
CD 1: Medal of Honor – 18 brani – durata: 69’27”
CD 2: Medal of Honor Underground – 18 brani – durata: 65’35”
CD 3: Medal of Honor Frontline – 18 brani – durata: 74’40”
CD 4: Medal of Honor Allied Assault – 5 brani – durata: 17’46”
Medal of Honor Pacific Assault – 14 brani – durata: 15’20”
Medal of Honor European Assault – 11 brani – durata: 32’56”
CD 5: Medal of Honor Rising Sun – 31 brani – durata: 60’59”
CD 6: Medal of Honor Airborne – 20 brani – durata: 63’52”
CD 7: Medal of Honor 2010 – 29 brani – durata: 78’34”
CD 8: Medal of Honor Bonus Disc – 46 brani – durata: 67’21”


La saga di Medal Of Honor può vantare alcune delle più belle musiche mai realizzate per un videogioco con un assoluto richiamo alla partitura realizzata da John Williams per Salvate il Soldato Ryan di Steven Spielberg. I vigorosi lavori sinfonici hanno contribuito certamente al successo della saga, consacrandone alcuni episodi allo status di culto assoluto. Electronic Arts e La-La Land Records hanno deciso quindi di raccogliere nel 2011 in un unico box-set tutte le colonne sonore della saga, dal primo Medal Of Honor pubblicato nel lontano 1999 al più recente e omonimo del 2010. Le musiche, composte da Michael Giacchino, Christopher Lennertz e Ramin Djawadi, sono state interamente rimasterizzate da James Nelson sotto la produzione di Steve Schnur, Raphaella Lima, Erik Kraber and MV Gerhard. Il set, che comprende anche un book di quaranta pagine scritto dal critico cine-musicale Dan Goldwasser, pieno di informazioni su ogni gioco e su ogni colonna sonora, è composto da otto CD. I primi sette sono dedicati alle singole OST dei titoli Medal Of Honor, Medal Of Honor Underground, Medal Of Honor Frontline, Medal Of Honor Allied Assault, Medal Of Honor Pacific Assault, Medal Of Honor Airborne e Medal Of Honor (2010). L’ottavo disco racchiude invece del materiale esclusivo facente parte delle collezioni private di Giacchino e Lennertz.

Che John Williams sia una colonna della musica da cinema non si mette in dubbio. Come non c’è da dubitare che il rapporto che unisce il musicista newyorkese a Spielberg abbia ormai superato ampiamente la dimensione professionale, per diventare un forte legame espressivo di comunanza artistica. Il che forse serve a spiegare perché la colonna sonora di Medal Of Honor, titolo videoludico voluto fortemente da Spielberg come sorta di spin-off del suo capolavoro bellico Salvate il Soldato Ryan, offre una partitura che cerca in tutti i modi di  richiamare alla memoria del giocatore lo score originale che John Williams aveva appunto creato per Ryan.

E Michael Giacchino, all’epoca giovane e sconosciuto, compose la partitura del primo Medal Of Honor improntandola proprio a quella realizzata da Williams. Un manifesto programmatico confermato nel resto dello score e degli altri capitoli della saga ambientati nella Seconda Guerra Mondiale.  Vigoroso lavoro sinfonico con la sua sontuosa orchestrazione, lo score composto da Giacchino si muove fra esplosioni di timpani, staffilate degli ottoni e archi spesso utilizzati per creare un tappeto in crescendo frammentario e “ansiogeno”. Il compositore di origini italiane ha “partorito” una colonna sonora che è una prova della sua indiscussa professionalità e della sua capacità di adattamento. Marziale, debitamente epica, a volte retorica, la partitura passa in rassegna, sempre con misura, tutti i luoghi comuni della musica “bellica”, con ampio uso di trombe, ottoni e tamburi. Tracce di accompagnamento come “Amongst The Dead” e “Battle of Monte Cassino” (entrambe dallo score di MOH Underground), sono lunghe sessioni di archi tesi e di epiche melodiche con cori femminili che accompagnano i momenti più concitati dell’azione di gioco. Brani più evocativi invece il main theme “Medal Of Honor” dell’omonimo primo capitolo, l’End Credits di MOH Airborne e l’affascinante quanto sorprendente versione alternativa di “May 10th, 1940" presente nella soundtrack di MOH Underground. Il lavoro di Giacchino segue fedelmente la linea impressa da John Williams: non offrire la minima pausa agli spettatori e immergerli totalmente negli scenari di guerra abilmente riprodotti da Electronic Arts. Gli score orchestrati da Giacchino per i vari titoli della saga sono realmente adrenalinici, patriottici e più che coinvolgenti magistralmente magniloquenti. Niente è eccessivo e nessuna traccia è priva di mordente. Un buon esempio di quanto detto sopra è rappresentato da “Beneath The City” (MOH Underground) tipico brano da action/war movie con vertiginose scale degli ottoni e ossessivo vibrato degli archi. Pura musica di accompagnamento, che fa da sfondo sonoro alle immagini, ma non perde assolutamente appeal slegata dal suo contesto originario di Original Videogame Score. Ascoltando i vari brani risulta poi difficile credere che l’orchestra alla quale Giacchino si è affidato è composta da soli sessantacinque elementi. Il risultato infatti emana l’emozione e il respiro di un’orchestra di più ampie dimensioni.  

Il discorso fatto per Giacchino vale ovviamente per Christopher Lennertz, autore degli score di MOH Rising Sun, Pacific ed European  Assault. Per Lennertz il rischio era infatti quello di farsi “travolgere” dal predecessore, realizzando una soundtrack succube dei cliché bellici che un simile prodotto mette necessariamente in campo e già ampiamente abusati da Williams prima e Giacchino poi. Invece Lennertz ha saputo impegnarsi in modo significativo anche sulla dimensione emozionale (“Dear Dad” da Pacific Assault, pur nella sua semplicità è assolutamente stu-pen-da). Ovviamente nelle partiture dei MOH composti da lui non mancano momenti epici o di plateale suspense (“The Jungle”, “Russia 1942”, “To Guadalcanal”), né ci si astiene dall’ampio uso di percussioni e ottoni per rendere la tensione incalzante, ma è giusto sottolineare come il musicista riesce anche a dare il doveroso spazio al dramma umano, individuando un bel “Main Theme” per Rising Sun (collegabile al tema principale originale realizzato da Giacchino) che viene esposto nella title track iniziale e che torna successivamente a segnare un po’ tutto lo score. Non c’è che dire, nel comporre la colonna sonora di MOH Rising Sun Lennertz ha rispettato tutte (ma proprio tutte) le regole per un “perfetto” score di genere: dalla definizione musicale dei momenti di gioco all’uso dell’organico orchestrale. Il compositore sfrutta la massa sonora scatenata da una orchestra sinfonica e di un coro da melodramma per ottenere un effetto grandiosamente epico che fornisca fin da subito il “carattere” della storia. Tutto “perfetto” quanto “accademico”, senza mai un momento morto o mancanza di originalità.

Abbandonando i vecchi scenari della Seconda Guerra Mondiale, la saga si fionda prepotentemente nel presente e con Medal Of Honor, titolo uscito nel 2010, anche la tipologia di score cambia drasticamente. Giacchino e Lennertz lasciano il posto a un altro giovane scovato e lanciato da Hans Zimmer: Ramin Djawadi. Lo score “orientaleggiante” (il gioco è ambientato in Afganistan) del compositore tedesco è caratterizzato da una forte componente “elettronica”, funzionale e incalzante che rende efficacemente a livello sonoro il clima drammatico, sapendo adattare il suo stile (mix in cui si sommano, all’interno del tipico linguaggio del genere d’azione, techno, industrial, rock e hip hop) aggiungendo un tocco personale e colorando in chiave ulteriormente dark sia melodicamente, sia attraverso l’uso di sonorità più “tese” le musiche per l’avvento nel presente di MOH. La prima cosa che si apprezza dello score è la modernità dell’opera di Djawadi. Puntando a creare un clima cupo e di minaccia incombente attraverso l’ostinato degli archi, il rullare delle percussioni e la voce della chitarra cui sono affidate le linee espressive del discorso sonoro. Uno score grintoso e trascinante (“Hunter Killer”, traccia numero 6), rockeggiante (“Taking The Field”, traccia numero 8) e a tratti irrefrenabile (“Enemy Down”, traccia numero 13), dal ritmo adrenalinico (“Watch Your Corners”, traccia numero 2), che mixa strumenti tradizionali (archi, ottoni e coro in “Falling Away”, traccia numero 7) e sintetizzatore per creare la giusta “atmosfera” (“Paint Em Up”, traccia numero 12) e agisce da efficace controcanto allo svecchiamento della saga. Un tessuto musicale molto teso e dalle sfaccettature dark capace però di aprirsi a orizzonti più “melodici” come in “Wiyar”, traccia che chiude la vicenda. In altre parole una soundtrack moderna e potente che funziona a meraviglia anche privata dalla combinazione con le immagini.

Questa edizione limitata delle Soundtracks di Medal Of Honor è una raccolta che ogni appassionato dovrebbe avere. Una gioia per le nostre orecchie.

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