Jesse & Lester – Due fratelli in un posto chiamato Trinità & Trinità e Sartana figli di…

Carlo Savina
Jesse & Lester – Due fratelli in un posto chiamato Trinità (1972)
GDM Music ”The Hillside Series” CD 4169
14 brani – durata: 37’ 12’’



Carlo Savina
Trinità e Sartana figli di… (1972)
Digitmovies/Digitsoundtracks CDDM 253
25 brani – durata: 50’ 53’’


Con i coevi Jesse & Lester – Due fratelli in un posto chiamato Trinità e Trinità e Sartana figli di… di Carlo Savina, inediti rinvenuti nel monumentale archivio CAM, continua il viaggio nell’universo del western italico da parte di due tra le maggiori case discografiche italiane specializzate, rispettivamente GDM/Hillside e Digitmovies/Digitsoundtracks.
Stagione cinematografica 1970/1971. Impazza in tutte le sale italiane il ciclone Trinità che coincide con un aggiornamento della poetica del western di casa nostra, ora recisamente indirizzata verso la commedia. Se il film di Enzo Barboni, con la prevedibile sequela di imitazioni e apocrifi, rimanda di qualche tempo la scomparsa del genere, la colonna sonora di Franco Micalizzi, pur prendendo le mosse dalle intuizioni morriconiane, ne approfondisce parodiandolo il carattere beffardo ed irriverente, e si afferma a sua volta come una sicura fonte di ispirazione per molti musicisti. Va però precisato che in numerosi successivi western comici (lo stesso Ennio Morricone vi si cimenterà a partire dai due episodi della saga di Provvidenza), spesso caratterizzati da un’imbarazzante povertà di mezzi e contenuti, il commento sonoro riuscirà rare volte nell’intento di nobilitare la materia; più spesso si limiterà ad assecondarla individuando pochi motivetti brillanti e disimpegnati ripetuti all’infinito con minime varianti.  
Riguardo alla prima OST, il tema principale (“Seq. 1 – Titoli”) interpolato alle vicende di tali Jesse e Lester - due fratelli antitetici per temperamento e sensibilità (anche religiosa), i cui rapporti vengono destabilizzati quando ereditano dei terreni a Trinità (un nome non certo casuale…) - è un chiaro esempio di quest’ultima tendenza: organetto elettrico in primo piano, organico di marca pop ridotto all’essenziale, tono vivace ed easy. Gli altri brani non si discostano molto dal seminato e scorrono fluidi tra accelerazioni improvvise e rari momenti di stasi liturgica (data da un organo a canne), arpeggi di banjo e fischi (trattasi pur sempre di un western mediterraneo!), piano-saloon e sarcastiche trombe con sordina che sdrammatizzano perfino i rari momenti di suspense. Spezzano la monotonia un motivo orientaleggiante (“Seq. 8”), un canto tradizionale a sfondo religioso (“Seq. 9”), una suspense gotica arricchita con vibrazioni chitarristiche e versi umani (“Seq. 11”).
La scanzonata “Seq. 1 – Titoli” con organetto e fischio impertinenti apre la seconda colonna sonora, un’opera simile alla precedente per atmosfere e umori, sebbene un po’ più ricca negli arrangiamenti. Anche qui in ogni caso le sezioni ritmiche strizzano l’occhio al pop e le trombe con sordina non smettono di ricordarci che siamo nei territori della parodia.
Trinità da improbabile cittadina sperduta nel West torna ad essere di nuovo personaggio, stavolta incarnato da un attore di colore (Harry Baird): è un ladro sprovveduto (proveniente da Trinidad…) che agisce insieme al compare Sartana (altra figura ricorrente nel western all’italiana) in un’escalation di acrobazie, gag, pugni in faccia e padellate in testa. Prima di arrivare a “Seq. 25 – finale”, che chiude il cerchio riproponendo per l’ennesima volta lo spiritoso leitmotiv, si fanno largo pure accenni country (“Seq. 3”),  divagazioni circensi (“Seq. 18” e “Seq. 23”), ripetuti frammenti pianistici in chiave grottesca (ad esempio “Seq. 7”), suspense semiserie (“Seq. 2” e “Seq. 20”), lazzi da saloon (“Seq. 16”), intermezzi sentimentali di sapore lounge (“Seq. 5” più successive variazioni).
Complessivamente due pagine minori nel panorama dei western scritti da Carlo Savina, giustificate però dagli esili e poco stimolanti presupposti filmici.

Stampa