Pianosequenza – Piano Music in Film

cover_pianosequenza.jpgNyman, Di Fiore, Glass, Tiersen, Susman
Pianosequenza – Piano Music in Film (2015)
Francesco Di Fiore – Piano
Zefir Records ZEF 9642 LC 8414
25 brani – durata: 70’28”



Molti compositori si sono cimentati in performance al piano solo di proprie composizioni o di altri autori traendone un album con risultati più o meno concreti ed egregi, perché il pianoforte ha un’anima profonda che solo chi lo ama veramente e ne carpisce le trame sottili o energiche in esso nascoste, può estrarne una musicalità appassionante, incantevole e seducente.
Il compositore e musicista siciliano Francesco Di Fiore, noto concertista in Italia e all’Estero, autore di musica contemporanea di area postmoderna postminimalista e di colonne sonore per il Cinema e il Teatro, fa parte di quella categoria di esecutori pianistici che sanno davvero tirare fuori dallo strumento in questione tutta la sua carica espressiva sonora trasportando l’ascoltatore in un turbinio di atmosfere rarefatte, frenetiche, sognanti, avviluppanti e melodiose che non puoi fare a meno di apprezzare fin dal primo ascolto. E l’album che andiamo a recensire, inerente la musica per film nata per piano o dove questo strumento in ogni caso padroneggia sugli altri, dal titolo emblematico e cinefilo di “Pianosequenza”, vede proprio Di Fiore eseguire 25 brani per piano solo tratti da 8 colonne sonore per il Cinema di autori dalla chiara impronta minimalista che del minimalismo sono in parte artefici e sostenitori: Michael Nyman con le score per Lezioni di piano (The Piano, Jane Campion, 1993), l’anime Il diario di Anna Frank (The Diary of Anne Frank, Akinori Nagaoka, 1995) e Lo zoo di Venere (A Zed & Two Noughts, Peter Greenaway, 1985), lo stesso Francesco Di Fiore con la partitura per Ore diciotto in punto (Giuseppe Gigliorosso, 2013), Philip Glass con le OST di The Hours (Stephen Daldry, 2002) e The Truman Show (Peter Weir, 1998), Yann Tiersen con la partitura per Il favoloso mondo di Amélie (Amélie, Jean-Pierre Jeunet, 2001) e infine William Susman con lo score del documentario When Medicine Got It Wrong (Katie Cadigan e Laura G. Murray, 2000).
“Pianosequenza” a detta dello stesso Di Fiore “…è un po’ un gioco di parole ma contiene anche un suggerimento a un ascolto senza soluzione di continuità”, difatti il consiglio del pianista è azzeccatissimo: questo album si deve assolutamente ascoltare dall’inizio alla fine senza badare troppo a quale film appartenga il brano di volta in volta eseguito, ma lasciandosi trascinare dalle note in successione di un fascino incredibilmente cingente e rilassante che a tratti, ad occhi ben chiusi, ricorda un viaggio in treno dove si guarda dal finestrino il passare veloce dei paesaggi cangianti di colore e di dimensione, ogni tanto addormentandosi quietamente cullati dai rumori dei vagoni e dall’ambiente circostante, in cui a tratti un piano lontano suona delle note lievi e pulsanti al contempo. “Pianosequenza” è proprio il viaggio di Di Fiore tra le note tra le immagini di autori pluripremiati e più o meno noti non solo dell’Ottava Arte, che ci conduce per mano saltando tra un tasto nero e bianco nella Settima Arte che vive, palpita, piange, canta e pensa. Un vulcanico scorrere di leitmotiv vibranti di passione, sentimentalismo, aggressività, rabbia e dolore per rivivere attraverso il suono del pianoforte le storie di quei registi e compositori che a stretto contatto hanno narrato la Vita in tutti i suoi aspetti e Francesco Di Fiore ne è il Testimone sonoro di questo splendido disco; regalando a molti di questi brani stranoti un abito nuovo e luccicante!            

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