Intervista al regista Svevo Moltrasio sul film "Gli Ospiti" - caso cinemotografico

locandina gli ospiti

Gli Ospiti – L’anomalia
Web e cinema indipendente si incontrano con il film di Svevo Moltrasio

In un contesto cinematografico sempre più limitato e compresso dalle dinamiche della distribuzione cinematografica italiana e dall’avvento di modelli imposti dalle piattaforme digitali internazionali - Netflix, Prime, Paramount, ecc…- fa particolare piacere constatare la presenza di una splendida anomalia che scompagina le tante convinzioni fasulle circa l’immutabilità di certe logiche di mercato. Si parla de Gli Ospiti, una piccola perla del cinema italiano che dimostra come la ricerca della qualità si possa praticare anche attraverso produzioni low budget. Il film, ambientato in una villa della campagna romana dove un gruppo di amici si incontrano e si scontrano durante un weekend, potrebbe essere definito una commedia a tinte drammatico-grottesche. Altrettanto facilmente potrebbe richiamare il ricordo di pellicole come Carnage di Polanski o Perfetti sconosciuti di Genovese per la fitta trama dei dialoghi e per il ristretto spazio in cui si muovono i protagonisti. In realtà Gli Ospiti prova a spingersi oltre, in una dimensione dove la realtà viene rimessa in discussione in ogni singola sequenza del film creando nello spettatore una sorta di temporanea perdita di senso d’orientamento. Un’altalena mentale che oscilla tra mondo reale e visionario con una narrazione disseminata da improvvise battute e avvenimenti che riportano i protagonisti sul terreno della apparente quotidianità. La produzione del film ha avuto una genesi avventurosa comune a molte produzioni indipendenti ma in questo caso è stata favorita dal web e in particolare dalla popolarità di Svevo Moltrasio, regista del film e autore di Ritals una delle serie più seguite in rete che narra le vicissitudini di un gruppo di italiani espatriati a Parigi. Proprio grazie ai circa 75000 iscritti al canale YouTube della serie si è potuto far partire una campagna di crowdfunding con la quale è stato possibile produrre Gli Ospiti che si avvale peraltro di un cast di attori anch’essi molto attivi nel web. Le musiche sono state curate da Luca Hobu Gaigher, un musicista italiano trapiantato a Parigi, a cui si devono i vari riadattamenti dal sapore prog del tema barocco di Les Indes Galantes, un’opera del compositore Jean-Philippe Rameau che assurge a leitmotiv del film. In generale Gli Ospiti gode di un trattamento del suono di alto livello - spesso estraneo al cinema indipendente - supervisionato da Andrea Caretti e Thomas Giorgi. Un lavoro dove prevale l’attenta cura degli ambienti sonori che non restano sullo sfondo ma che, come per quello che riguarda la musica, divengono un vero e proprio elemento drammaturgico.Con all’attivo già diversi cortometraggi, una laurea al Dams e una solida formazione cinematografica abbiamo intervistato Svevo Moltrasio per parlarci di questa sua opera prima. Come leggerete una figura molto distante dal profilo del classico Youtuber…

foto svevo moltrasio nero

Colonne Sonore: La prima domanda che ti faccio non è di carattere musicale o registico perché è inutile dire che il tuo film è un caso unico e di successo soprattutto per quello che rappresenta nel panorama italiano, in particolare nelle modalità di produzione e distribuzione nelle sale. Pensi che in Italia possa essere un modello di cinema indipendente replicabile?
Svevo Moltrasio: Non lo so, intanto dipende anche da come andrà questo film fino a fine corsa. Per ora i risultati sono ben al di sopra di qualsiasi più rosea aspettativa, ma non ancora sufficienti per farsi notare in maniera decisiva nel sistema. Bisogna sperare che il fenomeno romano, con l’uscita in una sola sala per due soli spettacoli, poi ampliata a ben 4 sale e a settimane di programmazione, venga replicata anche in altre città. Va anche detto che io partivo da una base di pubblico già acquisita in anni di video sul web. Un progetto analogo, indipendente che parte da zero, difficilmente puo' contare su di una stessa risposta immediata. Detto questo, certo puo' essere sicuramente un segnale per capire che si puo' creare un prodotto cinematografico interessante anche senza per forza budget ultra milionari e che il passaparola positivo ancora si puo' creare. Spero poi sia di stimolo per i giovani che sognano il cinema e la sala e che li spinga a trovare anche strade fuori dal sistema e inesplorate.

CS: Sono rimasto molto colpito dalla colonna sonora del tuo film, soprattutto dell’idea di considerarla non solo un commento ma un vero e proprio elemento della storia. Questo approccio era già previsto sin dalla stesura della sceneggiatura? Da quale intuizione e motivazione è partita questo tipo di indicazione?
SM: Che ci fosse un brano tormentone, che si ripetesse in loop a più riprese, diegetico, è un espediente che ho trovato non da subito ma che in fase di ideazione della storia mi ha aiutato molto.  Nello specifico di questa scelta, credo sia valida sia come atmosfera e tappeto sonoro, che come sfumatura di scrittura generale - da dove arriva questa musica? - che in particolare di uno dei personaggi - Bertrand, il francese che dichiara sia la registrazione di una sua esecuzione -. Per il resto ho scelto brani liberi direttamente da Youtube - grazie all’esperienza di anni di video sul web - che fossero perlopiù adatti a dare una pennellata in più di atmosfera in determinati momenti. Raramente diventano invadenti, d’altronde non sono un amante delle colonne sonore che tappano i buchi di sceneggiatura.

CS: Les Indes Galantes di Jean-Philippe Rameau è in pratica il tema centrale de Gli Ospiti. Come sei arrivato alla scelta di questo brano di musica barocca?
SM: Inizialmente avevo immaginato un altro pezzo, una canzone francese degli anni ‘80, ma visti i problemi che avrebbe comportato la richiesta dei diritti ho in breve optato per un pezzo di musica classica. L’opera di Rameau l’ho scoperta anni fa, a Parigi, guardando in TV i fuochi d’artificio del 14 luglio. La misero lì e me ne innamorai. Un altro brano della stessa opera lo avevo già usato per un piccolo film web dal titolo Intibah. E’ stato un modo anche per fare un piccolo omaggio/riferimento a quel lavoro lì girato tra amici e che parlava di due autori cinematografici che avevano fallito e abbandonato ogni velleità.

foto svevo moltrasio locandina ritals

CS: Quale tipo di lavoro musicale ha svolto Luca Hobu Gaigher per il tuo film e come è nata la vostra collaborazione?
SM: Luca lo conosco da anni, proprio da Parigi, eravamo due espatriati con ambizioni artistiche, lui musicali. Ha spesso realizzato musiche anche per la serie Ritals - sua è la celebre sigla finale -. Sempre per il desiderio di chiudere il cerchio col passato, gli ho subito proposto due brani, per i titoli di testa e coda, che riprendessero il brano di Rameau. Più velatamente all’inizio, in maniera invece evidente e più rock/pop in coda.

foto luca hobu gaigher

Luca Hobu Gaigher

CS: Ritengo che il tuo film abbia anche un’ottima resa sonora che a volte non ritrovo in produzioni che dispongono di ben altri budget, inoltre nei credits risulta che hai fatto la postproduzione alla Laser Film, uno dei principali studi di Roma. Sembra che tu abbia una particolare attenzione a questo aspetto, ci spieghi la tua idea sul valore del sonoro di un film?
SM: Un film del genere, sia per tipologia stilistica - tutto dialogato in interni - che per budget, più che sul visivo per me doveva puntare su un sonoro davvero incisivo. Ho la fortuna di essere un amico di vecchissima data di Andrea Caretti - abbiamo fatto le elementari insieme -, uno dei migliori sound designer italiani. Si è preso carico del progetto in amicizia e insieme all’altrettanto bravo Thomas Giorgi, hanno fatto un lavoro incredibile approfittando inoltre di qualche passaggio alla Laser. Anche Filippo Moretti, che si era occupato della presa del suono, è stato impeccabile. Non solo i dialoghi, ma abbiamo creato un tappeto sonoro di tuoni e piccole atmosfere che aiutano molto il film anche nei suoi cambi di tono e genere. La tempesta che sembra non esplodere mai definitivamente fuori il casale durante la nottata, è un personaggio in più del film.

foto svevo moltrasio ritals
               

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