A Little Daneliade

cover little daneliadeGiya Kancheli
A Little Daneliade (2023)
Capriccio C 5488
13 brani – durata: 67’21’’

Cresciuto in Georgia ma formatosi dal punto di vista cinematografico al VGIK (Istituto Statale di Cinematografia) a Mosca, il regista Georgij Danelija (1958 – 2019) viene annoverato come uno dei maggiori esponenti dei ‘sessantini’ (Šestidesjatniki), artisti impegnati nel rinnovamento espressivo ed estetico in campo artistico e culturale nella Russia Sovietica agli inizi degli anni Sessanta.
I suoi lavori si presentano prevalentemente in forma di raffinatissime commedie portatrici di messaggi fortemente etici e di critica sociale. Dal punto di vista musicale ha collaborato con diversi importanti musicisti fra cui Andrei Petrov, Moshei Vainberg e soprattutto con Giya Kancheli (1935 - 2019), grande autore sinfonico georgiano fortemente impegnato anche nel teatro e sul grande schermo. Annoverato insieme a Schnittke e Shostakovich quale maggiore autore sinfonico del ventesimo secolo, nel suo lavoro compositivo Kancheli fa spesso ricorso a tecniche di montaggio filmico. Ha composto circa 50 partiture per il grande schermo e 25 musiche di scena per le rappresentazioni del Teatro Rustaveli a Tibilisi dove, dal 1971 al 1990, ha collaborato con Robert Sturua come direttore musicale. La sua musica riesce ad armonizzare contrasti apparentemente inconciliabili in un linguaggio dalla forte carica emotiva, dove temi del folklore georgiano, della tradizione del canto liturgico e rimandi jazzistici affiorano in un tessuto sonoro dominato da intenso fervore, densità poetica e trasporto mistico in una alternanza di drammatiche eruzioni e momenti fortemente contemplativi nella linearità del suo scorrere spaziale e temporale e di una risoluta percezione del ritmo. Trasferitosi a Berlino nel 1991 e a Antwerpen nel 1995, è autore di sette sinfonie e molti lavori sinfonici e da camera, fra cui la splendida “Liturgia” per viola e orchestra, denominata “Con le lacrime al vento”, dedicata al violista Jurij Bashmet (1953).
Eseguito in prima mondiale nel 2000 da Gidon Kremer e la sua orchestra Kremerata Baltica, “Little Daneliade” per violino, pianoforte, percussioni e orchestra d’archi è uno scherzoso e devoto omaggio del compositore a Georgij Danelija, in cui accenti sereni e contemplativi si intersecano a momenti ironici e brillanti in un divertito fraseggio dove il Leit-Motiv della scrittura per il geniale Kin-Dza-Dza risalta in una disintegrante metamorfosi per un disegno scenico che si allaccia ad un immaginario dialogo con il pubblico. Realizzato nel 1986 negli studi della Mosfilm, Kin-Dza-Dza è una pungente farsa della società sovietica, divenuto subito un cult movie, tratteggiante in modo dilettevole un incontro inconsueto con un alieno perdutosi nelle strade di Mosca da parte di un artigiano, Maschklov, e di uno studente, Gedewan. Inavvertitamente i due urtano lo strumento che l’alieno porta con se e d’incanto si ritrovano in un pianeta sconosciuto, orribile e desertico, dove tutto è sporco e arrugginito e i cui abitanti si esprimono con una sola parola: KU. Ci troviamo sul Pianeta Kin-Dza-Dza. Il ritorno sulla terra dei due malcapitati diventa quanto mai complicato e rocambolesco. Lontana da drammatici contrasti, la musica presenta accenti ironici e gioviali che si alternano a costruzioni armoniche più ruvide e spigolose.
La partitura è stata anche eseguita a Roma dall’Orchestra Melies diretta dal Maestro Franco Piersanti il 5 giugno 2012. Nel 2013 Danelija ha realizzato un remake animato del film intitolandolo Ku! Kin Dza Dza accolto con grande successo da pubblico e critica e di nuovo accompagnato dalle musiche composte da Giya Kancheli.
In collaborazione con l’emittente radiofonica Deutschlandfunk Kultur, la casa discografica austriaca Capriccio pubblica ora su CD la prima registrazione mondiale della partitura di Giya Kancheli eseguita con imponente padronanza tecnica e impegno intellettuale dalla pianista Elisaveta Blumina, dal violinista Hartmut Schill e dagli archi della Robert-Schumann-Philharmonie di Chemnitz che ne tratteggiano in modo elegante e profondo l’interiore tensione, la dirompente forza narrativa e la sottile patina ironica.
Le “18 Miniatures” per violino e pianoforte si presentano in forma di  brevi brani dominati da accenti prevalentemente introspettivi e nostalgici,  espressione di gioiosa tristezza, basati su temi composti per film di vari registi e musiche di scena per alcune rappresentazioni al Teatro Rustaveli fra cui Riccardo III di Shakespeare e Il Cerchio di Gesso del Caucaso di Brecht.
Oltre ad aver musicato molti lavori di Georgij Danelija, il compositore georgiano ha collaborato anche con altri importanti registi fra cui Lana Gogoberidze, Sergej Bodrov, Sulambek Mamilov e Eldar Shengelaya.
“Valse Boston per pianoforte e archi” testimonia l’impegno compositivo di Kancheli per lo sviluppo di un linguaggio improntato alla sobrietà, alla carica ascetica e con accenti evocativi e sospesi nel tempo, fortemente rivolto al raggiungimento di un profondo impatto emotivo. La partitura è dedicata ‘a mia moglie, con cui non ho mai danzato’. Originariamente composta nel 1996 per pianoforte e archi, la partitura ha ricevuto nel 2000 una nuova versione alternativa per pianoforte, violino e archi.
La scrittura si muove in estreme dinamiche temporali, spaziali e atmosferiche dove a spigolose e aggressive dissonanze rispondono pacate figure di valzer.
Il compositore georgiano afferma di rimanere affascinato dal misterioso momento di pace che viene a crearsi subito prima di un accordo. Inoltre ritiene che la vita senza il senso romantico dell’esistenza non sarebbe concepibile. ‘Il romanticismo rappresenta la grande forza che aiuta l’uomo a combattere le forze del male, della violenza e dell’ignoranza’.
Anche nel “Valzer Boston” Elisaveta Blumina conferma le sue grandi doti interpretative e virtuosistiche in una prestazione superlativa e che non mancherà di suscitare l’apprezzamento degli appassionati dello strumento e della musica del grande compositore georgiano.
Completa il CD della Capriccio “Largo e Allegro per pianoforte, archi e timpani” scritto nel 1963, una delle prime partiture composte da Giya Kancheli che si allaccia perfettamente alla successiva evoluzione stilistica.
Da sottolineare infine l’eccellente lavoro dei tecnici della Capriccio nella magnifica riproduzione sonora che rende particolarmente attraente il CD anche per gli appassionati di Hi-Fi.

Stampa