Rapsodia satanica & Il Gattopardo

cover_rapsodia_satanica.jpgRapsodia satanica (1914)/ Il Gattopardo (1963)
Pietro Mascagni
Rapsodia Satanica
Nino Rota
Il Gattopardo
CD CAPRICCIO  C 5246
Deutsche Staatsphilharmonie Rheinland Pfalz
Direttore: Frank Strobel
8 brani - durata: 62’ 17’’



Partitura composta per l’omonimo film muto realizzato nel 1914 da Nino Oxilia, Rapsodia Satanica di Pietro Mascagni (1863 – 1945) va annoverata fra i grandi lavori d’autore di portata sinfonica, assoluta pietra miliare nella storia dell’ottava arte.
Per il suo impegno intellettuale e valore musicale la partitura di Mascagni assume un’importanza storica quale uno dei primi documenti - insieme a quella scritta nel 1908 da Camille Saint-Saëns per L’Assassinat du Duc de Guise di André Calmettes - volti a nobilitare il grande schermo come possibile elevata forma artistica.
Rapsodia Satanica anticipa in modo sorprendente i grandi lavori del cinema muto degli anni venti come Im Kampf mit dem Berge di Arnold Fanck (1921, musiche di Paul Hindemith), Metropolis di Fritz Lang (1927, musiche di Gottfried Huppertz) o La Nuova Babilonia di Grigorj Kozintsev ( 1929, musiche di Dmitri Shostakovich) mentre allo stesso tempo contribuisce a determinare l’avvicinamento della musica colta al cinema italiano.
L’incontro avviene nel 1914 con il coinvolgimento di due grandi musicisti del panorama musicale italiano del ventesimo secolo, Ildebrando Pizzetti (1880 – 1968) che con non poco distacco e insofferenza si confronta con il film Cabiria di Giovanni Pastrone e Pietro Mascagni che si dedica al film di Nino Oxilia, interpretato dalla straordinaria Lida Borelli.
Il film si ispira all’omonimo testo di Fausto Maria Martini, appartenente alla scuola dei crepuscolari, impegnati a trasmettere una tragica rappresentazione poetica dell’inesorabile disfacimento della cultura borghese.
Mascagni compone la partitura orchestrale dopo aver varie volte visionato il lavoro di Oxilia, la porta a compimento nei primi mesi del 1915 e la dirige in prima assoluta il 3 luglio 1917 in un’esecuzione in cui la musica - nei suoi 45 minuti di durata perfettamente rapportata a quella della pellicola - viene intesa come poema sinfonico con accompagnamento del film nell’equilibrio di una nuova drammaturgia musicale poi definita come “un dramma musicale cinematografico (1).
La sua marcata impronta sinfonica rende estremamente interessante anche l’ascolto disgiunto dalle immagini, come nel presente CD pubblicato in collaborazione con l’emittente radiofonica Deutschlandradio Kultur dalla casa discografica austriaca Capriccio, guidata con grande esperienza e raffinatezza dal musicologo viennese Johannes Kernmayer.
Il compositore appare affascinato dal carattere simbolista che percorre il dramma faustiano che avvolge la contessa Alba d’Oltrevita, attempata signora alla ricerca di una rinnovata giovinezza mentre stipula un patto con il demonio che le impone di rinunciare all’amore inducendo al suicidio Sergio, suo corteggiatore insieme al fratello Tancredi.
Lontano da un’architettura melodico-leitmotivica egli realizza una scrittura dalla forma tripartita (“Prologue – Part 1 – Part 2”) dal forte carattere atmosferico, punteggiata da figure di taglio wagneriano e straussiano e percorsa da accenti nostalgici che raramente scadono in mero languore esornativo mentre con i suoi intimi ripiegamenti introspettivi riesce a intessersi in modo sorprendente alle immagini dei mutamenti fisionomici e interiori della protagonista.
Nello stesso tempo la visione della pellicola obiettivamente trasmette in alcuni passaggi l’impressione che la trama musicale resti come ingolfata in una staticità amorfa e fatichi a rapportarsi alla forza drammatica e narrativa del magnifico lavoro di Nino Oxilia.
L’imponente affresco musicale di Mascagni viene rappresentato in modo sontuoso dalla magnifica falange dell’Orchestra Deutsche Staatsphilharmonie Rheinland-Pzalz da cui il Maestro Frank Strobel – riferimento artistico a livello mondiale nell’universo dell’ottava arte -  ottiene un suono morbido e trasparente che illumina in modo magistrale la sua raffinata coloratura mediterranea e l’interiore tensione espressiva.
La splendida rappresentazione sonora sostenuta dall’avvolgente fraseggio e dall’avvenente plasticità dei volumi sonori che Frank Strobel e la sua orchestra riescono a ottenere, viene colta e riprodotta in modo superlativo dai tecnici del Label Capriccio, rendendo possibile un’imperdibile esperienza di ascolto.
Considerato in diversi ambienti musicali come compositore ‘fuori dal tempo’, rimasto legato all’universo di fine XIX secolo, Nino Rota (1911 – 1979) era  apprezzato nel mondo del cinema per la sua straordinaria capacità di assecondare e tradurre le idee musicali dei registi con cui lavorava, con questo molto spesso rinunciando al desiderio di far ascoltare la propria musica con maggiore spontaneità attraverso le immagini, realizzando peraltro sempre scritture estremamente funzionali e efficaci, percorse da una formidabile vivacità tematica e ritmica. Al di là della storica collaborazione con Federico Fellini egli ha avuto un intenso rapporto artistico anche con Luchino Visconti di cui ha musicato Senso (1954), Le notti bianche (1957), Rocco e i suoi fratelli (1960) e Il Gattopardo (1963).
La partitura realizzata per Il Gattopardo evidenzia un’impronta sinfonica, un carattere sognante con forti tinte nostalgiche espresse con accenti misurati e con una strumentazione raffinata che evitano ogni sconfinamento in decadente languore.
La Suite in cinque brani (“Titoli – No. 6 – No. 19 – No. 11 ‘Angelica e Tancredi’ – Finale”)  proposta nel presente CD dal maestro Strobel deriva da quella realizzata dal compositore Nicola Scardicchio e non include le musiche che in diverse forme danzanti (valzer tra cui un inedito di Giuseppe Verdi, polka, mazurka, quadriglia) accompagnano la lunga sequenza del ballo, momento culminante del film, che sancisce l’unione fra Tancredi, nipote del principe Fabrizio Salina (superbamente interpretato da Burt Lancaster) e Angelica, figlia del ricco e potente sindaco del paese di Donna Fugata, proiettandone il cammino nella nuova  ascendente società.
La sequenza del ballo rappresenta forse il momento in cui la musica, finalmente in adeguato equilibrio con le immagini, acquisisce un ruolo vitale e non soltanto esornativo come al contrario avviene soprattutto nella prima parte del film, dove a causa di un precario montaggio si trova a volte  soffocata in frequenti sovrapposizioni di dialoghi e rumori di scena, viene spesso utilizzata in sottofondo e ridotta in una frammentazione che nel corso della visione ne compromette la percezione del suggestivo disegno architettonico, del suo smalto timbrico e della sua eloquenza melodica.
Tutte le qualità della scrittura di Rota vengono invece esaltate e illuminate con straordinario trasporto, impegno intellettuale e profondità espressiva nell’esecuzione diretta dal Maestro Frank Strobel, superbamente assecondato dalla sua magnifica orchestra che ricordiamo fra l’altro avere come Presidente Onorario il geniale direttore e compositore finlandese Leif Segerstam.

(1) Ennio Simeon: Manuale di Storia della Musica nel Cinema, 1995 Rugginenti Editore Milano pag. 146

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