Song ‘e Napule

cover_song_e_napule.jpgPivio e Aldo De Scalzi/AA.VV.
Song ‘e Napule (2013)
Crueza S.R.L./I dischi dell’espleta ESP046
24 brani (6 canzoni + 18 di commento) – durata: 62’00”



David di Donatello 2014 per la migliore musica, Globo d’Oro 2014 per la migliore musica, Nastri d’argento 2014 per la migliore musica, Premio Bifest miglior colonna sonora, Premio Sonora 2014 per la miglior colonna sonora e chi più ne ha più ne metta! Tutti riconoscimenti per la partitura di Pivio e Aldo De Scalzi per il film dei Manetti Bros. Song ‘e Napule, un poliziesco molto anni ’70 (per intenderci i classici poliziotteschi di Lenzi, Castellari e via elencando!) con tematiche moderne ed un’ironia dirompente. Il duo di compositori liguri con i fratelli Antonio e Marco Manetti, registi romani cinefili DOC che amano tutto il Cinema Made in Italy di Serie B di genere, e non solo, avendolo omaggiato in una miriade di loro opere filmiche di pregevole fattura, hanno creato oramai, dopo diversi anni di collaborazione, un sodalizio ragguardevole (ben ventuno ad oggi i progetti realizzati insieme tra Cinema e TV).
Anche nel caso di questa pellicola esilarante e adrenalinica, con un occhio al passato, la coppia di compositori dona ai fratelli registi una colonna sonora di tutto rispetto, rilevante sotto ogni punto di vista, sia sonoro, orchestrale che esecutivo, con musicisti di primo’ordine in performance virtuosistiche e da capogiro, più una sezione canora neomelodica, e non, divertentissima e autorevolissima. Per una volta iniziamo dalle canzoni che incorniciano il CD, due in testa e quattro in coda: le prime due, “Si mo dicive primme (Inside Napoli)” e “A verità”, interpretate magnificamente da Franco Ricciardi, una sorta di Pino Daniele più limpido nella vocalità e rocker puro e duro, che nel primo pezzo, supportato dal rapper Ivan Granatino, tra progressive, funky e rock, spacca di brutto, e nella seconda traccia tra sonorità western, drammaturgia rap e rock asfissiante spezza in due l’album; le quattro canzoni di Lollo Love (il cantante neomelodico del film interpretato magistralmente da Giampaolo Morelli, che ha scritto anche il soggetto della pellicola) sono “Cuoricina”, “E’ colpa mia”, “Si na buciarda” e “Song ‘n Napule” (degli Avion Travel) e rivalutano il grossolano stile neomelodico tra ballate sfrenate e lente romanticherie pop e dance, con spruzzate melodrammatiche stile Sanremo.
Il vero punto focale di questa soundtrack è lo score di Pivio e Aldo De Scalzi che per alcune atmosfere sonore e ritmiche sembra essere una costola nobile delle partiture scritte proprio dal duo ligure per la serie TV, sempre dei Manetti Bros. L’ispettore Coliandro con il fantasticamente caustico e imbranato Giampaolo Morelli nel ruolo dell’ispettore di cui sopra, nonché un omaggio dichiarato alle musiche per i poliziotteschi di Stelvio Cipriani, Franco Micalizzi, Ennio Morricone, etc. etc. Fin dal primo breve brano, “Inseguimento finale (Il camion)”, i riferimenti al sound degli anni ’70 è palese con ritmiche frenetiche, fiati e synt che si rincorrono uno con l’altro. Dal pezzo successivo (“Camionista incastrato”) in poi, Pivio e De Scalzi servono sul piatto sonoro tutti gli ingredienti del sound poliziesco d’annata: piano elettrico, clavinet, chitarre elettriche, bassi, flauto, clarinetto, sax vari, tromboni, organo e synt suonati da Andrea Maddalone, Massimo Trigona, Marco Fadda, Roberto Maragliano, Claudio Capurro, Luca Begonia e gli stessi compositori. Il lungo “Il camionista (I parte)” e il corto “Il camionista (II parte)”, uno di seguito all’altro, sono un percorso lento e sospensivo, con interruzioni brusche, verso binari di morte certa. Il funky soft di “Foto della ragazza” per batteria, fiati e chitarre elettriche è un viaggio dentro una sensualità morbosa e voltafaccia, con un assolo di sax licenzioso. “Incontro col produttore” per organo, ritmiche centellinate, sax e chitarra elettrica odora di tensione dissacrante e leziosa fino a che non cresce di spessore funkeggiando. “Preparazione in auto (sax solo)” è il brano che più richiama uno degli incisi portanti de L’ispettore Coliandro quasi a voler collegare i due personaggi principali, il Morelli ispettore televisivo e l’agente infiltrato Alessandro Roja filmico, ambedue fuori dalle regole e un po’ sui generis, un trait d’union perfetto. “Al ristorante con la tizia” è puro virtuosismo per sax che si destreggia tra ritmiche jazz e funky e organo e synt. “Camminata verso casa” ripresenta l’inciso che fa da sorta di tema portante e collante per vari brani sospensivi, in più il flauto ondeggia in solitaria. Funky gracchiante in “Preparazione in auto” versione senza sax del precedente pezzo con lo stesso nome, ma con il flauto a primeggiare. “Stacco esterno” è un brevissimo pezzo simil Isaac Hayes di Shaft. Ritorna “Incontro col produttore (in questura)” e il clavinet, il sax, ritmiche pompate la fanno da padrone. Hayes si rifà vivo mescolato a Micalizzi in “Inseguimento finale”, un pezzo al fulmicotone! Altro brano debitore delle partiture per L’ispettore Coliandro che sono state una scuola compositiva notevole per Pivio e Aldo De Scalzi (ricordiamoci il loro prezioso contributo alle undici stagioni di Distretto di polizia) per avvicinarsi al sound anni ’70 di quel genere di pellicole tutte sgommate, spari e inseguimenti a bordo di un’Alfa Romeo. “Black Naples” è funky ballabile in cui riaffiorano le ritmiche mitiche di Hayes per Shaft, dalla performance divertita e libera. Il lungo (13’02”) “Dalla festa alla scoperta” è un vero tour de force sonoro inquietante, partendo dalle prolungate atmosfere fosche e sintetiche della prima parte fino alle distorsioni elettroniche nella parte centrale e ritmiche martellanti in crescendo nella seconda, un pezzo di scary music incorporea. Il conclusivo “Foto della ragazza uccisa” segna una svolta lugubre nella OST con voci irreali, effetti angosciosi e lunghi pedali synt disturbanti.  
Una colonna sonora da acquistare ad occhi chiusi!                  

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