It Follows

cover it followsDisasterpeace
It Follows (Id. – 2015)
Milan Records M2-36720
18 brani – Durata: 44‘45“

It Follows è un film particolare, certamente mai banale, forse non apprezzato da tutto il pubblico ma osannato dalla critica. Il termine più adatto e universalmente condiviso per descriverlo è "diverso".
La trama è un classico: un'entità maligna perseguita una ragazza che deve affrontare mille peripezie per riuscire a sopravvivere. Potrebbe essere una storia vista e rivista ormai sul grande schermo, ma il modo in cui viene sviluppata ha caratteristiche originali e nuove rispetto ai soliti cliché horror: Qualcosa/qualcuno infatti insegue (It-follows), letteralmente camminando, la sua vittima solo fino a che questa non riesce, attraverso l'atto sessuale, a "passarla" ad un'altra persona. Sembra quindi insinuarsi lo spettro delle malattie sessualmente trasmissibili, nonostante il regista, intervistato a proposito, abbia prontamente smentito il rumor che indicava questo tema come il vero protagonista della pellicola: "No. No, I've heard some people who seem to think the movie is making some sort of puritanical viewpoint, and I hate that. It's not my intention."

Jay Height (Maika Monroe), dopo un momento di intimità con un ragazzo, sarà quindi perseguitata da una chiamiamola "maledizione sotto forma umana" che potrà assumere le sembianze di amici e parenti, altre volte di sconosciuti. Questa è un'altra idea senza dubbio originale: presentare il male come corporeo, come un'entità che può essere ferita -ma uccisa?- pur rimanendo invisibile a chiunque tranne che alla persona perseguitata. Tante idee nuove quindi che però non hanno convinto la maggior parte del pubblico, probabilmente a causa del budget limitato con cui è stato prodotto, dando adito a numerose perplessità. La critica internazionale lo identifica invece in alcuni casi addiruttura come il miglior film horror degli ultimi dieci anni. Che anche in questo caso la verità stia nel mezzo?
La colonna sonora non ha mai una funzione di semplice sottofondo in It Follows, anzi può essere considerata, se non una protagonista, un personaggio principale. Un'attenzione così marcata nei confronti della scelta della musica è rintracciabile già dalla decisione del regista di ingaggiare il compositore di New York, Disasterpeace. Mitchell ha infatti scelto Richard Vreeland, un artista di musica elettronica orginario di Staten Isand già molto conosciuto per aver creato la colonna sonora di alcuni videogames piuttosto popolari, uno su tutti Fez. Gli strumenti di cui si serve Vreeland sono quindi legati naturalmente all'utilizzo del synth generando sonorità artificiali che sembrano creare una sorta di colonna sonora del futuro. Utilizza poi anche degli stratagemmi che sono indispensabili per creare suspance e che quindi sono stati largamente utilizzati nei film del genere horror da molte generazioni: un leitmotiv che accompagna le apparizioni dell'entità (It) e un crescendo di tensione che preannuncia il pericolo imminente. L'intero film viene considerato un erede dei film di John Carpenter e sicuramente lo è anche la colonna sonora. Disasterpeace in persona, in un'intervista all'International Business Times, ha dichiarato di avere avuto come fonti di ispirazione i film anni '70 e '80 e in particolar modo John Carpenter, Penderecki e John Cage.
Prendiamo in esame per esempio il brano "Title", il secondo dell'OST. Sembra una ripresa del tema principale di Halloween di Carpenter, per l'appunto, in chiave moderna. Il giovane compositore in questa soundtrack, riprende quindi i brani più volte, ma non si limita a riproporli identici a loro stessi: li altera e li modifica rendendoli camaleonticamente adatti alle scene che commentano. Lo stesso "Title" infatti viene ripreso in "Detroit", "Heels", il tema del film, viene rielaborato in "Old Maid", brano in cui è impossibile non notare un chiaro riferimento al famosissimo "The Murder" di Psyco composta da Bernard Herrmann. Viene infine riproposto in "Father", per commentare una delle scene pù importanti dell'intera pellicola, arricchita di sempre più numerosi effetti sonori che, accavallandosi l'uno sull'altro, finiscono quasi per stordire lo spettatore. Il brano ha una durata di 5 minuti ed è costruito in modo molto particolare: dal minuto 1, Disasterpeace prende per mano il pubblico e lo conduce in una spirale di suspance crescente culminante al minuto 3:20. Il pericolo sembra ormai passato ma inaspettatamente, negli ultimi secondi del brano, l'atmosfera si fa più tesa che mai, lasciando tutti con il fiato sospeso.
Non si deve però pensare che il sound dell'intero film sia immutabile, il clima di angoscia e inquietudine si intreccia invece con atmosfere più rilassate, come per esempio nel brano "Jay", che catapulta lo spettatore in una dimensione di aspazialità e atemporalità già creata dal regista, in cui lo stato d'animo della protagonista, alle prese con le prime cotte adolescenziali, la fa da padrone.
In termini generali, dunque, l'intento sia di Mitchell che di Vreeland è senza dubbio quello di insinuare nel fruitore quel senso di angoscia e paura primordiale che un film horror di alto livello dovrebbe riuscire sempre a trasmettere. Se infatti proviamo a rivedere le scene più interessanti dell'horror movie eliminando il suono e concentrandoci solamente sulle immagini (in termini tecnici è ciò che viene chiamato il "metodo delle mascherature") potremmo notare come queste perdono notevolmente, se non totalmente, di intensità. Nel momento in cui una colonna sonora ha così tanta rilevanza in un film, si è di fronte alla qualità.

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