I vigliacchi non pregano

cover_i_vigliacchi_non_pregano.jpgGianni Marchetti
I vigliacchi non pregano (1968)
GDM Music 2073
16 brani - durata: 35' 25"



Il 1968 è stato l’anno più prolifico per il western italico dato che vennero messi in lavorazione un centinaio di film. Rispetto alla media, I vigliacchi non pregano di Mario Siciliano spicca per il suo tentativo di andare oltre gli stereotipi del genere.

Notevoli sono infatti lo sviluppo da tragedia con contaminazioni gotiche e l’analisi che viene fatta sul personaggio cardine, il villain Brian, il quale scivola progressivamente verso la follia omicida in seguito al trauma dell’uccisione della moglie.
Il compositore romano Gianni Marchetti ha scritto per l’occasione un buon commento il cui segno distintivo è la presenza pressoché costante del coro 4+4 di Nora Orlandi. All’epoca la CAM pubblicò un LP (MAG 10.021) con sette tracce tratte da questa colonna sonora abbinate ad un’altra partitura dello stesso Marchetti, quella del coevo film di guerra Sette baschi rossi. Il ritrovamento dei nastri originali ha permesso di aggiungere nove brani di materiale supplementare, dandoci così un resoconto completo del lavoro del musicista.
Lo score è interamente imperniato su due temi che ricorrono alternati e a volte incastrati l’uno nell’altro: il primo, “Western panorama”, è un motivo nostalgico di matrice messicana per coro e chitarra classica, che inizia con un tempo largo per poi raggiungere un andamento più concitato con l’orchestra d’archi in evidenza; il secondo, più cupo, esordisce con “Deserto per un vigliacco” e vede il coro intonare prima una specie di nenia, poi, dopo un interludio per flauto, esibirsi in una performance  eroica. Nonostante tale mancanza di varietà, grazie al trattamento diversificato riservato agli arrangiamenti e in virtù delle molteplici sfumature rilevabili nella creazione delle atmosfere, viene evitato il rischio dell’estenuazione. Troveremo il primo tema riproposto in “Lunghe colline”, più veloce e con una ritmica galoppante; in “La finta”, lento per chitarra classica e clavicembalo; in “Cavalcata e fuga”, con gli interventi del coro preceduti da una chitarra solista e da un breve intermezzo drammatico. Il secondo invece si ripresenterà in “Colpo sbagliato”, con un malinconico dialogo tra pianoforte e chitarra riverberata; in “Vigliacchi si diventa”, con un’introduzione fischiata; in “Un vigliacco non prega”, una versione religiosa per organo e chitarra classica (questo brano è riferito alla scena, che dà anche il titolo al film, in cui il protagonista rifiuta l’invito alla preghiera rivoltogli da un chierico e abbandona la cappella in cui era entrato insieme ai compagni); in “Prateria sconfinata”, con archi e fiati pienamente dispiegati e abbelliti ancora dal coro e da rintocchi di campane; in “Come una preghiera”, per due chitarre e poi con successivi interventi in crescendo del clavicembalo.
Infine, tra le sequenze in cui i due motivi vengono giustapposti si possono segnalare “Verso il confine”, con un bridge per timpani e batteria accompagnati da frammentarie pennate di chitarra acustica, e “Duello di morte”, dove prendono il sopravvento rispettivamente una tromba deguellizzante e un’armonica a bocca su base chitarristica.
Il risultato complessivo si risolve insomma in poco più di mezz’ora di piacevole ascolto, pur senza particolari acuti.
Gianni Marchetti, attivo oltre che nel cinema anche nella musica leggera e negli spettacoli televisivi, ha scritto il commento per un solo altro western, l’oscuro Ehi, gringo… Scendi dalla croce! (1970), frutto di una delle numerose co-produzioni italo-spagnole di quel periodo.

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